L’inverno meteorologico esordisce con un quadro atmosferico pienamente coerente con la stagione: una perturbazione atlantica di media intensità è pronta a investire la Penisola, portando con sé un deciso peggioramento delle condizioni meteorologiche. A partire dalle prossime ore, un impulso perturbato in arrivo dall’Oceano Atlantico sarà accompagnato da aria fredda di origine polare-marittima, che filtrerà sul nostro Paese grazie ad una temporanea ondulazione del flusso zonale. Il risultato sarà una rapida flessione delle temperature, particolarmente avvertibile in quota e sulle regioni settentrionali, e la comparsa della neve fino a quote collinari sul Nord-Ovest.
L’ingresso della saccatura atlantica determinerà precipitazioni diffuse, localmente di forte intensità, in particolare sulle regioni centrali e meridionali del versante tirrenico, mentre il Nord vedrà un tipo di maltempo più freddo e a tratti nevoso. Secondo gli ultimi dati modellistici, i primi fiocchi faranno la loro comparsa sulle Alpi occidentali già dalla giornata odierna, con una quota neve inizialmente compresa tra i 1200 e i 1400 metri. Tuttavia, tra la tarda serata e la giornata di giovedì 5 dicembre, l’ingresso di masse d’aria progressivamente più fredde favorirà un ulteriore abbassamento della quota neve, fino ai 700 metri sulle aree pedemontane del Piemonte sud-occidentale.
Le zone più esposte, in particolare le Alpi Marittime e Liguri, potranno ricevere accumuli significativi: si stimano punte superiori ai 30-40 cm oltre i 1500-1800 metri. Questo rappresenta un’ottima notizia per le principali località sciistiche della zona, come Prato Nevoso, Limone Piemonte e Sestriere, che si preparano a una stagione sciistica promettente in vista del ponte dell’Immacolata. Entro giovedì sera le nevicate si estenderanno anche alla Valle d’Aosta, alle Alpi lombarde, al Trentino Alto Adige, al Cadore e al Friuli Venezia Giulia, con quota neve compresa tra i 1100 e i 1300 metri.
Sull’Appennino centrale, in particolare tra Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo, la neve cadrà a quote più elevate, generalmente superiori ai 1300-1400 metri, ma con fenomeni che insisteranno almeno fino a venerdì 6 dicembre, soprattutto lungo i crinali orientali esposti alle correnti da ovest-nordovest.
L’evoluzione sarà rapida ma incisiva, con un temporaneo raffreddamento della colonna d’aria fino alla media troposfera, responsabile non solo del calo termico, ma anche del miglioramento del rapporto termico neve/pioggia. Si tratterà di un passaggio fondamentale per il consolidamento del manto nevoso nelle aree alpine, con effetti positivi sul bilancio nivologico stagionale e sulla programmazione turistica invernale.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
