Garlasco, gli audio di Sempio: “I magistrati dalla nostra parte, vogliono finire in fretta”

Le intercettazioni del 2017 rivelano che Andrea Sempio percepiva un atteggiamento favorevole da parte dei magistrati, convinto che volessero “finire in fretta” il caso Garlasco.

L’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi torna a far parlare di sé attraverso le intercettazioni del 2017 che vedevano protagonista Andrea Sempio, oggi nuovamente indagato per l’omicidio della giovane avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco. Le registrazioni, che all’epoca furono trascritte in modo incompleto e talvolta errato, rivelano ora dettagli inediti sulle percezioni dell’indagato riguardo all’atteggiamento degli inquirenti nei suoi confronti durante la seconda fase investigativa che lo aveva coinvolto.

La Procura di Pavia, sotto la guida del procuratore Fabio Napoleone e dell’aggiunto Stefano Civardi, ha disposto il riascolto integrale dei 806 file audio depositati nel procedimento del 2016-2017, quando Sempio venne sottoposto a intercettazioni telefoniche e ambientali per soli quindici giorni. Il lavoro di revisione, affidato ai Carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, ha fatto emergere discrepanze significative tra le trascrizioni originali e il contenuto effettivo delle registrazioni, sollevando interrogativi sulla qualità delle indagini condotte all’epoca.

Le frasi compromettenti nelle intercettazioni del 2017

L’intercettazione ambientale numero 84, registrata pochi minuti dopo l’unico interrogatorio a cui Sempio fu sottoposto il 10 febbraio 2017, contiene dichiarazioni che assumono oggi un peso particolare nella ricostruzione del caso. Nella conversazione con il padre Giuseppe, il 37enne esprime considerazioni che lasciano trasparire una percezione di favore da parte degli inquirenti: “A parte che erano dalla nostra, perché mi han fatto alcune domande, che io ho capito perché me le facevano. Però non gli ho dato, diciamo, la risposta… perfetta”.

La trascrizione originale, redatta dal luogotenente Silvio Sapone, responsabile della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Pavia, riportava invece una versione completamente diversa: “(incomprensibile)… a parte che mi han fatto alcune domande, che non pensavo mi facevano, non gli ho dato una risposta perfetta”. La differenza non è meramente formale, ma sostanziale nel significato che trasmette riguardo alla percezione del rapporto tra indagato e autorità inquirenti.

Altrettanto significativa risulta la risposta di Sempio quando il padre gli chiede se i magistrati gli abbiano posto domande sul DNA. L’intercettazione rivela: “Una roba tecnica e poi non ne parliamo… (a bassa voce) però si vedeva che mi ha fatto domande che… inerenti a quello… sul… cioè comunque secondo me erano abbastanza dalla mia”. Anche in questo caso, la trascrizione originale si fermava prematuramente, omettendo la parte finale che chiarisce il senso compiuto del discorso.

La percezione di un clima favorevole

Il giorno successivo all’interrogatorio, Sempio conferma la sua impressione in una conversazione con un amico non identificato all’interno della sua autovettura Suzuki. Le parole captate dai dispositivi di intercettazione ambientale rivelano: “Abbastanza dalla nostra parte, tra virgolette. Si vede che anche loro c’hanno voglia di finirla in fretta”. Questa dichiarazione suggerirebbe una percezione da parte dell’indagato che gli accertamenti nei suoi confronti fossero considerati dagli stessi inquirenti come un atto dovuto piuttosto che come un’indagine approfondita.

La sensazione di Sempio di trovarsi in una posizione non particolarmente compromessa emerge anche da altre intercettazioni del periodo. Il 21 febbraio 2017, il padre Giuseppe informa il figlio che l’avvocato Lovati aveva riferito che “gira voce da Tizzoni che è in fase d’archivio”, riferendosi evidentemente alle voci che circolavano negli ambienti legali riguardo alla probabile chiusura del procedimento a suo carico.

Gli errori nelle trascrizioni originali

Il lavoro di revisione condotto dalla Procura di Pavia ha evidenziato carenze significative nell’attività di trascrizione svolta all’epoca dal luogotenente Silvio Sapone. Oltre all’intercettazione numero 84, anche i file 85 e 86 presentano discrepanze tra il contenuto originale e la versione trascritta, con omissioni che hanno privato gli inquirenti di elementi potenzialmente rilevanti per la comprensione del quadro investigativo.

Queste lacune assumono particolare rilievo se considerate nel contesto più ampio delle indagini del 2017, caratterizzate da una durata limitata e da accertamenti che oggi appaiono insufficienti. Sempio non venne sottoposto a perquisizione domiciliare, non fu disposta la comparazione del suo DNA con i reperti biologici rinvenuti sulla scena del crimine, e le intercettazioni furono autorizzate per un periodo di soli quindici giorni.

Il contesto investigativo attuale

La riapertura del fascicolo su Andrea Sempio è avvenuta nel 2023, a seguito di una consulenza genetica depositata dalla difesa di Alberto Stasi nel dicembre 2022. L’analisi aveva evidenziato la presenza del DNA di Sempio in una traccia biologica rinvenuta sotto le unghie di Chiara Poggi e in un’impronta di scarpa numero 33 rilevata sulle scale che conducono alla cantina della villetta.

Il procedimento attuale, coordinato dal procuratore Fabio Napoleone, si avvale di un pool allargato di magistrati che include il procuratore aggiunto Stefano Civardi e le pubbliche ministre Valentina De Stefano e Giuliana Rizza. L’approccio investigativo appare sostanzialmente diverso rispetto a quello del 2017, con un’attenzione particolare agli elementi scientifici e alle tecnologie forensi più avanzate.

L’incidente probatorio del 17 giugno

Il prossimo 17 giugno si terrà l’incidente probatorio richiesto dalla Procura di Pavia, che rappresenterà un momento cruciale per la definizione del quadro investigativo. La giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli ha affidato l’incarico agli esperti della Polizia scientifica: la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani analizzeranno i reperti valorizzati con le più recenti tecniche scientifiche.

Al centro dell’analisi ci saranno la traccia di DNA mista trovata sotto le unghie di Chiara e l’impronta di scarpa numero 33, elementi che secondo le sentenze precedenti non erano stati collegati all’assassino. La possibilità che questi reperti possano appartenere a Sempio rappresenta un elemento di novità sostanziale rispetto alle precedenti ricostruzioni del delitto.

Le implicazioni processuali

Le dichiarazioni di Sempio del 2017, ora rivalutate alla luce delle trascrizioni corrette, sollevano interrogativi sulla conduzione delle indagini dell’epoca e sulla percezione che l’indagato aveva del procedimento a suo carico. L’avvocato Antonio De Renzis, legale di Alberto Stasi, ha commentato che si tratta della “prima volta che intercettazioni come queste non hanno provocato nulla negli investigatori e nei magistrati”.

Il caso di Garlasco, che nel 2015 aveva visto la condanna definitiva di Alberto Stasi a sedici anni di reclusione, si arricchisce così di un nuovo capitolo caratterizzato da elementi investigativi che potrebbero modificare la ricostruzione dei fatti avvenuti nella villetta di via Pascoli il 13 agosto 2007. La vicenda, che aveva già sollevato dibattiti sulla pressione mediatica e sulla conduzione delle indagini, torna a essere oggetto di attenzione per le modalità con cui erano stati gestiti gli accertamenti su Andrea Sempio durante la seconda fase investigativa che lo aveva coinvolto.