Il tumore del testicolo rappresenta una delle neoplasie più comuni tra i giovani uomini, colpendo principalmente la fascia di età compresa tra i quindici e i quarantacinque anni, con un picco di incidenza nella terza e quarta decade di vita. Nonostante la sua relativa rarità rispetto ad altre forme tumorali, costituisce il tumore maligno più frequente nei maschi tra i quindici e i quarant’anni. In Italia l’incidenza totale è pari a circa cinque casi per centomila abitanti, con un picco di oltre dieci casi per centomila nella fascia di età tra i quindici e i trentanove anni, evidenziando una maggiore prevalenza nel Nord Italia rispetto al Sud.
La patologia si manifesta con un andamento trimodale nella popolazione generale, presentando un primo picco in età infantile, un secondo in età giovane-adulta e un terzo oltre i sessant’anni. La buona notizia è che questo tumore è tra quelli con la prognosi più favorevole quando diagnosticato precocemente, con tassi di sopravvivenza che raggiungono il novantanove percento nelle forme localizzate al testicolo e superano il novanta percento complessivamente a cinque anni dalla diagnosi.
Caratteristiche e tipologie del tumore testicolare
Circa il novantacinque percento dei tumori testicolari origina dalle cellule germinali, ovvero quelle cellule che danno origine agli spermatozoi. Queste neoplasie germinali si dividono in due grandi categorie principali con caratteristiche e comportamenti distinti: i seminomi e i tumori non seminomatosi.
I seminomi rappresentano la forma più comune di cancro testicolare, costituendo circa il quaranta-cinquanta percento di tutti i casi. Si tratta di tumori caratterizzati da una crescita relativamente lenta che colpiscono principalmente uomini tra i venticinque e i cinquantacinque anni. I seminomi tendono a rimanere localizzati nel testicolo per lunghi periodi prima di diffondersi, presentando nella variante tipica la prognosi migliore tra tutte le forme di tumore testicolare.
I tumori non seminomatosi rappresentano circa il sessanta percento delle neoplasie testicolari e comprendono diversi sottotipi istologici tra cui il carcinoma embrionale, il teratoma, il tumore del sacco vitellino e il coriocarcinoma. Questi tumori colpiscono prevalentemente uomini più giovani, tra i quindici e i trentacinque anni, e tendono a crescere più rapidamente dei seminomi, con una maggiore propensione a metastatizzare. Il carcinoma embrionale rappresenta il quindici-venti percento dei casi, mentre il teratoma costituisce il cinque-dieci percento. Il coriocarcinoma è estremamente raro in forma pura, costituendo meno dell’uno percento dei casi, ma presenta una spiccata tendenza alla metastatizzazione.
Alcuni tumori testicolari presentano caratteristiche miste, contenendo sia componenti seminomatose che non seminomatose. In questi casi, il tumore viene trattato come un non-seminoma poiché il comportamento clinico e la risposta terapeutica sono determinati dalla componente più aggressiva. Meno del cinquanta percento dei tumori germinali testicolari è costituito da un singolo tipo cellulare, mentre la rimanente porzione presenta forme miste la cui rappresentazione percentuale può variare notevolmente.
Fattori di rischio e cause
Sebbene le cause esatte del tumore testicolare rimangano in gran parte sconosciute, la ricerca ha identificato alcuni fattori di rischio significativi che aumentano la probabilità di sviluppare questa neoplasia.
Il criptorchidismo, ovvero la mancata discesa del testicolo nello scroto durante lo sviluppo fetale o nei primi anni di vita, rappresenta il principale fattore di rischio per il tumore testicolare. Questa condizione aumenta il rischio di contrarre la malattia da dieci a quaranta volte rispetto alla popolazione generale. Il rischio varia considerevolmente a seconda della sede del testicolo ritenuto: è maggiore quando il testicolo rimane nell’addome e minore quando è localizzato a livello inguinale. Circa il cinque-dieci percento dei casi di tumore testicolare insorge in soggetti con storia di criptorchidismo. È importante sottolineare che nei casi di criptorchidismo monolaterale, il tumore può svilupparsi anche nel testicolo controlaterale normalmente disceso nel quindici-venti percento dei casi.
La familiarità gioca un ruolo significativo nell’aumentare il rischio di tumore testicolare. I parenti di primo grado di pazienti con tumore del testicolo presentano un rischio aumentato, anche se non ancora ben quantificabile con precisione. La ricerca ha dimostrato che questa predisposizione familiare è dovuta in parte all’alterazione di alcuni geni specifici, e gli studi proseguono per individuare con maggiore precisione i geni che aumentano il rischio.
Avere già avuto un tumore ad un testicolo rappresenta un altro importante fattore di rischio. La probabilità di sviluppare un tumore anche nel secondo testicolo nei venticinque anni successivi alla prima diagnosi è significativamente elevata. Per questo motivo, i pazienti che hanno già avuto un tumore testicolare necessitano di un costante monitoraggio clinico ed ecografico delle condizioni dell’altro testicolo e del ricorso alla ricerca dei marcatori oncologici.
Sintomi e manifestazioni cliniche
Il tumore del testicolo si manifesta in modo estremamente insidioso, rendendo i sintomi iniziali difficili da riconoscere nelle fasi precoci. Nella maggior parte dei casi, la malattia raramente provoca dolore o sintomi evidenti, il che può ritardare significativamente la diagnosi e il trattamento.
Il sintomo più comune del tumore testicolare è la comparsa di un nodulo indolore o di un gonfiore in uno dei testicoli. Questo nodulo si presenta come una massa solida, di consistenza più dura rispetto al normale parenchima testicolare, e può essere rilevato attraverso un’attenta palpazione. Il nodulo può aumentare di dimensione nel tempo e svilupparsi sia all’interno sia all’esterno del testicolo. Alla palpazione, un testicolo sano viene normalmente avvertito come una massa liscia ovale con l’epididimo attaccato dietro e in alto, mentre il tumore del testicolo provoca un nodulo solido che altera questa normale conformazione.
L’aumento di volume del testicolo o la variazione delle sue dimensioni rappresentano altri importanti campanelli d’allarme. Sia l’aumento che la riduzione del volume possono essere segni di un primo stadio della patologia. Il brusco rimpicciolimento del testicolo può essere a sua volta un segnale di esordio della malattia e non deve essere trascurato.
Un gonfiore nello scroto può manifestarsi improvvisamente, talvolta determinato da un accumulo di liquidi. In alcuni casi, il testicolo può ingrossarsi all’improvviso e dare dolore. Nonostante il tumore testicolare sia generalmente indolore, non è raro che il testicolo acquisca sensibilità al tocco o sia dolente anche senza un contatto diretto. La comparsa di un dolore acuto al testicolo è tipica di questo tumore, assieme a un rapido aumento del volume dell’organo che può essere provocato da un’emorragia all’interno del tumore.
Una sensazione di pesantezza allo scroto o un senso di disagio sono sintomi frequentemente riferiti dai pazienti. Può comparire un dolore sordo, accompagnato da questa sensazione di pesantezza, che può andare e venire nel tempo. La durezza del testicolo al tatto, diversa dalla normale consistenza teso-elastica, rappresenta un altro segno da non sottovalutare.
Quando il tumore si è diffuso ad altre parti del corpo formando metastasi, possono manifestarsi sintomi sistemici. Se le cellule tumorali hanno invaso i linfonodi retroperitoneali e si sono molto ingrandite, può comparire dolore alla schiena o alla regione lombare. La tosse persistente, talvolta accompagnata da presenza di sangue, mancanza di respiro o difficoltà di deglutizione possono indicare che le cellule tumorali hanno raggiunto i linfonodi del torace o i polmoni. Una tumefazione alla parte sinistra del collo, dovuta all’ingrossamento dei linfonodi che si trovano ai lati del collo, può manifestarsi quando questi linfonodi vengono coinvolti dalla malattia.
È fondamentale sottolineare che non necessariamente questi sintomi indicano la presenza di un tumore, poiché possono essere causati anche da altre malattie benigne. Tuttavia, la comparsa di uno o più di questi sintomi, specialmente se persistenti per più di due settimane, richiede tempestivamente la consultazione di un medico per i controlli del caso.
Diagnosi e accertamenti
La diagnosi del tumore testicolare inizia tipicamente con una visita medica durante la quale il medico di base o lo specialista urologo esegue un attento esame obiettivo dei genitali attraverso l’ispezione e la palpazione dei testicoli. Questo esame clinico permetterà in molti casi di porre una diagnosi differenziale con altre affezioni benigne quali orchiti, epididimiti, idrocele, ernie inguino-scrotali e varicocele.
L’ecografia testicolare o l’ecocolordoppler scrotale rappresentano l’esame strumentale consigliato e indispensabile per confermare il sospetto clinico di tumore testicolare. L’indagine ecografica presenta valori di sensibilità prossimi al cento percento, inoltre il basso costo e la ripetibilità dell’esame rendono tale metodica estremamente diffusa. L’esame ecografico è il più usato per valutare la presenza di neoformazioni al testicolo, che, soprattutto nella forma di tumore a cellule germinali, si associano a microcalcificazioni osservabili all’ecografia. L’ecografia consente di visualizzare dettagliatamente la struttura interna del testicolo, fornendo informazioni preziose sulle caratteristiche dei noduli o delle masse identificate, e permette di distinguere tra masse solide, spesso indicative di tumore, e cisti benigne.
Gli esami del sangue con la ricerca dei marcatori tumorali rappresentano una componente fondamentale nella diagnosi e nella gestione del tumore testicolare. I principali marcatori tumorali testicolari sono l’alfafetoproteina, nota con l’acronimo AFP, la beta-gonadotropina corionica umana, indicata come beta-HCG, e la latticodeidrogenasi, abbreviata come LDH.
L’alfafetoproteina viene fisiologicamente prodotta durante l’embriogenesi dalle cellule del sacco vitellino e aumenta tipicamente nei tumori testicolari del tipo carcinoma embrionale e del sacco vitellino. Elevati livelli di AFP possono indicare nei maschi la presenza di tumore del testicolo. È importante notare che l’AFP non è mai elevata in seminomi puri, rendendo questo marcatore particolarmente utile nella diagnosi differenziale tra seminomi e non-seminomi.
La beta-gonadotropina corionica umana è una glicoproteina prodotta dalle cellule del sinciziotrofoblasto della placenta. Nei tumori testicolari, la beta-HCG è tipicamente elevata in presenza di coriocarcinoma e talvolta nel carcinoma embrionale. Solo una piccola percentuale di seminomi puri, compresa tra il dieci e il venti percento, produce beta-HCG, generalmente in presenza di malattia avanzata.
La latticodeidrogenasi è un enzima citoplasmatico rilasciato nel sangue in seguito a danno o morte cellulare. Nei tumori testicolari, l’isoenzima LDH-1 è generalmente elevato e l’incremento dell’attività metabolica dei tessuti a cui si associa è presente nei tumori. Tuttavia, la LDH è meno specifica rispetto agli altri marcatori tumorali e può risultare falsamente positiva in diverse condizioni patologiche come malattie epatiche, anemia emolitica e infezioni gravi.
L’esame istologico rappresenta il momento diagnostico fondamentale e consente di ottenere la diagnosi definitiva. Nel tumore del testicolo, la diagnosi definitiva si può ottenere soltanto dopo aver analizzato il tessuto tumorale con l’esame istologico. La diagnosi istologica parte sempre da un’esplorativa testicolare con accesso inguinale. L’esame viene effettuato sul testicolo o parte di esso mediante un intervento chirurgico di inguinotomia che permette di esporre il testicolo e di asportarne una parte oppure l’intero testicolo con orchiectomia radicale. Nel caso in cui un tumore del testicolo sia identificato durante l’esame estemporaneo, si procede all’asportazione dell’organo nella stessa seduta.
Dopo aver accertato la diagnosi di neoplasia testicolare con l’esame istologico, è indispensabile eseguire una corretta stadiazione della malattia mediante una tomografia computerizzata del torace e dell’addome, allo scopo di evidenziare eventuali localizzazioni secondarie di malattia. La TC è utilizzata per verificare eventuali metastasi ai linfonodi retroperitoneali o ad altri organi, definendo così lo stadio del tumore.
Trattamenti e opzioni terapeutiche
Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili per il trattamento del cancro del testicolo includono la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia e, nei casi più complessi, la chemioterapia ad alte dosi con trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche.
La chirurgia rappresenta il trattamento di prima linea per il tumore testicolare. L’orchiectomia radicale inguinale, anche nota come orchifunilectomia, prevede la rimozione del testicolo interessato insieme al funicolo spermatico attraverso un accesso inguinale. Questo intervento chirurgico costituisce il primo passo fondamentale nel trattamento di tutti i tumori testicolari, indipendentemente dal tipo istologico e dallo stadio. La rimozione di un testicolo non altera la funzione sessuale o i parametri seminali dell’uomo, poiché il testicolo rimanente è in grado di continuare a produrre la stessa quantità di sperma e di ormoni sessuali per soddisfare tutti i bisogni.
La radioterapia consiste nell’uso di radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali, cercando al tempo stesso di danneggiare il meno possibile le cellule normali. La radioterapia può essere un’opzione terapeutica per il seminoma di stadio due con irradiazione dei linfonodi della regione para-aortica. Tradizionalmente, la radioterapia rappresenta il trattamento di scelta per i seminomi in stadio IIA e IIB. Studi scientifici hanno dimostrato che il novantanove percento dei pazienti con malattia in stadio IIA erano vivi dopo cinque anni se trattati con radioterapia, rispetto al novantatré percento dei pazienti trattati con chemioterapia.
La chemioterapia consiste nell’impiego di particolari farmaci detti citotossici o antiblastici per distruggere le cellule tumorali. La chemioterapia rappresenta da anni un’importante ed efficace possibilità di trattamento disponibile per i pazienti affetti da tumore del testicolo e può essere impiegata da sola o in combinazione con la chirurgia o la radioterapia. Solitamente, il cancro del testicolo risponde molto bene alla chemioterapia. I farmaci più utilizzati per il trattamento del tumore del testicolo sono il carboplatino e lo schema PEB a base di cisplatino, etoposide e bleomicina.
La prognosi dei pazienti con tumore testicolare è eccellente, con una sopravvivenza globale che raggiunge circa il novantotto-novantanove percento nelle forme localizzate. Anche le forme metastatiche presentano ottime percentuali di sopravvivenza avvalendosi delle associazioni farmacologiche disponibili. La percentuale di guarigione dopo la diagnosi di tumore ai testicoli è elevata: novantanove percento se la patologia viene identificata nella sua fase iniziale quando il tumore è localizzato esclusivamente al testicolo, novanta percento circa se il tumore si è diffuso anche ai linfonodi addominali, e fra il settantacinque e l’ottanta percento se la patologia viene diagnosticata in fase avanzata quando sono presenti metastasi in altre sedi.
Preservazione della fertilità
Data la prognosi estremamente favorevole per i soggetti affetti da tumore del testicolo e la giovane età alla quale solitamente insorge la malattia, è fondamentale preservare la fertilità di quei soggetti che dovranno sottoporsi a trattamenti antitumorali. I trattamenti come la chemioterapia e la radioterapia possono influire negativamente sulla fertilità maschile.
La scelta migliore per la preservazione della fertilità nei soggetti affetti da tumore del testicolo è rappresentata dal congelamento, tecnicamente noto come crioconservazione, degli spermatozoi eiaculati, da effettuare prima di iniziare terapie potenzialmente tossiche per i testicoli. Le linee guida ribadiscono che la crioconservazione del liquido seminale rappresenta la prima opzione da considerare, fortemente raccomandata, sicura e non invasiva. Se il cancro ai testicoli è confermato, si consiglia a tutti questi uomini di congelare il loro sperma prima del trattamento del cancro per preservare la loro fertilità.
Il trattamento di preservazione della fertilità consiste nella preservazione degli spermatozoi a meno centonovantasei gradi Celsius, in modo che restino esattamente nelle stesse condizioni in cui si trovavano il giorno in cui sono stati congelati. Le tecniche di congelamento dello sperma offrono elevati tassi di sopravvivenza e la sopravvivenza media di solito è ottima per l’uso posteriore dei gameti con tecniche di procreazione assistita.
L’importanza dell’autopalpazione testicolare
L’autopalpazione dei testicoli è una pratica di monitoraggio fondamentale che può aiutare nella precoce individuazione di patologie insorgenti a carico dei genitali maschili. Questo tipo di esame consente agli uomini di identificare precocemente eventuali masse o formazioni anomale intrascrotale, che potrebbero essere la spia di condizioni patologiche. L’autopalpazione fornisce la possibilità di esaminare costantemente la consistenza e la forma dei testicoli, permettendo la precoce identificazione di cambiamenti che devono portare il paziente ad un medico specialista andrologo o urologo per una valutazione professionale.
La maggior parte dei tumori ai testicoli viene scoperta attraverso l’autopalpazione. Educare gli uomini a questa pratica può contribuire ad aumentare le probabilità di successo nel trattamento di patologie testicolari a rapida insorgenza, permettendo una precoce e rapida cura con altissime percentuali di guarigione. È importante ricordare che la probabilità di guarire completamente dipende dalla tempestività della diagnosi, ossia prima si scopre il tumore e maggiore è la probabilità di guarigione. Cogliere precocemente un’alterazione del testicolo attraverso l’autopalpazione una volta al mese migliora grandemente la possibilità di guarigione e può evitare trattamenti più impegnativi con effetti collaterali che alterano la normale qualità di vita.
È fondamentale insegnare ai ragazzi già in età scolare come eseguire l’autopalpazione almeno una volta al mese, in modo da accorgersi subito di una eventuale anomalia della superficie e consistenza del testicolo. Il picco di incidenza è al di sotto dei quarantacinque-cinquanta anni, quindi tutti i giovani dall’adolescenza fino alla mezz’età dovrebbero eseguire regolarmente un controllo autopalpatorio e conoscere la forma e la consistenza dei propri organi genitali.
Come eseguire correttamente l’autopalpazione testicolare
L’autopalpazione va eseguita preferibilmente dopo un bagno caldo o una doccia calda, in modo che lo scroto risulti più rilassato e i testicoli siano più facilmente identificati e palpati. Il calore rilassa lo scroto e favorisce l’esame rendendo i testicoli più discesi nella borsa scrotale e ben palpabili. Si consiglia di eseguire l’autopalpazione dei testicoli una volta al mese.
L’esame dei genitali va preferibilmente eseguito in piedi, meglio durante una doccia calda o anche subito dopo. È essenziale che i testicoli siano rilassati. Si consiglia di esaminare un testicolo alla volta, premendo delicatamente con le dita intorno al testicolo e cercando di apprezzare se presenti nodulità o differenze di consistenza, rammentando che il parenchima testicolare deve essere teso elastico. L’esame dovrebbe durare almeno tre-quattro minuti per una valutazione accurata.
Il primo passo consiste nel posizionarsi di fronte ad uno specchio e valutare forma e dimensioni dei testicoli, notando se vi sono irregolarità visibili a occhio nudo. È importante ricercare gonfiore nello scroto e guardare esternamente se la sacca presenta delle disomogeneità della superficie.
Successivamente si prende un testicolo, posizionando indice e medio nella parte inferiore e il pollice nella parte superiore. Occorre afferrare delicatamente il testicolo tra il pollice e l’indice ed esaminare i testicoli uno alla volta. Con fermezza e delicatezza si fa scorrere il testicolo tra le dita ed esaminarne la superficie, utilizzando pollice e indice facendo ruotare i testicoli tra le due dita. Si deve tastare delicatamente la superficie del testicolo attraverso piccoli ma attenti movimenti circolari, toccando i testicoli e sentendone consistenza e superficie.
I testicoli hanno una consistenza sodo-elastica, simile a quella della coscia o della punta del naso, paragonabile a una pallina di gomma. Sono assolutamente lisci sulla faccia anteriore e sui lati, mentre sarà possibile apprezzare una zona più ruvida nella parte posteriore corrispondente all’epididimo. Durante l’esame, bisogna prestare attenzione a cambiamenti nella consistenza, dimensione e forma del testicolo. È utile porsi delle domande durante questa procedura, chiedendosi se al tatto questa palpazione risulta differente dalla precedente, magari per uno strano gonfiore, per la presenza di un nodulo o di un dolore o perché si avverte un particolare fastidio.
Buona norma è svolgere questa procedura in modo metodico, magari dopo la doccia e in un momento di tranquillità. È importante ricordare di eseguire l’autopalpazione regolarmente tenendone per quanto possibile una memoria storica per poter individuare eventuali cambiamenti. Si tratta di una pratica semplice che dura solo pochi minuti ed è assolutamente indolore.
Quando consultare il medico
La comparsa di noduli o irregolarità nella consistenza del tessuto testicolare, la comparsa di gonfiore improvviso o dolore anche lieve ma persistente sono segni da sottoporre all’attenzione del medico specialista. Lo stesso dicasi se ci si ritrova in presenza di eventuali cambiamenti nella dimensione o nella forma dei testicoli. Alterazioni come un nodulo duro, un ingrossamento non doloroso o una sensazione di pesantezza scrotale sono segnali d’allarme che non vanno ignorati.
Altri segnali d’allarme includono sensazione di pesantezza o pressione nello scroto, dolore nella parte bassa dell’addome, cambiamento nella forma o nella dimensione del testicolo. È fondamentale consultare uno specialista in presenza di dolore, gonfiore o noduli nei testicoli o nell’area inguinale, specialmente se questi sintomi persistono per più di due settimane. Nel caso di anomalie, è essenziale consultare un uro-andrologo per approfondimenti.
In caso di dubbio, una visita urologica con ecografia eseguite il prima possibile sono il miglior approccio al problema. Una volta individuato il nodulo tramite l’autopalpazione, sarà possibile approfondirne la natura grazie ad una semplice visita diagnostica e relativa ecografia svolta dall’urologo. Non essendo realisticamente fattibile eseguire controlli medici in continuazione, è necessario che ogni maschio sia adeguatamente informato sull’autopalpazione mensile e sui fattori di rischio.
Monitoraggio e follow-up
Dopo la guarigione è importante che venga proseguito un monitoraggio nel tempo per almeno cinque anni, per identificare eventuali recidive della neoplasia o complicazioni provocate dalla patologia o dal trattamento eseguito per curarla. Dopo il trattamento, i pazienti vengono monitorati per almeno due anni per accertarsi che tutto sia nella norma attraverso esami obiettivi, test dei marcatori tumorali e radiografie.
Entrambi i sottogruppi di tumori maligni del testicolo, seminomi e non-seminomi, sono caratterizzati da un’elevata risposta alle terapie e una prognosi generalmente favorevole. Per garantire la massima probabilità di sopravvivenza, è importante che lo staging della patologia venga eseguito correttamente e la terapia più adeguata venga impostata il più precocemente possibile.
La diagnosi precoce e lo screening giocano un ruolo cruciale nel trattamento efficace del tumore del testicolo, una malattia che presenta elevate possibilità di guarigione quando identificata tempestivamente. I progressi nella diagnosi precoce e nei trattamenti chirurgici hanno reso possibile affrontare questa malattia con ottimi risultati, spesso garantendo la completa guarigione. Comprendere i segnali iniziali, il percorso diagnostico e le opzioni terapeutiche disponibili è fondamentale per affrontare con serenità una condizione che, se presa per tempo, può essere curata con successo. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
