Blackout Spagna, causato dall’eccessiva tensione: presentato il rapporto governativo

Il rapporto governativo conferma che il blackout del 28 aprile in Spagna è stato causato da sovratensioni che hanno superato la capacità di controllo del sistema elettrico.

La ministra spagnola per la Transizione ecologica, Sara Aagesen, ha presentato oggi il rapporto conclusivo della Commissione governativa incaricata di indagare sulle cause del devastante blackout che il 28 aprile scorso ha oscurato totalmente la Spagna, paralizzando anche Portogallo e alcune zone della Francia. Il massiccio incidente, che ha interessato quasi 50 milioni di persone nella penisola iberica, ha avuto come causa principale un fenomeno di sovratensione che il sistema elettrico non è riuscito a controllare, secondo quanto emerso dalle indagini ufficiali.

La presentazione del rapporto, avvenuta al termine dell’odierno Consiglio dei ministri, ha chiarito i meccanismi tecnici che hanno portato al collasso del sistema elettrico iberico alle 12:33 del 28 aprile. Il sistema non ha avuto la capacità di controllo della tensione dinamica, ha spiegato Aagesen, evidenziando come la rete elettrica spagnola sia stata sopraffatta da un’improvvisa oscillazione dei flussi di potenza che ha innescato una reazione a catena irreversibile.

Le indagini tecniche condotte dalla Commissione governativa, presieduta dalla stessa ministra Aagesen, hanno identificato le prime interruzioni della produzione elettrica in tre province specifiche: Granada, Badajoz e Siviglia, dove si sono verificati distacchi di centrali elettriche dovuti proprio ai fenomeni di sovratensione. Questi distacchi automatici, attivati dai sistemi di protezione quando la tensione supera i limiti di sicurezza, hanno causato la perdita improvvisa di circa 2.200 megawatt di capacità produttiva in meno di venti secondi.

La sequenza degli eventi che ha portato al collasso totale del sistema elettrico si è sviluppata con una rapidità eccezionale, secondo quanto ricostruito dall’operatore di rete Red Eléctrica e confermato dalle analisi dell’European Network of Transmission System Operators (ENTSO-E). Le sovratensioni registrate nelle sottostazioni hanno superato i parametri di sicurezza, costringendo i sistemi di protezione automatica delle centrali elettriche a disconnettersi dalla rete per evitare danni alle apparecchiature. Questa perdita massiccia e improvvisa di generazione ha provocato un rapido calo della frequenza di rete, che non è riuscita a stabilizzarsi nonostante gli interventi automatici del sistema.

Il rapporto governativo ha anche evidenziato le carenze strutturali del sistema elettrico iberico che hanno aggravato la situazione, tra cui la limitata capacità di interconnessione con il resto d’Europa e le insufficienti riserve di frequenza. La bassa inerzia del sistema, legata alla scarsa presenza di turbine rotanti durante le fasi critiche e alla predominanza di fonti rinnovabili basate su inverter non configurati per creare autonomamente la frequenza di rete, ha contribuito al collasso generale in meno di trenta secondi.

Durante la presentazione, la ministra Aagesen ha respinto categoricamente le teorie che attribuivano il blackout a presunti esperimenti governativi con le energie rinnovabili, definendole “totalmente false” e invitando a non diffondere disinformazione mentre le indagini sono ancora in corso. Le istituzioni comunitarie hanno confermato che le energie rinnovabili non sono state la causa dello “zero energetico”, mentre l’Agenzia Internazionale dell’Energia ha sottolineato come incidenti simili si verifichino in ogni parte del mondo, anche con un mix di energie fossili.

Il blackout del 28 aprile ha rappresentato un evento senza precedenti nella storia del sistema elettrico spagnolo, come ha sottolineato il primo ministro Pedro Sánchez, che ha definito eccezionale “la scomparsa improvvisa di 15 gigawatt di potenza in un periodo così breve”. L’interruzione ha causato il caos totale nel paese, con la metropolitana di Madrid completamente bloccata, circa 35.000 passeggeri evacuati dai treni fermi lungo le linee ferroviarie, e la cancellazione di 344 voli sui 6.000 programmati negli aeroporti nazionali.

Le conseguenze economiche del blackout sono state stimate dalla Confederación Española de Organizaciones Empresariales (CEOE) in 1,6 miliardi di euro, pari allo 0,1% del Prodotto interno lordo nazionale. Il bilancio umano ha registrato almeno otto morti, principalmente causate da avvelenamento da monossido di carbonio dovuto a generatori elettrici difettosi e da un incendio in un palazzo di Madrid, oltre a circa 25 feriti per diverse cause legate all’interruzione dell’energia elettrica.

Il processo di ripristino del sistema elettrico ha richiesto un approccio tecnico scrupoloso e graduale, come spiegato da fonti del settore energetico consultate durante l’emergenza. Madrid è stata l’ultima comunità autonoma a vedere ripristinata completamente l’energia elettrica, essendo una regione deficitaria in produzione elettrica e dipendente dalle forniture esterne. Il piano di contingenza di Red Eléctrica ha proceduto comunità per comunità, iniziando dalle regioni settentrionali e meridionali con maggiore capacità di generazione autonoma, per poi estendersi a Catalogna e infine a Madrid.

Le indagini condotte dalla Commissione governativa si sono concentrate su due possibili cause principali: la sovratensione imprevista nel sistema e il mancato funzionamento dei meccanismi di sicurezza noti come “firewall”, che avrebbero dovuto contenere il problema. Questi sistemi di protezione sono distribuiti tra la rete gestita da Red Eléctrica e gli impianti delle società di generazione e distribuzione dell’elettricità, rendendo complessa l’identificazione precisa del punto di origine del guasto.

Nonostante le conclusioni preliminari presentate oggi, la ministra Aagesen ha ammesso di non poter garantire con certezza che un blackout simile non si ripeterà in futuro, pur assicurando che “il sistema è rafforzato” e che verranno adottate tutte le misure necessarie per prevenire incidenti analoghi. La Commissione governativa continuerà le sue indagini per completare l’analisi tecnica entro il termine massimo di 90 giorni dall’inizio dell’inchiesta, come indicato dalla stessa ministra durante la presentazione del rapporto.

L’evento del 28 aprile ha evidenziato la vulnerabilità delle moderne reti elettriche interconnesse e la necessità di rafforzare i sistemi di protezione contro i fenomeni di sovratensione. Il blackout ha inoltre sottolineato l’importanza delle interconnessioni elettriche europee, che attualmente collegano la Spagna al resto del continente con una capacità limitata, passata da 1.400 a 2.800 megawatt dopo la realizzazione del collegamento in corrente continua tra Spagna e Francia attraverso i Pirenei. Tuttavia, questa capacità si è rivelata insufficiente per gestire un’emergenza di tale portata, confermando la necessità di investimenti maggiori nelle infrastrutture di interconnessione per garantire la sicurezza energetica europea.