Chiara Ferragni, patrimonio azzerato e ricavi a picco: l’ora della verità per il suo impero

Crisi irreversibile per Fenice srl: crollo verticale dei ricavi dopo lo scandalo Balocco, ricapitalizzazione urgente e rischio azioni legali del socio minoritario.

L’impero imprenditoriale di Chiara Ferragni affronta la sua crisi più grave con un buco da 10 milioni di euro e ricavi crollati del 86% rispetto al periodo pre-pandoro gate. Domani, lunedì 10 marzo 2025, le assemblee ordinarie e straordinarie della società Fenice decideranno le sorti del marchio, mentre il socio Pasquale Morgese minaccia azioni legali per contestare i bilanci.

Il tracollo finanziario emerge dai documenti contabili che verranno sottoposti all’approvazione dei soci. I ricavi 2024 si attestano a 2 milioni di euro, contro i 14,3 milioni del 2022, con perdite cumulative che hanno completamente eroso il patrimonio netto. Il pandoro Balocco, lo scandalo benefico del 2023, continua a pesare come un macigno sull’immagine dell’influencer, riducendo del 93% le entrate dell’ultimo anno solare.

L’assemblea straordinaria dovrà deliberare un aumento di capitale urgente per garantire la continuità aziendale. Claudio Calabi, amministratore unico insediatosi a novembre 2024, ha già attuato drastici tagli: riduzione del 50% del personale (da 16 a 8 dipendenti), trasferimento della sede e contenimento dei costi operativi a 1 milione per il 2025. Nonostante questi interventi, la sostenibilità di Fenice dipende dalla capacità di attrarre nuovi investimenti nel settore beauty e accessori.

Il nodo Morgese rappresenta l’incognita principale. L’imprenditore pugliese, titolare del 27,5% delle quote, contesta la valutazione contabile delle perdite e dubita della fattibilità del rilancio. Fonti vicine al socio sostengono che il marchio Chiara Ferragni abbia perso appeal presso i big della moda, rendendo vani gli sforzi di riposizionamento internazionale. La possibile impugnazione del bilancio potrebbe aprire una battaglia legale parallela alla ricapitalizzazione.

Gli scenari futuri vedono Ferragni e il socio di maggioranza Paolo Barletta (40%) impegnati a cercare alleanze nel makeup e nella pelletteria premium. Analisti segnalano però che la finestra per il recovery si restringerà entro 12 mesi, periodo considerato cruciale per riconquistare la fiducia dei partner commerciali. Intanto, il ritorno dell’imprenditrice digitale alle sfilate milanesi non ha ancora prodotto i risultati attesi in termini di rilancio reputazionale.