Meteo, Clamorosa Svolta la Prossima Settimana: ecco come sarà il tempo da lunedì 16 giugno

L’anticiclone africano mostra segni di cedimento: dal 16 giugno una goccia fredda dalla Francia minaccia di portare temporali estremi e grandinate nel Nord Italia.

La stabilità atmosferica che ha caratterizzato l’inizio di giugno 2025 si avvia verso una fase di profonda trasformazione, con il promontorio subtropicale africano destinato a subire un drastico ridimensionamento nelle prossime ore. Le proiezioni meteorologiche delineano uno scenario di cambiamento radicale che interesserà principalmente le regioni del Centro-Nord Italia, dove l’arrivo di una massa d’aria fredda in quota potrebbe innescare fenomeni temporaleschi di notevole intensità.

La settimana compresa tra il 9 e il 16 giugno ha visto il consolidamento di un’area di alta pressione di origine sahariana che si è estesa per migliaia di chilometri, proteggendo il bacino del Mediterraneo e gran parte dell’Europa da Gibilterra fino alla Scandinavia. Questa configurazione atmosferica, caratterizzata da una sorta di blocco meteorologico, ha garantito condizioni di stabilità con temperature che hanno raggiunto valori significativamente superiori alle medie climatiche di riferimento. L’anticiclone africano, alimentato da aria calda in quota, ha determinato un incremento termico particolarmente pronunciato sul versante tirrenico, in Puglia e nelle isole maggiori, dove le temperature massime hanno sfiorato i 35-36 gradi centigradi, con punte locali fino a 40 gradi in Sardegna.

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L’anticiclone subtropicale africano presenta caratteristiche strutturali che lo differenziano significativamente dall’anticiclone delle Azzorre, rendendolo paradossalmente più vulnerabile alle incursioni di aria fredda provenienti dalle alte latitudini. Mentre l’anticiclone delle Azzorre è caratterizzato da elevati valori di pressione al suolo e da una maggiore stabilità dinamica, l’alta pressione di origine sahariana si distingue per la presenza di aria molto calda che, nonostante gli elevati valori di geopotenziale in quota, non presenta valori di pressione al suolo particolarmente elevati. Questa peculiarità meteorologica è determinata dal fatto che l’aria calda, espandendosi, tende a diminuire la sua densità, creando nei bassi strati atmosferici delle condizioni di relativa instabilità che possono essere sfruttate da sistemi perturbati in transito.

Le masse d’aria di origine sahariana, inizialmente caratterizzate da scarsa umidità, acquisiscono durante il loro trasferimento sul Mediterraneo notevoli quantità di vapore acqueo attraverso i processi di evaporazione marina. Questo fenomeno determina un incremento dell’instabilità potenziale, particolarmente evidente nelle ore centrali della giornata quando il riscaldamento solare intensifica i moti convettivi. L’aria calda e umida che raggiunge l’Italia meridionale e centrale presenta quindi caratteristiche termodinamiche che, in presenza di un trigger dinamico esterno, possono favorire lo sviluppo di fenomeni convettivi anche di notevole intensità.

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Le proiezioni modellistiche indicano per lunedì 16 giugno l’arrivo di una perturbazione di particolare rilevanza meteorologica, configurata come una goccia fredda in quota proveniente dal settore francese. Questo sistema perturbato rappresenta un nucleo di aria fredda che, distaccandosi dalle correnti principali delle alte latitudini, si muove autonomamente verso latitudini più meridionali, mantenendo le sue caratteristiche termiche originarie. La goccia fredda costituisce un fenomeno meteorologico di particolare interesse in quanto capace di innescare contrasti termici estremamente marcati quando entra in contatto con masse d’aria calda preesistenti.

L’interazione tra il nucleo freddo in quota e l’aria calda e umida stazionante nei bassi strati atmosferici creerà le condizioni ideali per lo sviluppo di celle temporalesche supercellulari, caratterizzate da un’elevata efficienza nella produzione di precipitazioni intense e fenomeni grandinigeni. I forti contrasti termici e igrometrici che si verranno a creare favoriscono infatti l’instaurarsi di correnti ascensionali molto vigorose, capaci di sostenere la formazione di chicchi di grandine di dimensioni considerevoli. Il pericolo maggiore, secondo le elaborazioni meteorologiche più recenti, riguarderà principalmente le regioni settentrionali e centro-settentrionali della penisola.

Le aree maggiormente a rischio

Le regioni del Nord Italia si troveranno in prima linea rispetto all’arrivo del sistema perturbato, con particolare riferimento a Piemonte, Liguria, Lombardia e Valle d’Aosta, dove l’orografia complessa potrà amplificare gli effetti dei fenomeni convettivi. Le Alpi occidentali agiranno infatti come catalizzatore per i processi di sollevamento orografico, intensificando ulteriormente l’attività temporalesca e favorendo la concentrazione delle precipitazioni sui versanti esposti alle correnti umide meridionali. Anche il Veneto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia sono inseriti nell’area di allerta per fenomeni temporaleschi significativi.

La Toscana settentrionale rappresenta il limite meridionale dell’area di maggiore pericolosità, dove l’Appennino tosco-emiliano potrà fungere da barriera orografica capace di focalizzare l’attività convettiva. Le caratteristiche topografiche di queste regioni, con la presenza di rilievi montuosi significativi e di pianure estese, creano infatti condizioni particolarmente favorevoli per l’intensificazione dei fenomeni temporaleschi, attraverso meccanismi di convergenza delle correnti umide e di forzante orografica che amplificano i moti ascensionali.

L’evento meteorologico previsto per lunedì 16 giugno rappresenta potenzialmente l’inizio di una fase di maggiore dinamicità atmosferica che potrebbe caratterizzare la seconda metà del mese. Le elaborazioni modellistiche a lungo termine suggeriscono infatti che il periodo compreso tra il 15 e il 20 giugno potrebbe vedere un’evoluzione verso configurazioni bariche più instabili, con la possibilità di ulteriori incursioni di aria fredda da nord capaci di contrastare l’egemonia dell’anticiclone africano. Questa transizione verso pattern meteorologici più variabili rappresenterebbe un cambiamento significativo rispetto alla stabilità che ha caratterizzato l’inizio dell’estate meteorologica.

La capacità dell’anticiclone subtropicale di mantenere il controllo sulle condizioni meteorologiche europee dipenderà dalla forza e dalla persistenza delle correnti fredde atlantiche, che potrebbero trovare varchi nell’imponente struttura di alta pressione attualmente dominante. Il monitoraggio delle prossime evoluzioni modellistiche risulterà fondamentale per confermare o ridimensionare lo scenario di maltempo previsto, considerando che la precisione delle previsioni meteorologiche a medio termine rimane ancora soggetta a margini di incertezza significativi, particolarmente per fenomeni di scala locale come i temporali supercellulari.