Le flotte Airbus di tutto il mondo sono tornate progressivamente alla normalità dopo che il costruttore europeo ha completato con anticipo rispetto alle previsioni l’aggiornamento software su circa seimila aeromobili della famiglia A320, scongiurando il rischio di massicce interruzioni del traffico aereo globale proprio durante uno dei periodi di viaggio più intensi dell’anno. La correzione, che ha coinvolto compagnie aeree dall’Asia agli Stati Uniti passando per l’Europa, si è resa necessaria dopo che un’indagine su un incidente occorso a un volo JetBlue ha rivelato una vulnerabilità critica del sistema di controllo di volo alle radiazioni solari intense.
L’operazione senza precedenti ha avuto origine dall’analisi di quanto accaduto il 30 ottobre scorso, quando il volo JetBlue 1230, un Airbus A320 in rotta da Cancun a Newark, ha subito un’improvvisa e inattesa perdita di quota che ha costretto i piloti a dirottare l’aeromobile verso l’aeroporto internazionale di Tampa, in Florida. L’episodio ha provocato il ferimento di almeno quindici passeggeri, tra cui alcuni bambini, trasportati negli ospedali locali con lesioni fortunatamente non gravi. I dati di FlightRadar24 hanno evidenziato che l’aereo è sceso di circa cento piedi in soli sette secondi, un movimento anomalo che ha immediatamente attirato l’attenzione degli investigatori della Federal Aviation Administration statunitense.
Le verifiche tecniche condotte nelle settimane successive hanno portato alla scoperta della possibile interferenza tra la radiazione solare e uno dei computer di bordo più delicati: l’ELAC, acronimo di Elevator Aileron Computer, il sistema responsabile del controllo degli elevatori e degli alettoni nel regime fly-by-wire che caratterizza la famiglia A320. L’analisi ha evidenziato come intense tempeste solari possano corrompere i dati elaborati da questo sistema attraverso un fenomeno noto come “single event upset” o bit-flip, nel quale una particella elettricamente carica proveniente dal Sole attraversa un componente elettronico e altera le informazioni trasportate dal segnale, generando comandi di volo non richiesti.
La scoperta ha spinto Airbus ad agire con rapidità inusuale per il settore aeronautico. Venerdì 28 novembre, il costruttore di Tolosa ha emesso un Alert Operators Transmission di otto pagine indirizzato a centinaia di operatori in tutto il mondo, ordinando di fatto la messa a terra temporanea degli aeromobili interessati fino al completamento delle riparazioni. L’Agenzia dell’Unione Europea per la Sicurezza Aerea ha seguito immediatamente con una Direttiva di Aeronavigabilità d’Emergenza, il provvedimento più severo a disposizione dei regolatori europei, imponendo che gli interventi fossero completati entro le 23:59 UTC del 29 novembre. La Federal Aviation Administration statunitense ha adottato misure analoghe, richiedendo la conformità prima della mezzanotte del 30 novembre.
La portata dell’operazione è stata impressionante per dimensioni e tempistiche. Circa 6.440 aeromobili su un totale di 11.300 della famiglia A320 in servizio a livello globale sono stati coinvolti nel richiamo, rappresentando oltre la metà della flotta mondiale del modello più venduto e utilizzato per i voli a corto e medio raggio. Per circa 5.100 velivoli, la soluzione ha comportato un semplice rollback del software alla versione precedente L103+, un’operazione che ha richiesto mediamente tre ore per ciascun aeromobile e che poteva essere eseguita tra un volo e l’altro o durante i controlli notturni. Per i restanti novecento aerei più datati, invece, si è resa necessaria la sostituzione fisica dell’hardware dell’ELAC, un intervento che richiederà tempi più lunghi, nell’ordine di settimane.
La risposta delle compagnie aeree è stata rapida e coordinata, dimostrando l’elevata cultura della sicurezza che caratterizza il settore dell’aviazione commerciale. American Airlines, il maggiore operatore mondiale di A320 con una flotta di 480 aeromobili, ha completato l’aggiornamento su tutti i 209 aerei interessati entro la giornata di sabato, riducendo al minimo le cancellazioni nonostante il richiamo sia coinciso con il rientro dei viaggiatori americani dalle festività del Thanksgiving. La low cost ungherese Wizz Air ha confermato di aver implementato con successo l’aggiornamento software durante la notte su tutti gli aeromobili coinvolti, garantendo l’operatività completa dei voli già dalla mattina di sabato.
In Europa, easyJet, la cui flotta è interamente composta da aeromobili della famiglia A320, ha comunicato di aver già avviato e in molti casi completato l’aggiornamento necessario su gran parte della propria flotta, operando regolarmente il programma di voli nella giornata di sabato. Il gruppo Lufthansa, di cui fa parte anche Ita Airways, ha anticipato un piccolo numero di cancellazioni o ritardi durante il fine settimana, completando la maggior parte delle installazioni software durante la notte e nella mattinata di sabato. Air France ha messo a terra 41 dei suoi A320 per l’aggiornamento richiesto, mentre le spagnole Iberia e Vueling hanno sottoposto i propri velivoli alle modifiche necessarie.
Ita Airways ha completato tutte le attività di aggiornamento senza ripercussioni sul programma operativo, grazie all’intervento dei propri tecnici che hanno lavorato fin dalla serata del 28 novembre per valutare gli impatti e avviare interventi immediati. Tra gli aeromobili interessati figurava anche l’Airbus A320neo che sta accompagnando Papa Leone XIV nel suo Viaggio Apostolico in Türkiye e Libano: la compagnia ha provveduto a inviare i componenti necessari e un tecnico aggiuntivo a Istanbul per procedere all’aggiornamento del software, garantendo così la prosecuzione del viaggio in totale sicurezza.
La situazione più critica si è verificata in Sud America, dove la colombiana Avianca ha comunicato che oltre il settanta per cento della propria flotta risultava coinvolto nel richiamo. La compagnia, sopraffatta dall’emergenza, ha sospeso temporaneamente la vendita dei biglietti fino all’ 8 dicembre, prevedendo significativi disagi operativi nei dieci giorni successivi. In Asia e Oceania, Jetstar Airways e All Nippon Airways hanno cancellato circa novanta voli ciascuna, mentre in India le autorità dell’aviazione civile hanno coordinato gli aggiornamenti su oltre 350 aeromobili delle compagnie nazionali.
Il ministro dei Trasporti francese Philippe Tabarot ha dichiarato che la situazione si è stabilizzata rapidamente grazie agli aggiornamenti software già eseguiti, con un impatto minimo sugli aeroporti francesi e un ritorno quasi completo alla normalità. Secondo quanto riferito dal ministro, Airbus ha corretto il problema su oltre cinquemila aeromobili tra il 28 e le prime ore del 29 novembre, un risultato che rappresenta la stragrande maggioranza dei jet inizialmente segnalati come bisognosi di modifiche immediate.
L’amministratore delegato di Airbus Guillaume Faury ha rilasciato una dichiarazione pubblica di scuse per i disagi causati dall’operazione, sottolineando che la sicurezza rimane la priorità assoluta quando milioni di persone volano ogni giorno sugli aeromobili del costruttore europeo. “La correzione richiesta su alcuni A320 ha causato notevoli sfide logistiche e ritardi”, ha affermato Faury in un messaggio pubblicato su LinkedIn, aggiungendo che i team Airbus hanno lavorato senza sosta per supportare gli operatori e implementare gli aggiornamenti necessari nel più breve tempo possibile. Il tono adottato dal numero uno di Airbus rappresenta un deliberato cambio di approccio comunicativo per un settore che ha visto la rivale Boeing al centro di pesanti critiche per la gestione della crisi del 737 MAX.
La procedura di correzione ha comportato il ritorno a una versione precedente del software che gestisce l’angolo del muso dell’aeromobile, un’operazione che richiede l’utilizzo di un dispositivo chiamato data loader portato in cabina di pilotaggio per caricare la versione software corretta attraverso un cavo. Almeno una grande compagnia aerea ha subito ritardi perché non disponeva di un numero sufficiente di questi dispositivi per gestire decine di aerei in tempi così ristretti, secondo quanto riferito da fonti del settore. Rimane inoltre aperta la questione relativa alla sottocategoria di A320 più datati che necessitano della sostituzione del computer anziché del semplice reset software, sebbene il numero di questi velivoli sia stato rivisto al ribasso rispetto alle stime iniziali di circa mille unità.
Il componente incriminato, l’ELAC, è prodotto dalla francese Thales, che tuttavia ha respinto ogni responsabilità sottolineando che il software coinvolto non rientra nella propria gestione. Airbus non ha ancora indicato quale fornitore abbia sviluppato il software difettoso. La vulnerabilità si è annidata specificamente nell’ELAC B con software versione L104, dove un bit-flip provocato dalla radiazione solare intensa avrebbe corrotto dati fondamentali per il controllo di elevatori e alettoni, generando un impulso di beccheggio non richiesto che ha causato l’incidente del volo JetBlue.
L’episodio si inserisce nel contesto di un anno particolarmente turbolento per il trasporto aereo, segnato da una significativa collisione in volo, incursioni in pista, episodi di turbolenza grave e sfide legate alla carenza di personale qualificato per il controllo del traffico aereo. La famiglia A320, entrata in servizio nel 1987 e divenuta il modello di aeromobile a corridoio singolo più diffuso al mondo con oltre novemila unità in servizio, ha recentemente superato il Boeing 737 come modello più consegnato, consolidando la posizione di Airbus nel mercato dei voli a corto e medio raggio. Quattro dei dieci maggiori operatori mondiali di A320 sono compagnie statunitensi – American Airlines, Delta Air Lines, JetBlue e United Airlines – mentre vettori cinesi, europei e indiani figurano tra i principali clienti del costruttore di Tolosa. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
