Belve, Guè contro Fedez: ecco cosa ha detto -VIDEO-

Durante l’intervista a Belve, Guè Pequeno attacca duramente Fedez accusandolo di fare successo attraverso il gossip e la spettacolarizzazione della vita privata invece che con il lavoro musicale.
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Nella quinta puntata di Belve andata in onda martedì 3 giugno 2025 su Rai 2, Guè Pequeno ha rilasciato dichiarazioni di fuoco contro il collega Fedez, delineando una frattura profonda tra due delle figure più influenti del rap italiano contemporaneo. Il rapper milanese, al secolo Cosimo Fini, ha utilizzato lo sgabello di Francesca Fagnani per esprimere senza filtri il suo dissenso verso l’approccio mediatico dell’ex marito di Chiara Ferragni, tracciando una netta linea di demarcazione tra due concezioni diametralmente opposte del successo nel panorama musicale italiano.

Il quarantacinquenne artista ha esordito con una precisazione categorica quando la conduttrice gli ha chiesto un parere sul collega: “Fedez è una persona, un personaggio che fa un qualcosa che è completamente l’opposto del mio”. Una dichiarazione che ha immediatamente chiarito l’esistenza di una distanza incolmabile non soltanto dal punto di vista artistico, ma soprattutto per quanto concerne la gestione della propria immagine pubblica e della relazione con i media. La frase ha evidenziato come i due rapper abbiano sviluppato nel corso degli anni strategie comunicative antitetiche, con Guè che rivendica un approccio più riservato e concentrato esclusivamente sulla produzione musicale.

La critica del fondatore dei Club Dogo si è fatta progressivamente più tagliente quando ha affrontato il tema del gossip e della spettacolarizzazione della vita privata: “Sinceramente io devo vedere una persona continuamente nei gossip, che gli basta cadere dalla bicicletta per far parlare di sé, a me non piace”. L’affermazione rappresenta un attacco diretto al modus operandi di Fedez, che negli ultimi anni ha costruito gran parte della propria notorietà mediatica attraverso l’esposizione costante della propria vita privata, dalle vicende matrimoniali con Chiara Ferragni fino ai rapporti con i figli, trasformando ogni episodio quotidiano in contenuto per i social network e i media tradizionali.

Quando Francesca Fagnani ha tentato di stemperare la tensione sottolineando come la ricerca del successo accomuni tutti gli artisti, Guè ha risposto con una delle dichiarazioni più dure dell’intera intervista: “Tutti cerchiamo il successo, dipende come lo fai. Non faccio soldi e successo per una relazione o per mia figlia in mano. Io faccio soldi e successo perché mi faccio un culo così. Non vendo esclusive da accordo, dicendo cosa si deve dire. Non è questo. È un altro mestiere”. Le parole del rapper rappresentano un j’accuse esplicito contro quello che percepisce come uno sfruttamento commerciale degli affetti familiari e delle dinamiche sentimentali, contrapponendo a questa strategia la propria etica professionale basata esclusivamente sul merito artistico e sul lavoro discografico.

La polemica di Guè tocca un nervo scoperto del panorama dello spettacolo italiano contemporaneo, dove la linea di confine tra vita privata e strategia comunicativa appare sempre più sfumata. Il rapper ha infatti specificato di non aver mai considerato un errore aver lanciato Fedez attraverso la propria etichetta Tanta Roba nel 2011, riconoscendo l’importanza dell’operazione per l’evoluzione del genere hip hop in Italia, ma ha simultaneamente ribadito l’incompatibilità caratteriale e professionale: “Tra noi non ci siamo mai presi. Fedez è un personaggio che fa qualcosa che è opposto del mio. Con intelligenza fa gossip, fa pubblicità, fa cose che non sono il mio”.

L’intervista ha messo in luce due filosofie di vita e di carriera profondamente divergenti all’interno dello stesso ambiente musicale. Da una parte Guè, che rivendica un approccio tradizionale alla carriera artistica, concentrato sulla produzione musicale e sul mantenimento di una certa riservatezza riguardo alla sfera privata; dall’altra Fedez, che ha trasformato la propria esistenza in un prodotto mediatico a tutto tondo, sfruttando ogni aspetto della propria vita per alimentare la macchina del consenso e della visibilità. Questa dicotomia riflette un cambiamento più ampio nelle dinamiche dell’industria dell’intrattenimento, dove i confini tra arte, business e spettacolarizzazione della vita privata si sono progressivamente assottigliati.

Il confronto tra i due artisti assume una valenza particolare considerando la loro storia comune e l’evoluzione delle rispettive carriere. Guè Pequeno, figura storica del rap italiano fin dagli esordi dei Club Dogo nei primi anni Duemila, rappresenta una generazione di rapper che ha costruito la propria credibilità attraverso la strada e la produzione discografica, mantenendo un rapporto conflittuale con i media mainstream. Fedez, al contrario, ha saputo intercettare le trasformazioni del panorama mediatico italiano, abbracciando televisione, social network e stampa rosa come strumenti complementari alla propria attività musicale, fino a diventare una delle personalità più influenti del panorama dello spettacolo nazionale.

Le dichiarazioni di Guè a Belve rappresentano quindi molto più di una semplice querelle tra colleghi: costituiscono una riflessione critica sui meccanismi che regolano il successo nell’industria dell’intrattenimento contemporanea. Il rapper milanese ha infatti posto l’accento sulla distinzione tra chi costruisce la propria fama attraverso il talento artistico e il lavoro discografico e chi invece sfrutta la propria vita privata come contenuto mediatico, tracciando una linea di demarcazione etica che va oltre le mere considerazioni commerciali. La sua critica si estende implicitamente a un sistema mediatico che premia la spettacolarizzazione della vita privata a discapito della qualità artistica.

@raiplay @Guè a #Belve, questa sera ore 21.20 su #Rai2 e #RaiPlay! 🐅 #francescafagnani #davedere ♬ suono originale – RaiPlay

L’episodio di Belve del 3 giugno 2025 ha quindi offerto uno spaccato significativo delle tensioni che attraversano il panorama musicale italiano, evidenziando come anche all’interno dello stesso genere artistico possano coesistere visioni radicalmente diverse del rapporto tra arte, successo e notorietà mediatica. Le parole di Guè costituiscono un manifesto di quella che potrebbe essere definita la “vecchia scuola” del rap italiano, ancora legata ai valori tradizionali del genere e critica verso le derive commerciali e mediatiche che hanno caratterizzato l’evoluzione recente della scena musicale nazionale.