Una domenica di tensioni e speranze attraversa l’Italia, raccontata dai giornali di oggi come un intreccio serrato tra piazze in subbuglio, strategie internazionali e sfide domestiche. A Roma, la fiumana umana pro Gaza riempie le strade con manifestazioni di massa, ma sotto la superficie della protesta pacifica emergono scontri violenti e momenti di guerriglia, segnati da feriti tra le forze dell’ordine e atti vandalici come l’imbrattamento della statua di Papa Wojtyla. Le piazze, divise tra sostegno al popolo palestinese e attacchi alla politica israeliana, si scontrano anche con le voci delle istituzioni, dove il premier Meloni sottolinea la necessità di sostenere il piano di pace promosso da Trump, mentre Netanyahu assicura che l’esercito israeliano rimarrà a Gaza fino a quando non sarà garantita la sicurezza.
Sul fronte internazionale si apre una finestra di trattative, con colloqui attesi in Egitto e l’America chiamata a un ruolo chiave per accelerare un accordo che metta fine a un conflitto che alimenta tensioni globali e divisioni interne. L’accordo complesso tra Hamas e Israele, che potrebbe portare al rilascio degli ostaggi, è al centro dell’attenzione, mentre l’accordo mette a dura prova la coesione politica in Italia, con critiche al Partito Democratico e ai suoi dirigenti.
Nel frattempo, le preoccupazioni economiche non si fanno attendere: la manovra finanziaria da 16 miliardi viene letta come una spinta debole per il Pil del prossimo anno, evidenziando la fragilità del quadro economico nazionale in un momento di incertezze internazionali. I riflettori sono puntati anche sulle banche, con la fine dell’alleanza net zero sul clima, e sull’incremento dei dazi statunitensi sulla pasta italiana, scandagliata dalle cronache quotidiane come una minaccia al made in Italy.
Tra cronaca e sport, si dipana così una giornata intensa, specchio di un Paese dove l’urgenza di pace convive con le tensioni sociali, le sfide politiche e una realtà economica che chiede risposte rapide e coraggiose. In questo scenario, la capitale è teatro di un confronto acceso, mentre il mondo si prepara a un possibile cambiamento che potrebbe ridisegnare equilibri e prospettive di convivenza.