L’Italia si prepara ad affrontare una delle più estese limitazioni alla circolazione stradale degli ultimi anni. Dal 1° ottobre 2025 scatterà il blocco definitivo per le automobili diesel Euro 5 in quattro delle principali regioni del Nord Italia, una misura che coinvolgerà oltre un milione di veicoli tra Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Il provvedimento rappresenta l’attuazione del decreto governativo numero 121 del 2023, che impone alle regioni del Bacino Padano l’adozione di misure stringenti per contrastare l’inquinamento atmosferico, anche in risposta alle procedure d’infrazione europee aperte contro l’Italia.
Come riconoscere se la propria auto è a rischio blocco
Le automobili diesel Euro 5 sono quelle immatricolate tra settembre 2009 e agosto 2015, prima dell’introduzione della più rigorosa normativa Euro 6. Per verificare con certezza la classe ambientale del proprio veicolo, esistono diversi metodi di controllo che ogni automobilista può utilizzare autonomamente.
Il procedimento più immediato consiste nella consultazione del libretto di circolazione. Nei documenti di formato europeo A4, l’informazione relativa alla classe ambientale è riportata nella sezione V.9, dove viene specificato il regolamento europeo rispettato dal veicolo. Nei libretti di circolazione più datati, invece, è necessario verificare il riquadro 2, dove codici come “715/2007*692/2008” identificano le automobili Euro 5.
Per coloro che preferiscono una verifica digitale, il Portale dell’Automobilista del Ministero delle Infrastrutture offre un servizio gratuito che permette di ottenere tutti i dati sull’omologazione e sul livello di emissioni inserendo semplicemente il numero di targa del veicolo. Questo strumento rappresenta l’alternativa più intuitiva per chi desidera una conferma immediata della classe ambientale della propria automobile.
Territori e orari delle limitazioni
Le restrizioni interesseranno esclusivamente i comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti nelle quattro regioni coinvolte, con modalità di applicazione che variano leggermente da territorio a territorio. In Lombardia, il divieto avrà carattere permanente e riguarderà i giorni feriali dal lunedì al venerdì, dalle 7:30 alle 19:30, nei comuni di Fascia 1 e Fascia 2, incluse le zone B e C di Milano.
Il Piemonte adotterà una misura stagionale, con validità dal 1° ottobre 2025 al 15 aprile 2026 nei giorni feriali dalle 8:30 alle 18:30, interessando città come Torino, Novara, Alessandria, Asti, Cuneo e altri comuni con più di 30.000 abitanti. Successivamente, il blocco sarà riproposto ogni anno dal 15 settembre al 15 aprile.
In Emilia-Romagna le limitazioni avranno invece carattere permanente, applicandosi nei comuni di pianura con oltre 30.000 abitanti e nell’agglomerato urbano di Bologna, attive nei giorni feriali dalle 8:30 alle 18:30. Il Veneto implementerà il blocco dal 1° ottobre 2025 con un sistema di allerta a tre livelli, estendendo il divieto anche ai veicoli commerciali diesel Euro 5 in caso di allerta rossa.
Importo delle sanzioni e conseguenze per i trasgressori
Le sanzioni per chi viola i divieti di circolazione oscillano tra 163 e 679 euro, con importi che possono variare leggermente tra le diverse regioni coinvolte. Alcune fonti indicano importi specifici di 168 euro come sanzione base, con possibili variazioni fino a 679 euro a seconda delle circostanze della violazione.
Particolarmente severa è la previsione della sospensione della patente di guida in caso di recidiva, che può durare da 15 a 30 giorni per chi viene sorpreso a circolare nuovamente in violazione del divieto. La sospensione della patente per recidiva viene disposta quando il conducente commette due violazioni identiche nel corso di un biennio.
I controlli per il rispetto delle limitazioni saranno intensificati dalle forze dell’ordine locali, con particolare attenzione nelle zone a traffico limitato e nei centri urbani più critici dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico. L’applicazione delle sanzioni potrà essere verificata anche attraverso sistemi di controllo automatizzato già attivi in molte città del Nord Italia.
Il sistema MoVe-In come alternativa al blocco
Per gli automobilisti che non possono o non intendono sostituire immediatamente la propria automobile, esiste una soluzione alternativa rappresentata dal sistema MoVe-In (Monitoraggio dei Veicoli Inquinanti), già attivo in diverse regioni del Nord Italia. Questo servizio prevede l’installazione di una scatola nera GPS sul veicolo, che monitora costantemente gli spostamenti e consente di circolare entro un limite annuale di chilometri prestabilito.
Il funzionamento del sistema è relativamente semplice: una volta installato il dispositivo, il veicolo può circolare liberamente fino al raggiungimento del tetto massimo di percorrenza assegnato, dopodiché non sarà più possibile accedere alle aree soggette a limitazioni fino alla fine dell’anno di adesione al servizio. Per le automobili diesel Euro 5, la soglia chilometrica annuale può variare da 2.000 chilometri per l’Area B di Milano fino a 11.000 chilometri in Piemonte.
I costi del servizio MoVe-In sono relativamente contenuti: in Piemonte, dal 1° agosto 2024, la regione offre la gratuità della fornitura e dell’installazione per i nuovi aderenti, con costi annuali di abbonamento ridotti a 20 euro anziché 50 euro. In altre regioni, i costi massimi prevedono 30 euro per l’installazione della scatola nera e 20 euro per la fornitura del servizio annuale.
Impatto numerico del provvedimento
La portata del blocco è considerevole dal punto di vista numerico: secondo i dati dell’Automobile Club d’Italia, al 31 dicembre 2023 circolavano in Italia 3.749.484 veicoli diesel Euro 5. Nelle quattro regioni interessate dal provvedimento, i veicoli coinvolti sono oltre un milione: 484.000 in Lombardia, più di 340.000 in Veneto, circa 270.000 in Emilia-Romagna e 236.000 in Piemonte.
Questa numerosità significativa riflette l’età media del parco auto italiano, che si attesta sui 13 anni, con una percentuale considerevole di veicoli ancora in circolazione nonostante l’introduzione di normative più restrittive. Le automobili Euro 5 rappresentano una categoria di veicoli non propriamente obsoleti, considerando che lo standard fu applicato ai nuovi modelli immessi sul mercato da settembre 2009 e rimase in vigore fino al 2014-2015.
Possibili sviluppi normativi
Nonostante la data di entrata in vigore sia ormai prossima, il governo italiano starebbe valutando un emendamento al decreto infrastrutture per fermare o rinviare l’applicazione della normativa. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha dichiarato l’intenzione di “annullare il blocco delle auto con motore Euro 5 diesel”, definendo il provvedimento “una delle follie della Commissione von der Leyen”.
Tuttavia, gli esperti del settore automotive sconsigliano di rimandare eventuali decisioni, considerando che più si avvicina la data di entrata in vigore dei divieti, maggiore è la probabilità che il valore residuo delle automobili diesel Euro 5 diminuisca significativamente. La misura si inserisce nel quadro più ampio dell’attuazione delle direttive europee sulla qualità dell’aria, con l’obiettivo di ridurre le emissioni nocive provenienti dal parco auto più obsoleto.
In conclusione, gli automobilisti proprietari di veicoli diesel Euro 5 dovranno prepararsi per tempo alle nuove limitazioni, valutando attentamente le diverse opzioni disponibili: dalla sostituzione del veicolo all’adesione al sistema MoVe-In, fino all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi nelle aree e nei periodi interessati dai divieti. La complessità del provvedimento richiede una pianificazione accurata per evitare sanzioni e disagi nella mobilità quotidiana.