Mentre le ultime code del maltempo continuano ad interessare diverse aree del Centro-Sud, con piogge residue e venti tesi, l’attenzione degli esperti si sposta sull’evoluzione della configurazione sinottica a scala continentale. A partire dal fine settimana, infatti, il campo barico sull’Europa subirà una decisa trasformazione, con l’instaurarsi di una robusta struttura anticiclonica a omega, una delle configurazioni più persistenti e stabili in ambito meteorologico.
Questa figura barica, ben nota ai sinottici per la sua capacità di bloccare le perturbazioni atlantiche, prenderà piede inizialmente sul Mediterraneo occidentale per poi consolidarsi sull’intero bacino centrale e sull’Italia. Sarà l’anticiclone nordafricano il protagonista assoluto della scena, mentre quello delle Azzorre resterà defilato sull’Atlantico, inibito da un getto polare attivo più a ovest.
Il culmine della stabilità è atteso proprio durante il ponte dell’Immacolata, tra l’8 e il 12 dicembre, con condizioni di tempo stabile e soleggiato su quasi tutto il territorio nazionale. Le temperature inizieranno ad aumentare in modo significativo già dal fine settimana, con isoterme a 850 hPa (circa 1500 metri) che si porteranno ben oltre le medie del periodo. In montagna sono attesi scarti positivi fino a +8/+10 °C rispetto alla norma, in particolare sull’arco alpino centro-orientale e sull’Appennino settentrionale.
Tuttavia, al suolo il quadro sarà meno uniforme. La presenza di inversioni termiche accentuate, tipiche delle fasi anticicloniche invernali, farà sì che nelle pianure del Nord, specialmente in Val Padana, il freddo resti intrappolato nei bassi strati, con nebbie dense e foschie persistenti durante le ore più fredde della giornata. Questa divergenza tra quote medie e superficie, se da un lato mitiga l’effetto del caldo al suolo, dall’altro segnala la presenza di un blocco atmosferico ben strutturato, che impedisce la ventilazione e il rimescolamento delle masse d’aria.
A livello europeo, le anomalie termiche si estenderanno ben oltre i confini italiani. Il cuore dell’anomalia interesserà l’Europa centrale, dove i modelli previsionali indicano picchi di temperatura fino a +10 °C sopra la media climatica trentennale. Questo squilibrio termico è particolarmente significativo per il mese di dicembre, solitamente caratterizzato da un regime più perturbato e da un graduale consolidamento del freddo invernale.
Dopo le recenti nevicate che hanno imbiancato le Alpi e, in misura minore, l’Appennino, il rialzo termico metterà a dura prova la tenuta del manto nevoso, soprattutto a quote inferiori ai 1800-2000 metri. Le alte temperature in quota, abbinate all’assenza di precipitazioni e all’irraggiamento solare diretto, accelereranno i processi di fusione e riduzione dell’albedo, con possibili ripercussioni anche sul regime idrico a valle.
Sebbene non sia ancora possibile stabilire con precisione la durata del blocco anticiclonico, l’analisi dei principali centri di calcolo conferma un’alta probabilità che l’alta pressione si mantenga attiva almeno fino alla metà del mese, escludendo l’arrivo di perturbazioni significative sull’Italia. Si profila, dunque, una fase meteorologicamente stabile ma climatologicamente anomala, che potrebbe rappresentare un ulteriore segnale del trend di inverni sempre più miti sul continente europeo.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
