Una consultazione popolare che oggi non è all’ordine del giorno ma che potrebbe ridisegnare gli equilibri interni al campo largo. Se domani si tenessero le primarie di centrosinistra per scegliere il candidato premier alle elezioni politiche del 2027, Giuseppe Conte emergerebbe come chiaro vincitore, staccando di 14 punti percentuali la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Youtrend, pubblicato dall’agenzia nella giornata di giovedì 21 novembre, che fotografa un quadro sorprendente della competizione interna alla coalizione progressista.
Secondo i dati forniti dall’istituto di ricerca demoscopica, condotto sugli elettori di Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, Italia Viva e +Europa che si dicono certi di partecipare a eventuali primarie, il presidente del Movimento 5 Stelle otterrebbe il 43 per cento delle preferenze. La segretaria dem si fermerebbe al 29 per cento, mentre appena un punto indietro, al 28 per cento, si posiziona Silvia Salis, la sindaca di Genova eletta lo scorso maggio alla guida del capoluogo ligure con una larga coalizione di centrosinistra.
Il dato più significativo della rilevazione riguarda però la capacità di mobilitazione dei due leader principali all’interno dei rispettivi elettorati. Tra gli elettori del Movimento 5 Stelle che affermano di voler partecipare sicuramente alle primarie, Conte raccoglierebbe un consenso plebiscitario del 96 per cento. Schlein al 3 per cento e Salis all’1 per cento risulterebbero praticamente ininfluenti tra i votanti pentastellati, che si schiererebbero compattamente dietro al loro leader, ignorando di fatto gli altri candidati.
Situazione radicalmente diversa nel campo democratico, dove la segretaria non gode della stessa unanimità. Tra gli elettori del Partito Democratico disposti a recarsi ai gazebo, Schlein raccoglierebbe il 55 per cento delle preferenze. Una maggioranza relativa, certo, ma non schiacciante. Quasi uno su tre, il 29 per cento, sceglierebbe invece Silvia Salis, mentre un ulteriore 16 per cento opterebbe per Giuseppe Conte. La frammentazione dell’elettorato dem emerge con chiarezza da questi numeri, che testimoniano come la leadership della segretaria non sia consolidata e indiscussa come quella del presidente del Movimento 5 Stelle.
Martina Carone, analista di Youtrend e docente di Analisi dei media presso l’Università di Padova, ha commentato i risultati del sondaggio sottolineando come la sindaca di Genova rappresenti un profilo capace di sottrarre consensi direttamente a Schlein piuttosto che a Conte. Salis ha un profilo più simile a quello della segretaria democratica, dunque le due si fanno concorrenza interna al campo largo rispetto al leader pentastellato. La sindaca genovese stacca Schlein di un solo punto e sottrae sicuramente preferenze alla segretaria del Partito Democratico, invece che a Conte. Tuttavia, anche se tendenzialmente le leadership emerse rapidamente rischiano di faticare a restare all’apice, in questo caso specifico la sindaca sta reggendo molto bene.
Il sondaggio giunge in un momento particolarmente delicato per gli equilibri interni al centrosinistra. Giuseppe Conte sta attraversando una fase di riposizionamento strategico che molti osservatori hanno interpretato come un tentativo di moderazione in vista delle elezioni politiche. Negli ultimi mesi, l’ex presidente del Consiglio ha assunto posizioni che lo hanno allontanato dalle tradizionali battaglie della sinistra radicale, puntando su temi come la sicurezza urbana e rifiutando apertamente l’ipotesi di una patrimoniale, anche a costo di prendere le distanze dalle posizioni di altri esponenti del campo largo.
La strategia di Conte sembra funzionare, almeno stando ai numeri del sondaggio Youtrend. Il leader pentastellato ha dichiarato pubblicamente che l’emergenza sicurezza non è un tema di destra o di sinistra, ma un bisogno di tutte le donne, di tutti gli uomini, di tutti i ragazzi. Ha proposto di destinare il miliardo di euro impiegato per i centri in Albania a un fondo per la sicurezza dei comuni, con interventi su illuminazione stradale, videosorveglianza e intensificazione delle pattuglie. Una retorica che ricorda più il Conte premier del primo governo gialloverde che quello della fase più spostata a sinistra del Movimento.
Sul fronte opposto, Elly Schlein si trova stretta in una morsa complessa. Da un lato, l’ala riformista del Partito Democratico la accusa di aver spostato troppo a sinistra il baricentro del partito, allontanandolo dall’elettorato moderato. Dall’altro, la segretaria deve gestire le tensioni interne a una coalizione sempre più frammentata, dove le differenze programmatiche tra Movimento 5 Stelle, area cattolico-democratica, riformisti e sinistra radicale emergono quotidianamente. Le lotte interne al Partito Democratico, particolarmente evidenti durante le recenti campagne elettorali regionali, hanno messo in luce i forti malumori tra i riformisti, incarnati nella nuova area Crescere, e la maggioranza filo-Schlein.
La figura di Silvia Salis complica ulteriormente il quadro. La sindaca di Genova, trentanovenne, ex atleta olimpica specializzata nel lancio del martello e già vicepresidente vicaria del Coni, rappresenta un profilo civico capace di attrarre consensi trasversali. Eletta lo scorso maggio con il 51,6 per cento al primo turno, sostenuta da una coalizione che andava dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle, da Alleanza Verdi e Sinistra alle forze centriste di Azione, Italia Viva e +Europa, Salis incarna quella sintesi tra competenza tecnica e radicamento territoriale che molti nel campo largo considerano necessaria per vincere le prossime elezioni.
Non casualmente, la sindaca genovese ha espresso pubblicamente il proprio scetticismo nei confronti dello strumento delle primarie. In una recente intervista televisiva ha dichiarato di essere contraria a questo meccanismo di selezione, argomentando che rappresenta uno strumento che prevede battaglia fra esponenti dello stesso schieramento e nel centrosinistra c’è già una cultura abbastanza divisiva, quindi non serve aggiungere altro. Una posizione che, seppur giustificata con motivazioni di unità, ha suscitato interrogativi nel Nazareno, visto che le primarie sono state proprio lo strumento attraverso cui Elly Schlein è stata eletta alla segreteria del partito.
I dati del sondaggio Youtrend sono stati raccolti prima delle elezioni regionali in Campania, Puglia e Veneto, previste per domenica 23 e lunedì 24 novembre. In Campania, dove il candidato del campo largo è Roberto Fico, già presidente della Camera e ora esponente di punta del Movimento 5 Stelle, una vittoria rafforzerebbe ulteriormente il posizionamento di Giuseppe Conte all’interno della coalizione. In caso di successo di Fico, nonostante le critiche ricevute durante la campagna elettorale, il presidente del Movimento riuscirebbe comunque a emergere e a consolidare la propria leadership, come sottolineato dalla stessa Martina Carone.
Il risultato delle regionali rappresenta un banco di prova fondamentale per il campo largo. Dopo la vittoria in Toscana, dove Eugenio Giani si è riconfermato governatore con il 53,92 per cento, ma anche dopo alcune sconfitte nelle Marche e in altre regioni, l’alleanza tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle mostra luci e ombre. I dati elettorali dimostrano che la coalizione non riesce sempre a sommare i voti dei due partiti presi singolarmente, anzi in alcuni casi la perdita è evidente. L’astensionismo tra gli elettori del Movimento 5 Stelle, in particolare, rappresenta un problema strutturale che l’alleanza con il Partito Democratico non sembra in grado di risolvere.
Il dibattito sulle primarie non è nuovo nella storia del centrosinistra italiano. Dalla consultazione del 2005 che incoronò Romano Prodi candidato premier dell’Unione con oltre 4 milioni di votanti, passando per le primarie del Partito Democratico che hanno eletto tutti i segretari da Walter Veltroni nel 2007 fino a Elly Schlein nel 2023, i gazebo sono stati lo strumento attraverso cui la sinistra ha cercato di legittimare le proprie leadership attraverso il voto popolare. Un meccanismo che ha sempre generato dibattiti accesi, con sostenitori che ne esaltano la funzione democratica e critici che ne evidenziano i limiti, a partire dalla possibilità di infiltrazioni da parte di elettori di altri schieramenti.
La questione metodologica del sondaggio merita un approfondimento. Youtrend, istituto fondato nel 2012 e diretto da Lorenzo Pregliasco, utilizza metodologie che combinano interviste telefoniche e questionari online, con procedure di ponderazione dei dati basate su variabili demografiche quali sesso, età, livello di istruzione, condizione professionale, zona geografica e orientamento politico. I sondaggi web hanno il vantaggio di ridurre al minimo la cosiddetta desiderabilità sociale, ovvero la tendenza degli intervistati a fornire risposte che ritengono socialmente accettabili piuttosto che sincere. Il campione viene estratto casualmente più volte per minimizzare eventuali distorsioni, e vengono effettuati controlli sistematici della rappresentatività rispetto alla distribuzione della popolazione italiana di riferimento.
Naturalmente, come tutti i sondaggi, anche questa rilevazione va letta con le dovute cautele. Si tratta di uno scenario ipotetico, riferito a primarie che al momento non sono nemmeno state calendarizzate. La distanza temporale dalle elezioni politiche del 2027 è ancora considerevole, e gli equilibri politici possono mutare radicalmente nei prossimi mesi. Tuttavia, il dato politico che emerge con chiarezza è la forza relativa di Giuseppe Conte all’interno del proprio elettorato rispetto alla posizione di Elly Schlein nel Partito Democratico. Una differenza che potrebbe pesare non solo in eventuali primarie, ma soprattutto nella dialettica quotidiana all’interno della coalizione di centrosinistra.
Il tema delle primarie tornerà sicuramente al centro del dibattito nei prossimi mesi. Alcuni esponenti democratici, come Dario Franceschini, hanno già dichiarato pubblicamente che si troverebbe comunque il modo di indicare un candidato premier prima del voto, e le primarie rappresentano la possibilità più concreta. Anche nell’ipotesi di un cambiamento della legge elettorale da parte del governo Meloni, con l’introduzione del nome del candidato presidente del Consiglio sulla scheda elettorale, le primarie potrebbero rappresentare lo strumento per arrivare a una scelta condivisa e legittimata dal basso.
Intanto, Giuseppe Conte continua a tessere la propria tela, stringendo accordi territoriali e inserendo nei programmi elettorali regionali i temi cari al Movimento 5 Stelle, dal salario minimo alla transizione ecologica, dalla sanità pubblica alla scuola. Una strategia che alcuni critici definiscono di posizionamento personale più che di progetto collettivo, ma che i vertici pentastellati presentano come parte di una visione di lungo periodo. Elly Schlein, dal canto suo, continua a rivendicare il lavoro fatto per rilanciare un Partito Democratico che poco più di due anni fa era dato in picchiata nei sondaggi e isolato politicamente, e che oggi si attesta stabilmente sopra il 20 per cento, pur restando distante da Fratelli d’Italia.
Il sondaggio Youtrend, al di là dei numeri specifici, fotografa una realtà politica complessa. Il campo largo esiste sulla carta, vince alcune elezioni locali, ma fatica a trasformarsi in un progetto politico organico con una leadership riconosciuta e condivisa. Le primarie, se e quando verranno indette, potrebbero rappresentare il momento della verità, quello in cui la coalizione dovrà scegliere non solo un candidato premier, ma soprattutto una direzione strategica chiara. Nel frattempo, Giuseppe Conte può contare su un consenso compatto nel proprio elettorato, mentre Elly Schlein deve gestire un partito più frammentato e un’area di riferimento più eterogenea. Una differenza che, secondo Youtrend, si tradurrebbe in 14 punti percentuali di vantaggio per l’ex premier in caso di sfida diretta ai gazebo. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
