L’ultima indiscrezione firmata da Giuseppe Candela nella rubrica A Lume di Candela, pubblicata su Dagospia, riporta alla ribalta il nome di Barbara d’Urso in relazione al gruppo La7, raccontando di un progetto ambizioso, poi naufragato, che avrebbe dovuto trasformare l’ex canale La7d in una rete tematica interamente costruita attorno alla conduttrice napoletana.
Secondo quanto ricostruito dal giornalista, nei mesi precedenti al lancio di La7 Cinema, il gruppo guidato da Urbano Cairo avrebbe valutato l’ipotesi di ripensare radicalmente l’identità della seconda rete, ribattezzandola “La7 B” e affidandone l’impostazione editoriale complessiva proprio a Barbara d’Urso, con un palinsesto costruito su più programmi riconducibili al suo stile e al suo marchio televisivo. Un progetto che, sempre stando al retroscena, sarebbe stato accantonato in una fase molto precoce per motivi economici, con il timore che l’investimento non fosse sostenibile di fronte al rischio di ascolti troppo bassi, definito con l’espressione “rischio nano share”.
Nel dettaglio, Candela riferisce che “prima che La7 D diventasse La7 Cinema, con buoni riscontri auditel, nei mesi scorsi Urbano Cairo aveva pensato di trasformare la seconda rete del gruppo in La7 B e affidarla a Barbara d’Urso, un progetto ampio con i suoi titoli e altri programmi a tema. Progetto arenatosi quasi sul nascere per una questione di budget (e forse anche di potenzialità con il rischio nano share)”. Parole che delineano non solo la portata dell’idea, ma anche la prudenza economica con cui il gruppo editoriale ha scelto infine di orientare le proprie risorse verso un diverso tipo di offerta.
L’esito concreto di quel processo di riposizionamento è oggi rappresentato da La7 Cinema, il canale lanciato il 1° ottobre 2025 sul canale 29 del digitale terrestre, subentrato proprio a La7d e interamente dedicato al grande cinema italiano e internazionale. La nuova rete, presentata dal gruppo Cairo come un tassello strategico nel ridisegno dell’offerta, propone una programmazione costruita su film di vari generi, dai classici d’autore alle commedie, dall’action al crime, con l’obiettivo dichiarato di valorizzare la settima arte e di presidiare uno spazio tematico ben riconoscibile nel panorama generalista gratuito.
La ricostruzione di Candela colloca dunque l’ipotesi di “La7 B” in una fase in cui il gruppo stava ancora valutando come impiegare la frequenza occupata da La7d, storicamente canale generalista con forte impronta femminile, in un contesto in cui la frammentazione degli ascolti e la pressione sui costi rendono sempre più complessa la gestione di reti minori. L’idea di un canale confezionato sull’immagine di un singolo volto di punta, per quanto popolare, avrebbe comportato un impianto produttivo importante, fatto di più programmi originali, investimenti in studi, redazioni, contratti di lunga durata e campagne di lancio adeguate alla portata del progetto.
In questo quadro, la scelta definitiva di puntare su una rete tematica cinematografica consente a Cairo Communication di presidiare un genere forte come il cinema, facendo leva in larga parte su diritti di library e accordi distributivi, con una struttura dei costi più lineare rispetto a un canale cucito su misura per una singola conduttrice e popolato prevalentemente da produzioni inedite. La stessa comunicazione aziendale ha presentato La7 Cinema come una “nuova realtà in chiaro, per tutti”, sottolineando la volontà di ampliare l’offerta del gruppo affiancando ai canali informativi un presidio stabile nel campo dell’intrattenimento cinematografico.
Il retroscena sul progetto non realizzato con Barbara d’Urso si inserisce in una più ampia serie di indiscrezioni che, dal 2023 in poi, hanno ripetutamente associato il nome della conduttrice a un possibile approdo a La7, specialmente dopo la fine del suo storico ciclo professionale a Mediaset. Già all’indomani dell’annuncio della sua uscita da Pomeriggio 5, alcune testate avevano ipotizzato trattative con il gruppo di Cairo, ipotesi però smentite pubblicamente dall’editore in occasione della presentazione dei palinsesti 2023/2024: Cairo aveva definito d’Urso una “professionista eccellente”, precisando però che non erano in corso contatti per un suo approdo sulla rete.
Parallelamente, nell’ultimo biennio il nome di Barbara d’Urso è stato più volte accostato anche ad altri gruppi, tra cui Rai e piattaforme come Netflix, alimentando una narrazione continua sul suo possibile rientro da protagonista nel prime time o nell’intrattenimento quotidiano. Candela stesso ha seguito da vicino i movimenti della conduttrice, anticipandone ad esempio la presenza come “ballerina per una notte” a Ballando con le Stelle, segnale di un riavvicinamento, almeno simbolico, ai palinsesti del servizio pubblico. Successivi aggiornamenti hanno però chiarito come, al di là di ospitate di rilievo, il suo nome non figuri ancora stabilmente nei piani della tv di Stato, mantenendo il quadro apertamente fluido e oggetto di continue speculazioni.
In questo scenario, l’informazione su “La7 B” aggiunge un tassello ulteriore: per la prima volta emerge la descrizione di un progetto strutturato che non si limitava a prevedere un singolo programma, ma un intero canale di cui la conduttrice sarebbe stata di fatto il perno editoriale, con una serie di titoli costruiti secondo il modello dei salotti televisivi e dei contenitori di intrattenimento da lei già sperimentati in passato su altre reti. Una soluzione che, se fosse andata in porto, avrebbe rappresentato un unicum nel panorama nazionale, dove raramente una rete generalista o semi-generalista viene organizzata intorno a un solo volto.
Il fatto che la proposta si sia arenata per una “questione di budget” evidenzia come il rapporto tra costi e potenziale ritorno commerciale resti l’elemento dirimente nelle scelte dei broadcaster, in particolare su canali secondari che operano con margini molto più sottili rispetto alle reti ammiraglie. La prospettiva di audience limitate, sintetizzata dall’espressione “rischio nano share” riportata da Candela, avrebbe contribuito a far prevalere una linea di maggiore cautela, indirizzando l’investimento su un brand tematico come La7 Cinema, ritenuto più coerente con il posizionamento editoriale complessivo del gruppo e con il comportamento del pubblico sul digitale terrestre.
Per Barbara d’Urso, il retroscena conferma come il suo nome continui a essere considerato un asset forte nell’immaginario televisivo italiano, al punto da entrare al centro di ipotesi progettuali complesse che, anche quando non vedono la luce, testimoniano un interesse potenziale da parte di più editori. Allo stesso tempo, la mancata concretizzazione di tali scenari ribadisce le difficoltà oggettive di collocare una figura fortemente caratterizzata in un sistema che, tra tagli ai budget, crisi del generalismo tradizionale e crescita delle piattaforme, richiede format e strutture produttive più flessibili e meno costosi rispetto al passato.
Oggi, i fatti verificabili raccontano da un lato la nascita effettiva di un nuovo canale del gruppo Cairo Communication, La7 Cinema, con una linea editoriale nitidamente definita attorno al cinema; dall’altro, una conduttrice di lungo corso che, dopo l’addio a Mediaset, alterna apparizioni mirate a una fase ancora priva di un progetto televisivo fisso di pari peso rispetto alle sue esperienze precedenti. In mezzo, le molte ipotesi circolate negli ultimi anni, tra cui quella di “La7 B”, contribuiscono a restituire l’immagine di un settore in continua ridefinizione, in cui anche i format e i canali più articolati possono restare confinati allo stadio di dossier interni, studi di fattibilità e indiscrezioni riportate da rubriche specializzate.
Il retroscena pubblicato su Dagospia si inserisce quindi a pieno titolo nella cronaca dell’industria televisiva italiana, fotografando l’incrocio tra strategie editoriali, vincoli economici e utilizzo dei volti più noti come possibili leve di rilancio o di differenziazione dell’offerta. Il progetto di un canale “su misura” per Barbara d’Urso resta, allo stato attuale, un capitolo mancato di questa fase di transizione, mentre le scelte definitive del gruppo Cairo si sono tradotte in un investimento sul cinema come terreno privilegiato di espansione della propria presenza sul digitale terrestre, lasciando aperto il dossier sul futuro televisivo della conduttrice, che continua a essere oggetto di attenzione e di interrogativi da parte di addetti ai lavori e pubblico. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
