Nazionale, Mancini chiama l’Italia: “Mi piacerebbe tornare CT per vincere il Mondiale”

Roberto Mancini si candida apertamente per il ritorno sulla panchina della Nazionale italiana dopo l’esonero di Spalletti, ammettendo gli errori del passato e manifestando disponibilità al dialogo con Gravina per centrare l’obiettivo Mondiale 2026.

Roberto Mancini torna a farsi sentire nel momento più delicato della Nazionale italiana, lanciando un appello diretto alla Federazione per un possibile ritorno sulla panchina azzurra dopo l’esonero di Luciano Spalletti. L’ex commissario tecnico campione d’Europa nel 2021 ha rilasciato dichiarazioni inequivocabili alla Gazzetta dello Sport, manifestando apertamente il desiderio di guidare nuovamente l’Italia verso la qualificazione al Mondiale 2026.

“Per un allenatore non c’è cosa più bella che guidare la Nazionale: io ho vinto con i club, ma se vinci con l’Italia è un’altra cosa. E perché si tornerebbe sempre dove si è stati felici”, ha dichiarato Mancini con evidente nostalgia per l’esperienza vissuta a Coverciano. Il tecnico jesino non ha nascosto i rimpianti per la decisione presa nell’agosto 2023, quando decise di lasciare la panchina azzurra per intraprendere l’avventura in Arabia Saudita, rivelatasi poi fallimentare e conclusasi con una risoluzione consensuale nell’ottobre 2024.

La candidatura di Mancini arriva in un momento di profonda crisi per la Nazionale italiana, che dopo la pesante sconfitta per 3-0 contro la Norvegia ha visto l’esonero di Spalletti. Il presidente federale Gabriele Gravina si trova ora costretto a individuare un nuovo profilo in grado di risollevare le sorti degli Azzurri e garantire la qualificazione ai Mondiali del 2026, evitando così la terza esclusione consecutiva dalla competizione iridata.

“Se io e Gravina avessimo parlato di più in quelle settimane, e anche prima, per chiarire certe situazioni, non sarebbe successo nulla”, ha ammesso Mancini, riconoscendo le proprie responsabilità nella rottura del rapporto con la Federazione. L’ex commissario tecnico ha sottolineato come non sentisse più la fiducia di prima, ma ha precisato di non aver mai espresso direttamente al presidente le proprie preoccupazioni, definendo questa mancanza di dialogo “la mia colpa”.

Il riavvicinamento tra Mancini e Gravina sembra tuttavia possibile, considerando le dichiarazioni dell’allenatore che ha confermato di aver già avuto colloqui chiarificatori con il presidente federale. “Ricomporre con Gravina? Non credo sarebbe un problema. Ci siamo già visti, ci siamo parlati, il presidente sa che nella vita si fanno anche errori”, ha spiegato Mancini, aprendo concretamente alla possibilità di un ritorno. Questa disponibilità al dialogo rappresenta un elemento significativo, considerando la forte tensione che aveva caratterizzato la separazione nell’estate 2023.

L’esperienza in Arabia Saudita si è rivelata particolarmente deludente per Mancini, che ha collezionato solamente 7 vittorie in 18 partite alla guida dei Falchi Verdi, con risultati che hanno messo a rischio la qualificazione della nazionale saudita ai Mondiali 2026. La maggior parte dei successi è arrivata in amichevoli o contro squadre di livello inferiore, mentre l’Arabia Saudita ha perso tutti gli scontri diretti contro avversari di pari livello, scivolando dal 54° al 59° posto nel ranking FIFA.

Nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo, Mancini può vantare un curriculum di tutto rispetto con la Nazionale italiana, culminato con il trionfo agli Europei 2021. Sotto la sua guida, l’Italia aveva raggiunto risultati storici, tra cui una striscia di 37 partite consecutive senza sconfitte e numerosi record di imbattibilità. “Quando iniziai, nel 2018, dissi che volevo vincere l’Europeo e mi diedero del matto: sembrava un’utopia, parlavano dell’Italia come della settima, ottava favorita”, ha ricordato Mancini, sottolineando come il percorso verso il successo europeo sia stato costruito metodicamente in quattro anni.

L’allenatore ha manifestato grande fiducia nelle possibilità dell’Italia di qualificarsi per i Mondiali 2026, nonostante la situazione attuale del girone di qualificazione veda la Norvegia al comando con 9 punti in 4 partite, mentre gli Azzurri hanno ottenuto i primi 3 punti battendo la Moldavia dopo la sconfitta iniziale a Oslo. “Io sono convinto che ci siano tutti i mezzi necessari per essere al Mondiale fra un anno. Anzi, sono abbastanza sicuro che ci andremo”, ha dichiarato con determinazione.

La prospettiva di un eventuale ritorno di Mancini rappresenterebbe “una bella sfida” ma anche “un bel rischio”, come ha ammesso lo stesso tecnico, consapevole delle aspettative e delle pressioni che comporterebbe riprendere in mano una situazione così delicata. “A volte bisogna prenderselo qualche rischio, no? L’unico debito che sento con i tifosi è proprio quello: che, come ho sempre detto, mi sarebbe piaciuto, e mi piacerebbe, vincere un Mondiale”, ha aggiunto, evidenziando come l’obiettivo iridato rimanga il grande sogno incompiuto della sua carriera.

Attualmente la Federazione sta valutando diverse opzioni per la successione di Spalletti, con Gennaro Gattuso che sembra essere il candidato in pole position dopo aver avuto colloqui con Gianluigi Buffon, capo delegazione della Nazionale. Claudio Ranieri, inizialmente considerato la prima scelta di Gravina, ha invece declinato l’offerta per concentrarsi sul ruolo dirigenziale alla Roma. Altri nomi in circolazione includono Fabio Cannavaro, Daniele De Rossi e suggestioni internazionali come José Mourinho e Rafa Benitez.

La candidatura di Mancini gode di ampio gradimento tra i tifosi italiani, come testimoniano i numerosi sondaggi che lo vedono come il favorito per un eventuale ritorno. Il suo nome rappresenta una garanzia in termini di esperienza internazionale e conoscenza del gruppo azzurro, elementi che potrebbero rivelarsi decisivi in una fase così delicata per il calcio italiano. La decisione finale spetterà a Gravina, che ha dichiarato di voler utilizzare tutto il tempo a disposizione per valutare non solo i nomi ma anche i progetti tecnici che i candidati potranno presentare.

“A Coverciano stavo da dio, con tutti. C’era proprio un bel clima”, ha concluso Mancini, lasciando trasparire tutta la nostalgia per un periodo che ha rappresentato l’apice della sua carriera di allenatore. Il suo appello rappresenta una mano tesa verso la Federazione e un chiaro segnale di disponibilità a rimettere in discussione scelte passate per il bene della Nazionale italiana, in vista di una qualificazione mondiale che appare sempre più complicata ma non impossibile da raggiungere.