Dal prossimo giugno prenderà finalmente il via l’erogazione della nuova Prestazione Universale destinata agli anziani non autosufficienti, comunemente conosciuta come bonus anziani da 850 euro mensili. La misura, istituita dall’articolo 34 del decreto legislativo 29/2024, rappresenta un intervento economico di sostegno per le persone ultraottantenni che si trovano in condizioni di particolare fragilità assistenziale e con redditi molto bassi. Dopo mesi di attesa e la recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo lo scorso 22 aprile, l’INPS ha confermato che i primi pagamenti saranno scaglionati tra giugno, luglio e agosto 2025, con la possibilità per chi ha già presentato domanda dal 2 gennaio di ricevere anche gli arretrati relativi ai mesi precedenti.
La struttura della prestazione e l’integrazione con l’indennità di accompagnamento
La Prestazione Universale si configura come un contributo economico composto da due parti distinte che vengono erogate separatamente dall’INPS. La prima componente è rappresentata dalla quota fissa monetaria, che corrisponde esattamente all’indennità di accompagnamento prevista dalla legge 11 febbraio 1980 numero 18, attualmente pari a 531,76 euro mensili. La seconda componente consiste nella quota integrativa, denominata ufficialmente “assegno di assistenza”, che ammonta precisamente a 850 euro mensili e rappresenta il vero elemento innovativo della misura. Questa struttura permette ai beneficiari di raggiungere un totale mensile di circa 1.381 euro, una cifra significativa per il sostegno economico delle famiglie che assistono anziani non autosufficienti. Il riconoscimento della Prestazione Universale comporta automaticamente l’assorbimento dell’indennità di accompagnamento tradizionale e di altre prestazioni di assistenza sociale fornite dagli ATS, secondo quanto stabilito dall’articolo 1, comma 164, della legge 234/2021.
L’aspetto innovativo della misura risiede nella specifica destinazione d’uso della quota integrativa, che deve essere impiegata esclusivamente per coprire i costi legati al lavoro di cura e assistenza. Gli 850 euro mensili possono essere utilizzati alternativamente per due tipologie di spesa: la retribuzione di lavoratori domestici con specifiche mansioni di assistenza alla persona, regolarmente assunti dalla famiglia con contratto di lavoro, oppure l’acquisto di servizi sociosanitari da imprese e professionisti qualificati nell’assistenza sociale non residenziale. La normativa prevede inoltre un rigoroso sistema di rendicontazione, che obbliga i beneficiari a dimostrare l’effettivo utilizzo delle somme ricevute attraverso la presentazione di documentazione comprovante le spese sostenute, come buste paga quietanzate per i rapporti di lavoro domestico o fatture elettroniche per i servizi acquistati.
I requisiti di accesso e la valutazione del bisogno assistenziale
Per accedere alla Prestazione Universale è necessario soddisfare contemporaneamente quattro requisiti fondamentali, tutti estremamente stringenti e soggetti a verifiche periodiche da parte dell’INPS. Il primo requisito riguarda l’età anagrafica, che deve essere pari o superiore a 80 anni compiuti al momento della presentazione della domanda. Il secondo criterio è di natura economica e prevede il possesso di un ISEE sociosanitario ordinario, in corso di validità, non superiore a 6.000 euro, calcolato includendo esclusivamente il coniuge e i figli fiscalmente a carico. Il terzo requisito stabilisce la necessità di essere già beneficiari dell’indennità di accompagnamento attiva, poiché in caso di sospensione della stessa non viene riconosciuta la Prestazione Universale. Il quarto e più complesso criterio riguarda il riconoscimento di un livello di bisogno assistenziale gravissimo, valutato dall’INPS attraverso un sistema di accertamento che combina aspetti sanitari e sociali.
La valutazione del bisogno assistenziale gravissimo si articola attraverso una doppia verifica che l’INPS effettua utilizzando le informazioni sanitarie già in possesso dell’istituto e un questionario specifico compilato dal richiedente. Dal punto di vista sanitario, il requisito si basa sull’articolo 3 del decreto ministeriale del 26 settembre 2016 e si applica a tutti i casi in cui è necessaria un’assistenza continua 24 ore su 24, la cui eventuale interruzione, anche per un periodo molto breve, può comportare complicanze gravi o addirittura la morte del paziente. Rientrano in questa categoria le persone in condizione di coma, stato vegetativo o stato di minima coscienza con punteggio nella scala Glasgow Coma Scale inferiore o uguale a 10, i pazienti dipendenti da ventilazione meccanica assistita o non invasiva continuativa, le persone affette da demenza grave o gravissima, i soggetti con lesioni spinali gravi e altre condizioni di disabilità che richiedono una dipendenza vitale e assistenza costante.
La componente sociale della valutazione riguarda invece la situazione della persona con disabilità in ambito familiare e assistenziale, determinata attraverso le risposte fornite nel questionario presente nella domanda. Il punteggio risultante da questo questionario permette di rilevare oggettivamente il bisogno assistenziale gravissimo del richiedente, con un punteggio minimo di 8 punti necessario per ottenere l’accesso al beneficio. Entrambi i requisiti, sanitario e sociale, devono essere soddisfatti contemporaneamente per poter accedere alla prestazione, garantendo così che il sostegno economico sia effettivamente destinato alle situazioni di maggiore fragilità e necessità assistenziale.
Le modalità di presentazione della domanda e i controlli dell’INPS
La richiesta per ottenere la Prestazione Universale deve essere presentata esclusivamente per via telematica attraverso il portale dedicato sul sito dell’INPS, accessibile tramite la sezione “Decreto Anziani – Prestazione Universale”. I richiedenti possono utilizzare la propria identità digitale, attraverso SPID, Carta d’Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi, oppure rivolgersi agli istituti di patronato per l’assistenza nella compilazione e nell’invio della documentazione. La domanda può essere presentata durante tutto il periodo di sperimentazione della misura, che si estende dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026, con la possibilità di inoltrare la richiesta a partire dal primo giorno del mese in cui si compie l’età di 80 anni. Una volta riconosciuta, la prestazione viene erogata dal mese di presentazione della domanda fino al termine della sperimentazione nel dicembre 2026.
L’INPS ha predisposto un sistema articolato di controlli automatizzati per verificare il possesso e la permanenza dei requisiti richiesti dalla normativa. Questi controlli riguardano principalmente la verifica dell’attestazione ISEE sociosanitario, che deve rimanere sempre al di sotto della soglia di 6.000 euro durante tutto il periodo di fruizione del beneficio. Per i primi due mesi del 2025, gennaio e febbraio, è stata prevista una deroga che consente di utilizzare l’ISEE con scadenza al 31 dicembre 2024, ma dal mese di marzo 2025 è obbligatorio possedere l’ISEE in corso di validità per l’anno 2025, pena la sospensione dell’erogazione della prestazione. In caso di sospensione, il pagamento può essere ripristinato con efficacia retroattiva dalla presentazione di una nuova Dichiarazione Sostitutiva Unica che generi un’attestazione ISEE non superiore a 6.000 euro.
Particolare attenzione è riservata ai controlli sull’utilizzo della quota integrativa da 850 euro, per la quale è previsto un rigoroso sistema di monitoraggio che include verifiche periodiche sulla regolarità dei contratti di lavoro domestico e sul corretto impiego delle prestazioni erogate dalle imprese specializzate. I beneficiari sono tenuti a trasmettere all’INPS, entro 30 giorni dall’accoglimento della domanda, la documentazione comprovante le spese sostenute per ottenere gli eventuali arretrati. In caso di irregolarità nell’utilizzo delle somme o di perdita dei requisiti, l’INPS procede alla revoca della prestazione, mantenendo però intatta l’erogazione dell’indennità di accompagnamento tradizionale, garantendo così una forma di tutela economica di base per i soggetti più fragili.