Sono stati pubblicati sui siti di Camera e Senato i dati relativi alle dichiarazioni patrimoniali 2025 dei parlamentari italiani, riferite al periodo d’imposta 2024, e il quadro che emerge evidenzia variazioni significative nei redditi dei principali esponenti politici del Paese. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha visto il proprio reddito complessivo scendere drasticamente a 180.031 euro, più che dimezzato rispetto ai 459.460 euro dichiarati nel 2024 e inferiore anche ai 293.531 euro del 2023. Nonostante questo calo marcato, la premier continua a dichiarare un imponibile quasi doppio rispetto alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein, che si attesta sui 98.471 euro, cifra invariata rispetto all’anno precedente.
La contrazione dei guadagni della presidente del Consiglio risulta strettamente correlata al venir meno dei proventi derivanti dai diritti d’autore sui suoi libri. Le pubblicazioni Io sono Giorgia, uscito nel 2021, e La versione di Giorgia, pubblicato nel 2023 con l’editore Rizzoli in collaborazione con il giornalista Alessandro Sallusti, avevano generato introiti sostanziosi negli anni precedenti, contribuendo in modo determinante all’impennata reddituale registrata. Nel 2023, infatti, il reddito della Meloni era quasi raddoppiato proprio grazie al successo editoriale delle opere, che hanno venduto complessivamente circa 300mila copie e sono state tradotte in numerose lingue. Secondo fonti vicine alla premier, i redditi potrebbero tornare a crescere nel 2026 grazie all’anticipo ricevuto per l’edizione americana del volume, presentata anche dal presidente statunitense Donald Trump.
Nella dichiarazione patrimoniale depositata il 28 ottobre scorso presso la Camera dei deputati, la leader di Fratelli d’Italia ha riportato imposte lorde per 69.340 euro, ridotte a 63.060 euro nette grazie a detrazioni complessive pari a 6.274 euro. Tra le voci detraibili figurano 4.579 euro per interventi di recupero del patrimonio edilizio, 781 euro per ulteriori detrazioni sugli interventi edilizi nella fascia tra il 50 e il 110 per cento, 499 euro per spese di natura energetica o per l’installazione di dispositivi multimediali e 415 euro di erogazioni liberali al partito Fratelli d’Italia. Il documento, in cui risultano oscurati sia la firma che lo stato civile per motivi di privacy, evidenzia come unica variazione patrimoniale significativa l’acquisto definitivo della nuova abitazione come prima casa.
La premier ha infatti concluso l’acquisizione di un villino situato nel quartiere romano Eur-Tre Pini, dopo aver firmato nel 2023 soltanto il contratto preliminare. L’immobile, classificato catastalmente in categoria A/7 riservata ai villini, si estende su 433 metri quadri catastali, dispone di 18 vani e comprende due box auto per ulteriori 78 metri quadri complessivi. L’acquisto è stato finanziato in parte con i proventi dei diritti d’autore accumulati negli anni e in parte attraverso un mutuo ipotecario di 200mila euro acceso il 23 dicembre 2024 con Banca Mediolanum, con rate mensili di 1.390,80 euro. Il contratto prevedeva un tasso fisso del 3,10 per cento per i primi dieci anni e un tasso variabile per i successivi cinque anni. Pochi mesi dopo, il 10 giugno 2025, la Meloni ha esercitato il diritto di surrogazione previsto dalla normativa vigente, trasferendo il mutuo presso un altro istituto di credito per ottenere condizioni economiche più vantaggiose.
Dall’altra parte dello schieramento politico, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha confermato un reddito complessivo di 98.471 euro, cifra sostanzialmente identica a quella dichiarata nel 2024 e derivante interamente dalla sua funzione di deputata. Il dato colloca la leader del principale partito di opposizione in linea con numerosi altri parlamentari che percepiscono esclusivamente l’indennità parlamentare senza ulteriori fonti di reddito. Anche i colleghi di Alleanza Verdi e Sinistra hanno mantenuto inalterati i propri guadagni: Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, si attesta a 93.306 euro, mentre Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, dichiara 101.811 euro. Il leader di Azione Carlo Calenda ha dichiarato un imponibile totale di 121.799 euro, di cui 22.586 provenienti da altri redditi oltre all’indennità parlamentare.
Tra i leader della maggioranza, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, ha registrato un incremento di oltre 30mila euro rispetto all’anno precedente, dichiarando un reddito complessivo di 187.673 euro contro i 156.085 euro del 2023. Il balzo più evidente è però quello di Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, che è passato dai 124.864 euro del 2023 ai 224.683 euro del 2024, registrando un incremento di quasi 100mila euro che lo colloca tra i parlamentari con la crescita più significativa. L’altro vicepremier Matteo Salvini, segretario della Lega e ministro dei Trasporti, ha presentato la propria dichiarazione successivamente, attestandosi a 103.524 euro per il periodo d’imposta 2024, in aumento rispetto ai 91.975 euro dell’anno precedente. Nella documentazione patrimoniale il leader leghista ha annotato come variazione l’acquisto di un appartamento a uso abitativo nel Comune di Roma.
Tra i leader delle opposizioni, Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato un imponibile di 98.471 euro, in calo rispetto ai 104.253 euro del 2024, perdendo quasi 6mila euro nell’arco di un anno. Il dato evidenzia come la maggior parte dei leader di partito, esclusi casi particolari, percepiscano redditi sostanzialmente allineati all’indennità parlamentare standard, che oscilla tra i 90 e i 100mila euro annui per chi non beneficia di ulteriori incarichi governativi o proventi professionali.
Nel comparto ministeriale spiccano diverse cifre. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha dichiarato 259.716 euro, confermandosi tra i membri del governo con il reddito più elevato. Il ministro del Made in Italy Adolfo Urso si attesta sui 126.340 euro, mentre il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha dichiarato 99.623 euro, invariato rispetto all’anno precedente. Tra gli altri esponenti del governo con redditi superiori ai 100mila euro figurano il ministro della Salute Orazio Schillaci con 102.176 euro, il ministro dei Rapporti col Parlamento Luca Ciriani con 100.701 euro e la ministra delle Disabilità Alessandra Locatelli con 100.304 euro. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato 96.514 euro.
Ai vertici della classifica dei parlamentari più ricchi si conferma l’avvocata e presidente della commissione Giustizia del Senato Giulia Bongiorno, esponente della Lega, che supera i 3 milioni di euro dichiarati grazie alla sua attività professionale nel settore legale. Al secondo posto si colloca l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, deputato di Fratelli d’Italia, con un reddito che supera di poco i 2 milioni di euro. Tra i parlamentari più facoltosi figura anche Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che nella dichiarazione 2024 ha riportato un reddito complessivo di 2.339.469 euro, in calo di circa 880mila euro rispetto ai 3.187.769 euro dell’anno precedente. Il senatore fiorentino si conferma comunque tra i cosiddetti paperoni del Parlamento, con introiti derivanti principalmente dalle sue attività di consulenza professionale.
Altri parlamentari con redditi milionari includono il deputato della Lega Antonio Angelucci, imprenditore della sanità ed editore dei quotidiani Il Tempo, Libero e Il Giornale, che nel 2024 ha dichiarato 4.773.000 euro, confermandosi come il parlamentare più ricco in assoluto. Al terzo posto tra i paperoni di Montecitorio e Palazzo Madama si posiziona il senatore a vita Renzo Piano, celebre archistar, con un reddito complessivo di circa 2,4 milioni di euro, di cui 2.039.000 dichiarati al fisco francese e 365mila euro in Italia. La deputata di Forza Italia Cristina Rossello ha dichiarato poco più di 3 milioni di euro.
Le dichiarazioni patrimoniali dei parlamentari italiani sono rese pubbliche in ottemperanza alle norme sulla trasparenza introdotte dalla legge del febbraio 2014 che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti. La normativa prevede che deputati, senatori e membri del governo siano tenuti a depositare presso la camera di appartenenza la dichiarazione dei redditi completa, di cui viene pubblicato online il quadro di sintesi, e la dichiarazione patrimoniale con l’indicazione di beni mobili, immobili e variazioni significative. I documenti vengono caricati sui portali istituzionali di Camera e Senato man mano che i singoli parlamentari provvedono alla consegna, motivo per cui non tutte le dichiarazioni risultano disponibili contemporaneamente.
Il sistema di pubblicazione online, sebbene rappresenti un passo avanti in termini di trasparenza rispetto al passato, presenta ancora alcune criticità. Molti documenti vengono presentati compilati a mano, successivamente scansionati e caricati in formato PDF, rendendo talvolta difficoltosa la leggibilità di alcune parti e impedendo una piena accessibilità e riutilizzabilità dei dati. Inoltre, viene pubblicato esclusivamente il quadro di sintesi della dichiarazione dei redditi, privando i cittadini della conoscenza del dettaglio delle diverse voci che compongono il reddito complessivo dei politici. Gli uffici di Camera e Senato oscurano inoltre alcune informazioni sensibili come la firma e lo stato civile dei dichiaranti per ragioni di tutela della privacy.
Il confronto tra i redditi dichiarati dai principali esponenti politici evidenzia una netta differenziazione tra coloro che percepiscono esclusivamente l’indennità parlamentare, attestandosi nell’intervallo tra i 90 e i 100mila euro annui, e coloro che beneficiano di ulteriori fonti di reddito. Nel primo gruppo rientrano la maggior parte dei leader di partito delle opposizioni come Schlein, Fratoianni, Bonelli e Conte, mentre nel secondo si collocano esponenti che rivestono incarichi governativi, con relative maggiorazioni stipendiali, oppure parlamentari che mantengono attività professionali parallele, come nel caso di Bongiorno, Tremonti, Renzi e Angelucci. La presidente del Consiglio Meloni, pur vedendo drasticamente ridotti i propri introiti a causa del venir meno dei diritti d’autore, continua a dichiarare un reddito significativamente superiore alla media parlamentare grazie all’indennità legata al suo ruolo istituzionale.
Le variazioni patrimoniali dichiarate dai politici nel 2024 mostrano una particolare concentrazione di investimenti immobiliari. Oltre alla Meloni e a Salvini, che hanno entrambi concluso l’acquisto di abitazioni a Roma, anche altri parlamentari hanno annotato simili operazioni nelle proprie dichiarazioni. Gli acquisti immobiliari rappresentano una delle voci di variazione patrimoniale più frequenti, insieme alle compravendite di quote societarie, azioni e titoli finanziari. Le dichiarazioni evidenziano inoltre l’utilizzo diffuso di strumenti di finanziamento come mutui ipotecari, spesso accesi presso istituti bancari che offrono condizioni preferenziali, con successive operazioni di surrogazione per beneficiare di tassi più vantaggiosi.
Il quadro complessivo che emerge dai dati pubblicati conferma la presenza di una significativa disparità reddituale all’interno del Parlamento italiano, con una fascia ristretta di parlamentari milionari che distanzia nettamente la maggioranza dei colleghi. Mentre la gran parte degli eletti dichiara redditi compresi tra i 90 e i 200mila euro annui, derivanti principalmente dall’indennità parlamentare eventualmente integrata da compensi ministeriali, un ristretto gruppo di deputati e senatori continua a percepire introiti plurimilionari legati alle proprie attività imprenditoriali o professionali. Le dichiarazioni patrimoniali 2025, riferite ai redditi 2024, fotografano un momento particolare per alcuni protagonisti della scena politica italiana, con la premier Meloni che vede ridimensionati i propri guadagni dopo il boom editoriale degli anni precedenti, mentre i leader dell’opposizione mantengono redditi sostanzialmente stabili e allineati all’indennità parlamentare standard. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
