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Ecco come gli USA hanno bombardato i siti nucleari dell’Iran con i bombardieri strategici B-2 Spirit -VIDEO-

Gli Stati Uniti hanno condotto un attacco aereo contro tre siti nucleari iraniani utilizzando bombardieri B-2 Spirit e bombe bunker buster GBU-57.
Credit © Wikipedia

Gli Stati Uniti hanno lanciato nella notte tra il 21 e il 22 giugno 2025 un attacco aereo di precisione contro tre strategici siti nucleari iraniani, segnando l’ingresso diretto di Washington nel conflitto che da oltre una settimana oppone Israele alla Repubblica islamica. L’operazione militare, annunciata dal presidente Donald Trump attraverso il social network Truth, ha visto l’impiego dei bombardieri strategici B-2 Spirit

I velivoli americani hanno colpito simultaneamente gli impianti di Fordow, Natanz e Isfahan, tre dei principali centri del programma nucleare iraniano. Trump ha dichiarato che “un carico completo di bombe è stato sganciato sugli impianti di Ispahan, Natanz e Fordo”, rivendicando la completa distruzione delle capacità iraniane di arricchimento dell’uranio. L’operazione ha rappresentato il primo utilizzo operativo delle superbombe bunker buster GBU-57 contro obiettivi sotterranei fortificati.

L’attacco è stato condotto secondo una precisa strategia operativa che ha visto protagonisti sei bombardieri B-2 Spirit nel colpire il sito principale di Fordow con una dozzina di bombe GBU-57, mentre parallelamente i sottomarini della Marina americana hanno lanciato circa trenta missili Tomahawk contro gli altri due impianti. La pianificazione dell’operazione aveva previsto anche l’utilizzo di velivoli “esca”: i B-2 decollati dalla base di Whiteman in Missouri e diretti verso Guam non hanno proseguito verso l’Iran, mentre l’attacco è stato compiuto da altri bombardieri già posizionati strategicamente.

Il Northrop Grumman B-2 Spirit rappresenta l’apice della tecnologia aeronautica militare americana, con un costo unitario di 2,1 miliardi di dollari che lo rende l’aereo militare più costoso mai realizzato. Prodotto in soli 21 esemplari dopo la fine della Guerra Fredda, il bombardiere strategico stealth può coprire oltre 6.000 miglia nautiche senza rifornimento, garantendo capacità di attacco globale dalle basi continentali statunitensi. La sua tecnologia stealth deriva da una combinazione di ridotte emissioni all’infrarosso, acustiche ed elettromagnetiche, rendendo la sua traccia radar equivalente a quella di un frisbee rispetto ai 747 Boeing dei bombardieri convenzionali.

Le caratteristiche tecniche del B-2 ne fanno l’unico velivolo capace di trasportare le devastanti bombe GBU-57A/B Massive Ordnance Penetrator, ordigni “bunker buster” del peso di 30.000 libbre. Questi proiettili, lunghi 20 piedi e contenenti 6.000 libbre di esplosivo ad alto potenziale, sono specificamente progettati per penetrare fino a 200 piedi sottoterra prima di detonare. La robusta corazza esterna permette agli esplosivi di resistere all’impatto con il terreno e raggiungere le profondità necessarie per colpire strutture sotterranee fortificate.

L’impianto di Fordow, situato a circa 20 chilometri dalla città santa di Qom, rappresentava il gioiello del programma nucleare iraniano e il principale obiettivo dell’operazione americana. Costruito all’interno di una montagna alta 960 metri, il sito ospitava circa 2.700 centrifughe a gas per l’arricchimento dell’uranio a una profondità stimata tra 80 e 90 metri sotto la superficie. La sua posizione fortificata, ricavata nella roccia compatta attraverso tunnel di accesso controllati, era considerata inespugnabile da parte delle forze israeliane.

Il complesso di Natanz, situato 250 chilometri a sud di Teheran, costituisce il più grande impianto iraniano per l’arricchimento dell’uranio. La struttura comprende sei edifici fuori terra e tre costruzioni sotterranee, due delle quali possono ospitare fino a 50.000 centrifughe secondo la Nuclear Threat Initiative. Operativo dal 2003, l’impianto aveva raggiunto un livello di arricchimento dell’uranio al 60%, significativamente vicino al 90% necessario per scopi militari.

Isfahan, nel centro dell’Iran, ospita il più grande complesso di ricerca nucleare del paese, inaugurato nel 1984 con l’assistenza della Cina. Il sito impiega circa 3.000 scienziati ed è considerato il centro sospetto delle iniziative nucleari iraniane, dotato di tre piccoli reattori di ricerca forniti dalla Cina, impianti per la produzione di combustibile e vari laboratori specializzati.

L’operazione militare americana ha suscitato immediate reazioni da parte delle autorità iraniane, con il ministro degli Esteri Abbas Araghchi che ha definito gli attacchi “scandalosi” e ha minacciato “conseguenze eterne”. Il governo di Teheran ha denunciato l’azione come una “grave violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari”. Nonostante i bombardamenti, l’Organizzazione per l’Energia Atomica iraniana ha dichiarato che “il programma nucleare continuerà” attraverso gli sforzi dei propri scienziati.

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica ha comunicato che “al momento non sono stati segnalati aumenti dei livelli di radiazione” all’esterno dei siti nucleari colpiti nei bombardamenti statunitensi. Questa conferma tecnica ha fornito rassicurazioni sulla sicurezza ambientale dell’operazione, nonostante la portata distruttiva degli ordigni impiegati.

Il presidente Trump ha giustificato l’intervento militare come risposta a “quarant’anni di provocazioni, minacce e violenze contro Israele e gli Stati Uniti”, definendo l’Iran “il bullo del Medio Oriente”. In un discorso alla nazione, Trump ha dichiarato che “l’obiettivo era la distruzione della capacità di arricchimento nucleare dell’Iran” e ha definito i bombardamenti “un successo spettacolare”. Il presidente ha inoltre minacciato ulteriori azioni militari, affermando che “ci sarà pace o ci sarà una tragedia per l’Iran molto più grande di quella che abbiamo visto negli ultimi otto giorni”.

L’operazione ha rappresentato una svolta strategica nel conflitto mediorientale, con gli Stati Uniti che hanno deciso di supportare direttamente Israele dopo oltre una settimana di attacchi israeliani contro obiettivi iraniani nell’ambito dell'”Operazione Leone Nascente”. La scelta di impiegare i bombardieri B-2 Spirit, mai utilizzati prima contro obiettivi iraniani, sottolinea la determinazione americana nel neutralizzare definitivamente le ambizioni nucleari di Teheran attraverso l’uso della forza militare più avanzata a disposizione.