L’estate meteorologica 2025 si sta manifestando con una delle ondate di calore più intense degli ultimi anni, destinata a investire l’intera penisola italiana con temperature eccezionali che raggiungeranno picchi di 40 gradi nelle regioni meridionali e sulle isole maggiori. L’anticiclone di matrice africana, attualmente esteso dall’Africa nord-occidentale fino all’Europa centro-orientale, sta determinando un cambiamento radicale delle condizioni meteorologiche su tutto il territorio nazionale, trasformando quello che doveva essere un normale inizio di giugno in una fase climatica particolarmente intensa e prolungata.
Le previsioni meteorologiche confermano che tra il primo e il quinto giugno si è già verificato un primo picco termico significativo, con temperature oltre i 35 gradi nelle zone interne di Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata e Puglia. Il Foggiano, il Cagliaritano e il Sud della Sardegna hanno già raggiunto punte fino a 37 gradi. La Protezione Civile della Sardegna ha già emesso un avviso di condizioni meteo avverse per la provincia di Sassari, dove nelle zone interne si attendono valori elevati fino a localmente molto elevati.
Il fenomeno è destinato a intensificarsi ulteriormente nei giorni compresi tra il 9 e il 13 giugno, quando è previsto il secondo picco di calore, ben più intenso del primo. Le temperature potrebbero sfiorare i 40 gradi, in particolare nelle zone interne del Sud e nelle aree più calde di Sardegna e Sicilia, mentre l’afa renderà la situazione ancora più critica per la popolazione. L’anticiclone subtropicale, inizialmente con caratteristiche azzorriane, si sta modificando radicalmente spostandosi verso est e radicandosi tra Marocco e Algeria, assumendo caratteristiche continentali sahariane che renderanno la massa d’aria molto più calda e secca.

Un aspetto particolarmente preoccupante di questa ondata di calore riguarda l’emergere delle cosiddette notti tropicali, fenomeno meteorologico che si verifica quando la temperatura minima non scende al di sotto dei 20 gradi durante le ore notturne. Questo fenomeno è già iniziato in diverse città italiane, con Ravenna che ha registrato 20,8 gradi e Faenza 22,1 gradi nella notte tra lunedì e martedì. Le città della Pianura Padana stanno sperimentando temperature notturne particolarmente elevate, con Milano Linate che ha registrato 21 gradi, Genova Sestri 22 gradi, Bologna Borgo Panigale e Venezia Lido ferme sui 20 gradi.
Le notti diventeranno tropicali con minime che difficilmente scenderanno sotto i 22-24 gradi, specialmente nei grandi centri urbani come Milano, Roma, Napoli e Palermo, dove l’effetto isola di calore accentuerà ulteriormente la sensazione di afa. Il trend di questo indicatore climatico mostra un aumento preoccupante: a Ravenna, ad esempio, il record di 65 notti tropicali dell’estate 2003 è stato quasi raggiunto lo scorso anno con 63 giornate, e secondo gli scenari climatici nel periodo 2036-2065 si potrebbero aggiungere mediamente una trentina di notti tropicali rispetto alla media 1991-2020.
L’ondata di calore comporta rischi significativi per la salute pubblica, in particolare per le categorie più vulnerabili della popolazione. Il Ministero della Salute ha attivato per l’estate 2025 il Sistema nazionale di previsione e allarme per le ondate di calore, monitorando 27 città italiane tra cui Ancona, Bari, Bologna, Milano, Roma, Napoli e Palermo. Il sistema ha l’obiettivo di prevedere, sorvegliare e prevenire gli effetti delle ondate di calore sulla salute della popolazione, con particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili come anziani, bambini e persone con patologie croniche.
Un ulteriore elemento di criticità è rappresentato dall’inquinamento atmosferico, in particolare dalle concentrazioni di ozono troposferico che tendono ad aumentare durante i periodi anticiclonici prolungati. L’arrivo dell’anticiclone subtropicale non solo innalzerà le temperature, ma favorirà il ristagno di inquinanti, tra cui l’ozono troposferico, gas invisibile e pericoloso che tende a concentrarsi proprio durante le ondate di calore. I picchi giornalieri di ozono si registrano tipicamente nel pomeriggio, tra le 13 e le 18, ed è proprio in queste fasce orarie che le autorità sanitarie consigliano di evitare sforzi fisici prolungati all’aperto.
Le città più colpite dall’inquinamento da ozono risultano spesso essere Milano, Torino, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, dove il traffico urbano aggrava il quadro ambientale. In Emilia-Romagna sono già 23 sulle 34 le stazioni di monitoraggio che hanno oltrepassato i 25 giorni di superamento consentiti per legge del valore obiettivo di 120 microgrammi al metro cubo di ozono sulla media mobile delle 8 ore. L’ozono è un potente irritante per le vie respiratorie e l’esposizione prolungata a concentrazioni elevate può causare tosse, affanno, riduzione della funzionalità polmonare e, nei casi più critici, crisi respiratorie nei soggetti asmatici o cardiopatici.
Le previsioni a medio termine mostrano che almeno fino al 15-20 giugno non si intravedono significative interruzioni temporalesche in grado di attenuare la calura. Tra il 9 e il 15 giugno si avrà una leggera attenuazione dell’influenza anticiclonica, ma le condizioni meteo continueranno a rimanere generalmente stabili e asciutte, con precipitazioni ancora carenti su tutto il territorio nazionale. Solo nella terza settimana di giugno è prevista una parziale rottura del dominio anticiclonico sulle regioni settentrionali, dove le precipitazioni potrebbero tornare grazie al passaggio di fronti instabili che riporterebbero temporali e piogge in particolare sulla Pianura Padana e sull’Arco Alpino.
Il connubio tra caldo africano, assenza di vento e forte irraggiamento solare porta a un effetto serra locale che aumenta il disagio bioclimatico urbano, con il cemento, l’asfalto e la scarsa presenza di vegetazione nelle città italiane che agiscono come serbatoi di calore. Secondo una ricerca pubblicata da Nature Communications, le ondate di calore combinate con l’inquinamento atmosferico potrebbero aumentare del 20-30% la mortalità estiva nei centri urbani europei nei prossimi decenni, se non verranno attuate misure di mitigazione climatica e urbanistica. Per giugno 2025, l’allerta non sarà solo meteorologica ma anche ambientale, con i livelli di qualità dell’aria che dovranno essere attentamente monitorati, soprattutto in coincidenza con episodi di caldo prolungato e assenza di ventilazione.