Le elaborazioni del modello ECMWF ad alta risoluzione, basate sulle mappe di profondità del manto nevoso valide tra il 10 e l’11 gennaio, delineano una tendenza che merita particolare attenzione per il Nord Italia e, nello specifico, per la Pianura Padana, pur rimanendo all’interno di un orizzonte temporale che impone cautela e che richiederà ulteriori conferme nelle prossime emissioni modellistiche.
Il quadro sinottico ipotizzato dal modello vede un’estesa area di aria fredda di origine continentale interessare l’Europa centro-orientale, con valori termici nettamente inferiori alle medie stagionali e una progressiva espansione verso l’arco alpino e il bacino padano, favorendo la formazione di un cuscino freddo nei bassi strati, elemento chiave per eventuali nevicate in pianura. In questo contesto, il possibile transito o approfondimento di una struttura depressionaria tra il Nord Italia e l’alto Adriatico fornirebbe l’apporto di umidità necessario allo sviluppo delle precipitazioni, che secondo il modello potrebbero avvenire con temperature prossime o inferiori allo zero su ampie porzioni della pianura.
Le mappe mostrano segnali chiari di innevamento consistente sulle Alpi, con accumuli localmente superiori ai 50–80 cm sui settori centro-orientali e punte ancora più elevate alle quote maggiori, mentre sull’Appennino settentrionale emergono accumuli diffusi nell’ordine dei 20–40 cm, confermando una fase pienamente invernale in montagna.
Per quanto riguarda la Pianura Padana, il segnale modellistico appare più sfumato ma comunque significativo: tra Piemonte orientale, Lombardia centro-occidentale ed Emilia occidentale il modello ipotizza accumuli generalmente compresi tra 5 e 15 cm, con possibilità di locali punte prossime ai 10–20 cm nelle aree più interne e lontane dall’influenza mitigatrice dei grandi centri urbani. Sui settori centro-orientali della pianura, in particolare tra bassa Lombardia, Emilia orientale e Veneto interno, la tendenza appare leggermente più favorevole, con accumuli che in alcuni scenari potrebbero raggiungere i 10–20 cm, specie nella giornata dell’11 gennaio, quando la persistenza del freddo al suolo e una migliore organizzazione delle precipitazioni sembrerebbero aumentare le probabilità di neve attecchente.
Più marginale, allo stato attuale, il coinvolgimento delle aree prossime al Po occidentale e delle zone costiere dell’alto Adriatico, dove il rischio di fenomeni misti o di accumuli molto modesti resta elevato. È fondamentale sottolineare come la Pianura Padana rappresenti uno degli ambienti meteorologicamente più complessi d’Europa, dove minime variazioni di pochi decimi di grado nella temperatura al suolo o differenze nella struttura termica verticale possono determinare esiti completamente diversi, rendendo questi quantitativi da interpretare come indicativi e non definitivi.
Dal punto di vista climatologico, la tendenza individuata dal modello si inserisce in un contesto storicamente favorevole: l’inizio dell’anno ha più volte visto episodi nevosi anche rilevanti in pianura, come accaduto nei primi giorni di gennaio 2017, quando il Nord Italia fu interessato da nevicate diffuse con accumuli localmente superiori ai 20–30 cm, o negli eventi di gennaio 2010 e 2012, che dimostrarono come configurazioni con aria fredda continentale e successivo apporto umido possano produrre neve fino in pianura anche su vaste aree del bacino padano.
Questi precedenti non rappresentano un’analogia diretta, ma confermano la plausibilità di scenari nevosi in questo periodo dell’anno quando si verificano le giuste condizioni sinottiche. Alla luce di ciò, la possibile neve in Pianura Padana tra il 10 e l’11 gennaio va considerata come una tendenza da monitorare attentamente, con accumuli potenzialmente modesti ma diffusi e con aree più esposte tra Lombardia ed Emilia-Veneto, mentre sarà necessario attendere le prossime ore e i futuri aggiornamenti modellistici per affinare l’analisi, valutare la reale tenuta del cuscino freddo e definire con maggiore precisione sia le aree maggiormente coinvolte sia i quantitativi effettivamente raggiungibili al suolo.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
