Meteo Estate 2025, ecco le prime proiezioni: come sarà il tempo a Luglio e Agosto

Le proiezioni del Centro Europeo confermano un’estate 2025 da record con anomalie termiche di +1-2°C per luglio e agosto, temperature fino a 45°C, dominio dell’anticiclone africano e rischio di eventi estremi.

Le ultime elaborazioni del Centro Europeo per le Previsioni a Medio Termine delineano uno scenario climatico eccezionalmente critico per i mesi centrali dell’estate 2025, con anomalje termiche positive diffuse che interesseranno l’intera Europa e in particolare l’Italia.

Secondo le proiezioni stagionali aggiornate dell’ECMWF, già dal mese di luglio si registreranno scostamenti termici compresi tra +1°C e +2°C rispetto alle medie climatologiche di riferimento. Questo dato apparentemente modesto si tradurrà nella pratica in un incremento significativo delle giornate caratterizzate da temperature massime superiori ai 35°C, con la possibilità di registrare fino a 10-15 giorni aggiuntivi caratterizzati da condizioni di caldo estremo rispetto ai valori storici attesi.

Le mappe stagionali evidenziano un’estensione dell’anomalia termica positiva dalla Penisola Iberica alla Francia, fino all’Europa orientale, con il bacino del Mediterraneo che non farà eccezione a causa della crescente influenza dell’anticiclone subtropicale africano. Il mese di luglio 2025 sarà caratterizzato da almeno due o tre ondate di calore principali, ognuna delle quali avrà una durata di 5-7 giorni, accompagnate da picchi estremi che nelle aree interne della Sicilia, Calabria, Basilicata e Sardegna potrebbero spingersi oltre i 42°C.

Il mese di agosto potrebbe proseguire su questo stesso trend di eccezionale intensità termica, con temperature superiori alla norma su buona parte del bacino del Mediterraneo. Le proiezioni più recenti indicano anomalie fino a +3°C sulla Pianura Padana e sulle aree appenniniche centrali, mentre il resto della Penisola oscillerà comunque su valori sopra media. Sulle Isole Maggiori, come Sicilia e Sardegna, si toccheranno facilmente i 40°C, in un contesto reso ancora più insopportabile dalla quasi totale assenza di ventilazione.

I modelli stagionali, inclusi quelli elaborati dallo European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, sembrano orientarsi verso una configurazione in cui l’alta pressione nordafricana esercita un’influenza marcata sul bacino del Mediterraneo centrale e quindi anche sull’Italia. Le città metropolitane come Napoli, Palermo, Catania e Bari sperimenteranno condizioni critiche con elevate temperature minime notturne e aria opprimente durante il giorno.

Dall’Anticiclone delle Azzorre a quello Africano

Fino agli anni ’80 e ’90, le estati mediterranee erano caratterizzate dalla presenza dell’Anticiclone delle Azzorre, più mite e stabile, mentre oggi a dominare la scena è l’Anticiclone Nord-Africano, molto più caldo e persistente. Questa trasformazione strutturale dei pattern atmosferici comporta non solo un aumento delle temperature medie, ma anche una maggiore persistenza delle condizioni di caldo estremo, con ondate di calore che tendono a prolungarsi per settimane consecutive.

L’anticiclone subtropicale africano, che un tempo rappresentava un’eccezione nelle configurazioni meteorologiche estive del Mediterraneo, sta progressivamente sostituendo il più mite anticiclone delle Azzorre che caratterizzava le estati fino alla fine del secolo scorso. Il fenomeno delle cosiddette “fiammate africane” sta diventando sempre più frequente e intenso negli ultimi anni, rappresentando una delle manifestazioni più evidenti del cambiamento climatico in atto sul continente europeo.

Le previsioni per l’estate 2025 indicano che si potrebbero raggiungere i 45 gradi, con la possibilità di superare anche questa soglia critica. Già nei primi giorni di giugno 2025, numerose aree del Sud Italia stanno registrando valori superiori ai 40°C, con le regioni più colpite che includono Sicilia, Puglia, Basilicata e Calabria, dove le massime giornaliere hanno già toccato e in alcuni casi superato i 45°C.

Il problema non è solo termico, ma sistemico: il calore si accumula giorno dopo giorno, generando un effetto domino che rende vano ogni tentativo naturale di dispersione dell’energia. Le notti tropicali, con minime che restano oltre i 30 gradi, peggiorano la situazione, impedendo un reale raffreddamento notturno e affaticando ulteriormente l’organismo umano. Il Ministero della Salute ha già diramato allerte meteo calore con livelli arancioni e gialli per diverse città italiane.

Rischio di eventi meteorologici estremi

Nonostante il dominio previsto dell’alta pressione africana, non va sottovalutato il rischio di eventi temporaleschi intensi pronti ad interrompere le fiammate di caldo. Il surplus di calore e la crescente umidità nei bassi strati potrebbero fornire il carburante necessario per lo sviluppo di temporali violenti ogni qual volta degli spifferi di aria più fresca e instabile riusciranno a far breccia nell’anticiclone.

Capita infatti che, dopo un’ondata di caldo, al primo ingresso freddo in quota, solitamente in discesa dal Nord Europa, i moti convettivi vengano particolarmente esaltati provocando grandinate e forti colpi di vento. Questi fenomeni si generano quando masse d’aria molto calda e umida si scontrano con impulsi più freschi in quota, una miscela esplosiva che può innescare celle temporalesche molto attive, in grado di scaricare enormi quantitativi di pioggia in poco tempo.

Le proiezioni stagionali indicano precipitazioni inferiori alla media in gran parte del territorio nazionale, con un deficit pluviometrico fino a -60 mm nei tre mesi estivi. Le conseguenze potrebbero essere gravi per l’agricoltura, già messa sotto pressione in molte località da una primavera asciutta e da riserve idriche in difficoltà. L’approvvigionamento d’acqua per uso civile e industriale potrebbe entrare in crisi in alcune zone, in particolare al Sud, in Sicilia e Sardegna.

Permangono le anomalie termiche del mar Mediterraneo, che molto influiscono sulla meteorologia dei Paesi dell’area: nel bacino mediterraneo, tra Libia e Sicilia così come sul mar Tirreno fra Sicilia e Calabria ed al largo delle coste sarde, l’acqua si riscalderà fino a toccare i 27°C. Questa prima fase della stagione calda, con un clima già estremo, si preannuncia prologo ad una lunga estate rovente con alte temperature fino ad ottobre inoltrato, amplificando le conseguenze sulle regioni maggiormente sottoposte a stress termico.

L’estate 2025 conferma il trend in atto ormai da diversi anni: le stagioni calde tendono ad allungarsi, iniziando in primavera avanzata e concludendosi talvolta ben oltre il termine canonico di settembre. Si parla sempre più spesso di “Estate lunga”, ossia di una stagione che, per effetto del riscaldamento globale, può durare fino a 150 giorni consecutivi. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle regioni del Sud Italia e sulle isole, dove la persistenza dell’Anticiclone subtropicale determina condizioni di caldo costante, senza interruzioni significative, con un numero crescente di giorni consecutivi con temperature massime superiori ai 35°C.