Un’intensa ondata di maltempo ha investito il Sud Italia tra mercoledì e giovedì, mettendo in ginocchio vaste aree di Puglia, Basilicata e Calabria. Alimentata da una depressione sul Mar Ionio, rafforzata da venti di Scirocco e successiva aria fredda in quota, la perturbazione ha generato un mix pericoloso di fenomeni estremi: piogge torrenziali, raffiche tempestose, tornado localizzati e allagamenti. Il Dipartimento della Protezione Civile ha diramato allerte meteorologiche di livello Arancione, con interventi straordinari in molteplici territori e disagi estesi alla popolazione.
La regione più colpita è stata la Puglia, dove l’allerta si è estesa all’intero territorio. Particolarmente critica la situazione nella provincia di Taranto: numerosi comuni, tra cui il capoluogo, Crispiano e Manduria, hanno disposto la chiusura delle scuole per motivi di sicurezza. A destare maggiore preoccupazione è stata la formazione di un tornado tra Avetrana, Manduria e Maruggio, accompagnato da grandinate violente, che ha devastato ampie aree agricole e distrutto infrastrutture rurali. In tutto il Salento e nella provincia di Bari, il vento ha causato la caduta di alberi, pali dell’illuminazione e cavi elettrici, rendendo impraticabili molte strade e provocando interruzioni nella fornitura di energia.
Gravi anche le ripercussioni in Basilicata, in particolare lungo il versante ionico. Il Materano e il Metapontino sono stati investiti da piogge continue che hanno saturato il terreno e mandato in crisi la rete idrica urbana. A Policoro, Pisticci e Scanzano Jonico si sono verificati allagamenti nei sottopassi e lungo le arterie secondarie, compromesse anche dalla caduta di detriti e fango. I fiumi principali hanno retto l’urto, ma il livello di guardia resta alto. Anche qui le scuole sono rimaste chiuse in via precauzionale, mentre le squadre di emergenza sono state impegnate per ore nella rimozione degli ostacoli e nel monitoraggio del rischio idrogeologico.
La zona di confine tra Taranto e Matera si conferma l’epicentro dei danni più rilevanti. Il forte vento ha sollevato lamiere e cornicioni nei centri urbani, mentre nelle zone rurali la furia atmosferica ha colpito duramente le coltivazioni e le strutture agricole. In parallelo, i blackout hanno isolato alcune frazioni, mentre la viabilità è rimasta compromessa in più punti, richiedendo l’intervento dei Vigili del Fuoco per il ripristino delle condizioni minime di sicurezza.
Anche la Calabria, seppur in misura leggermente minore, ha subito l’effetto della perturbazione. L’allerta Arancione ha interessato soprattutto il versante ionico settentrionale, dove temporali e raffiche di vento hanno convinto diversi sindaci, tra cui quelli di Acri, Crosia e Longobucco, a chiudere le scuole. Le piogge più intense si sono concentrate lungo la fascia costiera ionica, con criticità che restano sotto costante monitoraggio. Più contenuta la situazione in Molise, dove l’allerta Gialla ha accompagnato precipitazioni moderate ma persistenti, tenendo alta l’attenzione sui corsi d’acqua e i versanti collinari.
Nelle prossime ore è previsto un graduale miglioramento, con il fronte perturbato che si sposterà verso est lasciando spazio a una parziale stabilizzazione. Tuttavia, la Protezione Civile invita alla massima cautela: i terreni saturi, i danni alle infrastrutture e la fragilità dei versanti rappresentano un rischio ancora concreto, specie in vista di eventuali nuovi peggioramenti. Le amministrazioni locali sono ora impegnate nella stima dei danni e nella pianificazione degli interventi di ripristino, mentre il Sud si lecca le ferite di un evento che, per intensità e impatto, richiama i tratti sempre più frequenti di un clima in mutazione. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
