Dal 7 gennaio 2025 visitare la Fontana di Trevi costerà 2 euro per i turisti, mentre i residenti romani continueranno ad accedere gratuitamente al monumento più visitato della Capitale dopo il Colosseo. La misura, fortemente voluta dall’assessore al Turismo e Grandi Eventi Alessandro Onorato e appoggiata dal sindaco Roberto Gualtieri, rappresenta una svolta storica nella gestione dei flussi turistici della città eterna e potrebbe garantire alle casse comunali introiti stimati intorno ai 20 milioni di euro annui.
Il nuovo assetto organizzativo prevede due corsie separate, una dedicata ai turisti paganti e una riservata ai romani, delimitate da eleganti paletti in ottone che sostituiranno le attuali transenne. Il pagamento potrà essere effettuato anche tramite carta di credito, seguendo il modello già sperimentato con successo al Pantheon, dove dal luglio 2023 l’ingresso è a pagamento con un biglietto da 5 euro per i non residenti. La scelta di far partire il ticket dopo l’Epifania e la conclusione delle festività natalizie risponde a una strategia precisa per non interferire con il periodo di maggiore visibilità internazionale della città.
La decisione arriva dopo un lungo percorso amministrativo e logistico che ha coinvolto il Campidoglio in collaborazione con Zètema, la società partecipata al cento per cento da Roma Capitale che gestisce e valorizza il patrimonio artistico-culturale della città, e la Sovrintendenza Capitolina. L’obiettivo dichiarato è duplice: tutelare il monumento tardo-barocco progettato dall’architetto Nicola Salvi nel Settecento e gestire in modo più ordinato i flussi turistici, soprattutto in alta stagione, quando la piccola piazza antistante la fontana viene letteralmente presa d’assalto da migliaia di visitatori contemporaneamente.
Già dallo scorso 22 dicembre la piazza è soggetta a un contingentamento massimo di quattrocento persone contemporaneamente, gestito da steward riconoscibili dalle pettorine blu e dotati di fischietto che vigilano sull’area e assicurano il deflusso ordinato dei visitatori. Il sistema di controllo degli accessi si prepara ora ad accogliere la novità del biglietto, completando quella rivoluzione nella fruizione del monumento che era stata annunciata da tempo e che ha raccolto consensi trasversali tra le istituzioni.
I numeri giustificano ampiamente la necessità di intervento. Solo nei primi sei mesi del 2025 la Fontana di Trevi ha registrato oltre 5 milioni e 300mila visitatori, superando ampiamente i 4 milioni e 86mila ingressi totalizzati dal Pantheon nell’intero 2024. Con queste proiezioni, il capolavoro barocco potrebbe chiudere l’anno intorno agli 11 milioni di visitatori, un’affluenza seconda solo ai 14 milioni e 700mila del Parco archeologico del Colosseo, che comprende l’Anfiteatro Flavio, il Foro Romano, il Palatino e la Domus Aurea.
L’introduzione del ticket rappresenta per le casse comunali un tesoretto che secondo le stime del Corriere della Sera potrebbe valere 20 milioni di euro, considerata l’attrattività del capolavoro legato al celebre rito del lancio della monetina di buon auspicio per il ritorno nella città eterna. Le risorse derivanti dal pagamento del biglietto dovrebbero essere investite nel miglioramento dell’offerta e dei servizi turistici, come già avviene per i proventi ricavati dal contributo di soggiorno, che nel 2024 ha fatto incassare al Campidoglio circa 200 milioni di euro utilizzati per interventi ad ampio spettro: dalla valorizzazione ambientale alla manutenzione stradale, dalla modernizzazione della rete di trasporto pubblico alla riqualificazione e al restauro delle fontane storiche.
Il sindaco Gualtieri ha sempre definito la proposta un’ipotesi molto concreta per arginare l’assalto dei visitatori altrimenti difficile da gestire. La ministra del Turismo Daniela Santanchè si è mostrata favorevole alla misura già più di un anno fa, promuovendola per mettere a reddito le ricchezze italiane e regolare i flussi con un meccanismo di prenotazione in grado di limitare il sovraffollamento e la cosiddetta disneylandizzazione della Grande Bellezza diventata ostaggio dell’iperturismo.
L’esperienza del Pantheon, che ha incassato oltre 14 milioni e 700mila euro nel 2024 con circa 4 milioni di ingressi, dimostra come un sistema di bigliettazione possa funzionare efficacemente anche per monumenti di grande richiamo. Il modello si ispira anche a quello adottato da Venezia, che già da tempo fa pagare l’ingresso alla città con un contributo di accesso che nel 2025 è passato da 5 a 10 euro per i visitatori giornalieri, applicato in 54 giornate distribuite tra aprile e luglio per contrastare il fenomeno dell’overtourism.
La Fontana di Trevi, riaperta al pubblico il 22 dicembre 2024 dopo circa tre mesi di lavori di manutenzione straordinaria del costo di 327mila euro finanziati con fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nell’ambito del programma Caput Mundi, si presenta ora più bella che mai in vista del Giubileo 2025. Durante i lavori di restauro curati dalla Sovrintendenza Capitolina, una passerella temporanea aveva permesso ai visitatori di ammirare il monumento da una prospettiva inedita, riscuotendo grande successo con circa 200mila visitatori che hanno fatto la fila per vedere la fontana durante il restauro.
La monumentale mostra dell’acquedotto Vergine, che si inserisce sulla facciata di Palazzo Poli con uno studio meditato delle proporzioni e delle decorazioni, fu progettata da Nicola Salvi dopo il concorso indetto da papa Clemente XII nel 1731. I lavori iniziarono nel 1732 ma Salvi non vide mai completata la sua opera, terminata nel 1762 dall’amico Pietro Bracci dopo trent’anni di cantiere. L’imponente complesso scultoreo centrale, che narra attraverso uno sposalizio tra architettura e scultura la storia dell’Acqua Vergine, rappresenta uno degli esempi più riusciti della sintesi tra influenze barocche berniniane e il nuovo monumentalismo classicista che caratterizzò il pontificato di Clemente XII.
Oltre al valore artistico e monumentale, la Fontana di Trevi genera anche un importante flusso di solidarietà attraverso il tradizionale lancio delle monetine. Le monete raccolte nella vasca, che ammontano in media a circa 1 milione e mezzo di euro all’anno pari a oltre 33mila chilogrammi di monete provenienti da tutto il mondo, vengono raccolte circa tre volte a settimana da Acea, la società multiutility che gestisce tra l’altro l’igiene pubblica nella Capitale, e devolute interamente alla Caritas diocesana di Roma. I costi della gestione della raccolta assorbono circa il sei per cento del totale, mentre tutto il resto viene destinato ai progetti a sostegno delle persone più vulnerabili della città.
Il cambio di passo scatta in un momento in cui Roma sta affrontando la sfida dell’overtourism amplificata dal Giubileo 2025, che ha portato a un incremento del cinque per cento degli arrivi rispetto al 2024 con 23 milioni e mezzo di arrivi e 55 milioni di presenze. Il fenomeno dell’iperturismo ha costretto l’amministrazione capitolina a ripensare la gestione dei luoghi più iconici della città per evitare il degrado e garantire una fruizione più decorosa e sostenibile sia per i turisti che per i residenti.
La proposta rilanciata in più occasioni dall’assessore Onorato mira a rendere la visita alla Fontana di Trevi più ordinata e decorosa, evitando il caos attuale e le situazioni di sovraffollamento che rendono difficile una fruizione adeguata del monumento. Il sistema prevede che gli steward gestiscano in tempo reale il flusso dei visitatori senza tornelli né prenotazioni orarie, ma con un controllo continuo per mantenere il limite massimo di quattrocento persone contemporaneamente nell’area e garantire che la permanenza avvenga in condizioni di sicurezza e decoro.
L’introduzione del biglietto serve anche a finanziare un’organizzazione stabile con personale qualificato, creando nuovi posti di lavoro con l’assunzione di steward e hostess per regolare gli ingressi e trasformando l’accesso in un’esperienza più ordinata. La piazza deve smettere di essere una calca permanente e tornare a essere visitabile senza spintoni e stazionamenti infiniti che spesso sono fonte di degrado, come sottolineato più volte dagli agenti della polizia locale che presidiano quotidianamente l’area.
Tra le questioni pratiche che dovranno essere chiarite nei prossimi giorni ci sono le modalità con cui i residenti dimostreranno la propria residenza per accedere gratuitamente, i tempi di permanenza consentiti nell’area e la gestione delle ore di punta quando Roma è particolarmente affollata. L’amministrazione dovrà fornire dettagli precisi per evitare confusione e tensioni, soprattutto nei periodi di maggiore afflusso turistico come le festività e i grandi eventi che caratterizzano il calendario della Capitale.
La scelta di Roma si inserisce in un contesto più ampio di ripensamento delle politiche turistiche nelle città d’arte italiane e europee che stanno cercando soluzioni per gestire il turismo di massa senza snaturare l’identità dei luoghi e preservando la vivibilità per i residenti. Se da un lato il turismo rappresenta una risorsa economica fondamentale per la città con ricadute su ricettività, commercio e servizi, dall’altro l’iperconcentrazione di visitatori in alcune aree rischia di provocare fenomeni di gentrificazione, desertificazione commerciale e perdita di autenticità dei quartieri centrali.
Dal 7 gennaio la Fontana di Trevi entra quindi in una nuova fase della sua storia millenaria, quella in cui la tutela del patrimonio artistico si coniuga con la necessità di gestire flussi turistici senza precedenti. La piazza sarà il giudice più rapido dell’efficacia di questo sistema, che potrebbe rappresentare un modello per altri luoghi iconici della Capitale e delle città d’arte italiane alle prese con le stesse problematiche legate all’overtourism. Il successo della misura dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra accessibilità, sostenibilità economica e preservazione del decoro e dell’autenticità di uno dei monumenti più fotografati e amati del mondo. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
