Il governo regionale delle Isole Baleari ha annunciato la decisione di interrompere definitivamente le collaborazioni con gli influencer per la promozione turistica dell’arcipelago, chiudendo un capitolo controverso iniziato nel 2024 con l’obiettivo di ridistribuire i flussi turistici verso destinazioni meno conosciute
La strategia di influencer marketing adottata dalle autorità baleariche aveva un obiettivo apparentemente virtuoso: alleggerire la pressione sui siti più famosi di Maiorca, Ibiza, Minorca e Formentera, indirizzando i visitatori verso zone meno affollate e ancora relativamente incontaminate dell’arcipelago spagnolo. L’idea, concepita dal dipartimento del Turismo regionale, si basava sulla collaborazione con creator di Instagram e TikTok dotati di centinaia di migliaia di follower, chiamati a raccontare attraverso i propri canali social luoghi nascosti e selvaggi, lontani dalle rotte del turismo di massa. Gli esperti del settore confermano che oltre il 60% degli utenti social si affida ai consigli degli influencer per scegliere le proprie destinazioni di viaggio, rendendo questa forma di marketing turistico particolarmente efficace nel catturare l’attenzione di potenziali visitatori.
Tuttavia, l’esperimento si è rivelato un clamoroso fallimento, producendo esattamente l’effetto opposto a quello desiderato dalle amministrazioni locali. I post sponsorizzati degli influencer ingaggiati dalle Baleari hanno finito per attrarre un numero spropositato di persone in zone poco preparate a sostenere tale afflusso, oltre che estremamente delicate dal punto di vista naturalistico ed ambientale. Come ha dichiarato un portavoce dell’ente del turismo delle Baleari al Guardian, "la campagna ha avuto l’effetto completamente opposto a quello previsto ed è in contrasto con la politica governativa volta a contenere il turismo". Alcune pagine dei siti web istituzionali dedicate a spiagge o punti panoramici particolarmente gettonati sono state conseguentemente oscurate per tentare di limitare ulteriormente la promozione di questi luoghi.
Il caso più emblematico di questa situazione insostenibile è rappresentato da Caló des Moro, una minuscola insenatura nel comune di Santanyí a Maiorca, caratterizzata da acque cristalline e sabbia dorata, con una capacità naturale di ospitare circa cento persone. Da quando alcuni influencer molto seguiti hanno iniziato a condividere immagini e video del luogo sui propri profili social, la piccola cala si è trasformata in una meta ambita per migliaia di turisti in cerca dello scatto perfetto per i propri social network. María Pons, sindaco di Santanyí, ha convocato lo scorso giugno una conferenza stampa per denunciare una situazione diventata ormai completamente fuori controllo, rivelando che ogni giorno arrivano fino a 4.000 persone e 1.200 veicoli nella piccola insenatura. La sindaca ha implorato giornalisti e operatori del turismo di non menzionare mai più la cala, mentre l’autorità locale ha rimosso tutte le immagini della baia dal proprio sito web ufficiale.
Anche il famoso belvedere Es Vedrà di Ibiza ha subito le conseguenze devastanti di questo "turismo dei selfie", come è stato etichettato dalle autorità locali il fenomeno che vede migliaia di visitatori recarsi in massa in un luogo solo per scattare fotografie da condividere sui social media prima di andarsene. Il punto panoramico, che offre una vista mozzafiato sull’iconico isolotto roccioso, è stato temporaneamente chiuso al pubblico dopo essere stato quotidianamente preso d’assalto da migliaia di turisti desiderosi di ammirare il tramonto in uno degli scenari più suggestivi dell’isola. I proprietari dei terreni hanno deciso di chiudere l’accesso ai parcheggi con grandi massi, dopo che l’area era diventata protagonista di continui rave improvvisati con musica techno a tutto volume, bancarelle abusive che vendevano alcolici, accumulo di rifiuti e un traffico veicolare completamente ingestibile. Non esistevano misure di sicurezza lungo la scogliera che scende a picco sul mare, e spesso si registravano incidenti, anche mortali, dovuti alla disattenzione dei turisti.
La reazione delle comunità locali contro questo fenomeno di overtourism ha assunto dimensioni sempre più rilevanti nel corso del 2024 e del 2025, culminando in manifestazioni di protesta che hanno coinvolto migliaia di residenti delle Baleari. Lo scorso luglio, migliaia di persone hanno sfilato a Maiorca sotto lo slogan "Meno turismo, più vita", denunciando che il numero incontrollato di turisti sta causando un calo dei salari, una perdita della qualità della vita, inquinamento acustico e un aumento dei prezzi delle abitazioni sia in affitto che in vendita. Gli organizzatori della manifestazione hanno chiesto misure concrete per limitare e diminuire il numero di turisti in arrivo e per migliorare il benessere della popolazione locale, sottolineando che le proteste non sono anti-turistiche ma contro l’overtourism che erode sia le spiagge che la qualità della vita.
Le autorità regionali delle Baleari hanno risposto a questa crescente pressione sociale implementando una serie di misure di contenimento del turismo che vanno ben oltre la semplice interruzione delle collaborazioni con gli influencer. Il governo ha approvato un decreto-legge per la circolarità e la sostenibilità nel turismo che prevede un congelamento dei nuovi alloggi turistici, hotel e luoghi di affitto turistico per i prossimi quattro anni, accompagnato da un investimento pubblico di 60 milioni di euro in aiuti al settore. Inoltre, è stato annunciato un aumento della tassa di soggiorno da 4 euro a un massimo di 6 euro a notte per persona nei mesi estivi di punta, mentre per i turisti delle navi da crociera che visitano le Baleari nei mesi di giugno, luglio e agosto la tassa triplerà da due a sei euro per ogni notte di soggiorno.
Parallelamente, sono stati imposti severi divieti per contrastare gli eccessi della vita notturna che caratterizzano tradizionalmente l’arcipelago, con il consumo di alcol vietato in strada dalle 21:30 alle 8:00 nelle principali zone turistiche di Ibiza e Maiorca, pena sanzioni dai 500 ai 1.500 euro. Una forte stretta è stata imposta anche alle imbarcazioni che organizzano party a bordo e vendono alcolici, nel tentativo di rendere il turismo più responsabile e meno impattante sulle comunità locali. Queste misure riflettono la determinazione delle autorità baleariche di trasformare radicalmente il modello turistico dell’arcipelago, passando da una strategia basata sui grandi numeri a una più sostenibile e rispettosa dell’ambiente e delle popolazioni residenti.
La situazione delle Baleari rappresenta un caso emblematico delle contraddizioni e delle sfide che caratterizzano il turismo moderno nell’era dei social media, dove la viralizzazione di contenuti può trasformare rapidamente luoghi incontaminati in destinazioni sovraffollate. Il fallimento della strategia di influencer marketing dimostra come l’improvvisazione e la mancanza di una pianificazione integrata possano aggravare ulteriormente problemi già esistenti, trasformando potenziali soluzioni in nuove fonti di criticità. L’esperienza delle Baleari offre lezioni importanti per altre destinazioni turistiche che si trovano ad affrontare sfide simili, evidenziando la necessità di approcci più sofisticati e sostenibili alla gestione dei flussi turistici nell’epoca digitale. Il governo regionale ha riconosciuto che, quando la coscienza collettiva non basta a regolare spontaneamente i comportamenti, sono necessarie misure strutturali coraggiose per proteggere il patrimonio naturale e culturale dell’arcipelago, anche a costo di rinunciare a immediate opportunità di guadagno economico derivanti dal turismo di massa.