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Il castello di Biancaneve esiste davvero, ecco dove si trova

Situato in Carinzia, il castello di Hochosterwitz è una delle fortezze medievali più spettacolari d’Europa e la presunta ispirazione per il film Disney Biancaneve.

Nell’immaginario collettivo, i castelli delle fiabe sono costruzioni eteree, sospese tra nuvole di zucchero filato e guglie che sfidano le leggi della fisica, spesso frutto della pura fantasia di disegnatori e animatori. Tuttavia, esiste un luogo nel cuore dell’Europa centrale che smentisce questa percezione, ancorando il mito alla solida roccia calcarea: è il Castello di Hochosterwitz. Situato nella regione austriaca della Carinzia, a pochi chilometri da Sankt Georgen am Längsee, questo maniero non è soltanto una delle fortezze medievali meglio conservate del continente, ma è considerato dagli storici del cinema e dagli esperti di animazione come il vero, tangibile modello architettonico che ispirò Walt Disney per la creazione del castello di Biancaneve e i sette nani, il primo lungometraggio animato della storia uscito nel 1937.

Il primo impatto visivo con Hochosterwitz è di quelli che tolgono il fiato e giustificano immediatamente l’associazione con il mondo delle favole. La rocca si erge solitaria su uno sperone di roccia dolomitica alto circa 150 metri, che si distacca nettamente dalla piana circostante offrendo una visibilità a 360 gradi sulle valli della Carinzia, dalla Saualpe fino alle Caravanche. Questa posizione, strategica per scopi militari, conferisce alla struttura quell’aspetto di isolamento altero e irraggiungibile che è tipico della dimora della Regina Grimilde. A differenza del più celebre, ma decisamente più tardo e neoromantico, castello di Neuschwanstein in Baviera – spesso erroneamente citato come unica fonte di ispirazione disneyana – Hochosterwitz possiede una rudezza autentica, una struttura organica cresciuta direttamente dalla pietra nel corso di secoli di storia bellica, priva delle leziosità ottocentesche.

La storia di questo monumento affonda le radici nell’Alto Medioevo. La prima menzione documentata risale all’anno 860, in un atto di donazione di Re Ludovico II il Germanico, ma è nel XVI secolo che il castello assume la sua fisionomia attuale, trasformandosi in una macchina da guerra perfetta. L’artefice di questa metamorfosi fu la nobile famiglia Khevenhüller, che acquisì la proprietà nel 1541. Fu in particolare Georg Khevenhüller, governatore della Carinzia, a concepire il grandioso progetto di fortificazione per fronteggiare la minaccia sempre più pressante delle invasioni turche che all’epoca terrorizzavano l’Europa orientale. Egli volle rendere Hochosterwitz un baluardo inespugnabile, dotandolo di un sistema difensivo che ancora oggi rappresenta un unicum nell’architettura militare europea.

Il vero cuore pulsante della leggenda di Hochosterwitz, e l’elemento che più di ogni altro deve aver colpito l’immaginazione dei disegnatori della Disney, è la spettacolare via d’accesso fortificata. Per raggiungere il cortile superiore, un visitatore – o un esercito invasore – deve percorrere una strada tortuosa lunga 620 metri che si avvita attorno alla montagna, interrotta e protetta da ben quattordici porte fortificate successive. Ogni porta è un capolavoro di ingegneria bellica, progettata con meccanismi difensivi specifici e differenziati per disorientare e decimare il nemico.

Si inizia con la Fähnrichtor (Porta dell’Alfiere), decorata con gli stemmi della famiglia, per proseguire attraverso passaggi che evocano scenari epici come la Engelsentor (Porta dell’Angelo) o la temibile Löwentor (Porta del Leone). Ogni varco presentava trappole mortali: ponti levatoi che si chiudevano al contrario intrappolando gli assalitori, feritoie nascoste per il tiro incrociato di balestrieri e archibugieri, caditoie per versare olio bollente o pece. La disposizione è tale che, anche conquistando una porta, gli attaccanti si sarebbero trovati in una posizione di svantaggio tattico rispetto alla successiva, esposti al fuoco proveniente dall’alto. È un percorso che narra di una strategia difensiva psicologica oltre che fisica: la sola vista di questa infinita sequenza di ostacoli era spesso sufficiente a scoraggiare qualsiasi tentativo di assedio.

Non c’è castello che si rispetti senza una leggenda, e Hochosterwitz ne conserva una particolarmente affascinante legata alla figura della contessa Margarete Maultasch, nota come “Bocca di Sacco”. Si narra che nel XIV secolo le truppe della contessa cinsero d’assedio la fortezza per mesi, convinte di poter prendere i difensori per fame. Quando le scorte all’interno del castello erano ormai ridotte a un solo bue e a un ultimo sacco di cereali, il comandante della guarnigione decise di tentare un azzardo disperato. Fece macellare l’ultimo bue, ne riempì la carcassa con tutto il grano rimasto e lo gettò giù dalle mura verso l’accampamento nemico, gridando che avevano talmente tante provviste da potersi permettere di usarle come proiettili. L’inganno funzionò: credendo che il castello avesse scorte infinite, l’esercito di Margarete levò l’assedio e si ritirò. Sebbene gli storici dibattano sulla veridicità dell’episodio, tale racconto sottolinea la reputazione di invincibilità che ha sempre circondato questo luogo.

Il legame con Walt Disney, reale o suggestione?

Sebbene gli archivi della Disney non abbiano mai rilasciato una conferma ufficiale dettagliata, è noto che Walt Disney compì diversi viaggi in Europa negli anni precedenti alla realizzazione dei suoi capolavori, assorbendo avidamente le architetture, le atmosfere e il folklore del Vecchio Continente. La somiglianza tra la rocca di Hochosterwitz, con la sua ascesa a spirale e la sua posizione dominante, e il castello della Regina Cattiva in Biancaneve è impressionante e va oltre la mera coincidenza stilistica. In Biancaneve, il castello non è un palazzo gentile e luminoso, ma una fortezza severa, arroccata su un picco, esattamente come il maniero carinziano. Questa connessione ha trasformato Hochosterwitz in una meta di pellegrinaggio non solo per gli appassionati di storia medievale, ma anche per i cinefili alla ricerca delle radici visive che hanno plasmato l’infanzia di milioni di persone.

Oggi, il castello è ancora di proprietà della famiglia Khevenhüller, che onora il testamento di Georg mantenendo la struttura aperta al pubblico e preservandola con cura maniacale. I visitatori possono scegliere se affrontare la salita a piedi attraverso le quattordici porte, immergendosi nella fatica e nella meraviglia del percorso storico, o utilizzare un più comodo ascensore inclinato. All’interno, un museo espone armature, armi rinascimentali, documenti storici e ritratti che testimoniano la vita quotidiana e militare di un tempo. Ma è l’atmosfera complessiva a restare impressa: camminando lungo i bastioni, con il vento che spazza la valle sottostante, si percepisce chiaramente perché questo luogo sia stato scelto come archetipo della fortezza fiabesca, un confine di pietra dove la storia sfuma nella leggenda. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!