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Garlasco, ecco di chi sono le tracce sui rifiuti di casa Poggi: trovati Dna di Chiara Poggi e di Alberto Stasi

I primi risultati dell’incidente probatorio sul delitto di Garlasco rivelano solo DNA di Chiara Poggi e Alberto Stasi sui reperti della spazzatura, mentre proseguono le indagini su Andrea Sempio per omicidio in concorso.
Credit © screenshot

L’analisi scientifica sui reperti sequestrati diciotto anni fa nella villetta di via Pascoli a Garlasco ha prodotto i primi risultati dell’incidente probatorio nell’ambito della nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi. I risultati emersi dall’attività peritale condotta dalla genetista Denise Albani e dal dattiloscopista Domenico Marchigiani presso gli uffici della Scientifica della questura di Milano rappresentano un elemento significativo nel procedimento che vede indagato Andrea Sempio per l’omicidio della ventiseienne avvenuto il 13 agosto 2007.

Sul contenuto del sacchetto dell’immondizia sequestrato nella villetta è stato rinvenuto esclusivamente il DNA di Chiara Poggi, mentre l’unica traccia genetica maschile individuata appartiene ad Alberto Stasi, il fidanzato della vittima condannato in via definitiva a sedici anni di reclusione. Le analisi effettuate sui tamponi prelevati dal piattino di plastica, dal piccolo sacchetto azzurro dell’immondizia e dalle linguette dei due yogurt Fruttolo hanno confermato la presenza di materiale biologico attribuibile esclusivamente alla vittima.

Sul sacchetto contenente i cereali avanzati, rinvenuto il giorno dell’omicidio sul divano, è stata confermata la presenza del profilo genetico di Chiara Poggi, insieme al ritrovamento di un capello o pelo di circa tre centimetri la cui natura – se umano o animale – è ancora oggetto di accertamento. Questo elemento costituisce una novità emersa durante le operazioni peritali, rappresentando un reperto precedentemente non catalogato tra quelli analizzati nelle indagini originarie.

L’unico profilo maschile identificato corrisponde ad Alberto Stasi, il cui DNA è stato isolato sulla cannuccia di plastica del brick di Estathé. Tale presenza non costituisce un elemento inaspettato, considerando che l’allora fidanzato di Chiara aveva cenato con la giovane donna la sera precedente al delitto e non aveva mai escluso la possibilità di aver lasciato tracce biologiche nell’abitazione.

La rilevanza investigativa di questi reperti risiede nella teoria della Procura di Pavia secondo cui la pattumiera raccoglierebbe gli avanzi della colazione consumata la mattina del delitto tra Chiara Poggi e i suoi presunti assassini. Questa ipotesi, tuttavia, non trova conferma nei primi risultati dell’incidente probatorio, non essendovi tracce genetiche diverse da quelle della vittima e del fidanzato Stasi nei reperti analizzati.

Nell’ambito delle operazioni scientifiche rimane ancora da completare l’analisi del materiale genetico conservato sui trentaquattro fogli di acetato che hanno preservato le impronte digitali rilevate nella villetta della famiglia Poggi. Questi supporti sono già risultati negativi ai primi test per la verifica dell’eventuale presenza di sangue, ad eccezione della "Traccia 10", definita "sporca" e rinvenuta sulla parte interna della porta della villetta.

La "Traccia 10" rappresenta un elemento particolarmente significativo nelle nuove indagini, essendo stata identificata sulla maniglia interna della porta d’ingresso della casa e non attribuita ad alcuna delle persone sottoposte a confronto. Secondo la ricostruzione investigativa, questa impronta potrebbe essere stata lasciata dall’assassino durante l’abbandono della scena del crimine. La difesa di Alberto Stasi ha formalmente richiesto la ripetizione del test per la ricerca di sangue su questa traccia specifica, considerata dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano come potenzialmente generata da una "mano sporca di sangue" o di "altra sostanza".

Il nuovo incidente probatorio, avviato il 17 giugno 2025 presso la questura di Milano, rappresenta una fase cruciale per la verifica degli elementi che hanno condotto alla riapertura del caso. La nomina dei periti Denise Albani e Domenico Marchigiani è avvenuta dopo la ricusazione del professor Emiliano Giardina, richiesta dai difensori di Alberto Stasi per un’intervista rilasciata in precedenza al programma televisivo "Le Iene".

Le operazioni peritali si concentrano sul confronto delle tracce biologiche rinvenute sulle unghie di Chiara Poggi con altri reperti della scena del delitto, includendo la comparazione con il DNA di Andrea Sempio, il nuovo indagato per omicidio in concorso, e con quello di Alberto Stasi. La consulenza genetica si estende anche ad altri frequentatori della villetta di via Pascoli, nell’ambito di un’analisi che durerà complessivamente tre mesi.

Andrea Sempio, trentasettenne residente a Voghera e istruttore di Krav Maga, era diciannovenne all’epoca dei fatti e grande amico di Marco Poggi, fratello della vittima. La sua posizione investigativa si è consolidata attraverso diverse consulenze tecniche, tra cui l’attribuzione dell’impronta palmare numero 33 rinvenuta sulle scale dove fu trovato il corpo di Chiara Poggi. Le accuse nei confronti di Sempio si basano anche su alcune telefonate effettuate verso casa Poggi tra il 7 e l’8 agosto 2007, quando Chiara si trovava sola in casa durante le vacanze della famiglia.

Il delitto di Garlasco continua a rappresentare un caso giudiziario di particolare complessità, caratterizzato da cinque processi svoltisi tra il 2009 e il 2015 prima della condanna definitiva di Alberto Stasi. L’attuale riapertura delle indagini da parte della Procura di Pavia si basa sull’utilizzo di tecnologie forensi avanzate per l’analisi di reperti mai esaminati precedentemente, nell’ipotesi che l’omicidio possa essere stato commesso in concorso tra più persone.

Alberto Stasi, attualmente detenuto nel carcere di Bollate, ha ottenuto il regime di semilibertà nell’aprile 2025, potendo trascorrere parte del giorno fuori dall’istituto di pena per attività lavorative e di reinserimento sociale. Il quarantunenne, che si è sempre proclamato innocente, ha presentato nel corso degli anni diverse richieste di revisione del processo, tutte rigettate dai tribunali competenti.

La fase processuale attuale prevede il completamento delle operazioni peritali entro tre mesi, con il ritorno in aula fissato per il 24 ottobre 2025 per la discussione delle parti. L’esito dell’incidente probatorio sarà determinante per stabilire se esistano elementi sufficienti per sostenere l’accusa di omicidio in concorso nei confronti di Andrea Sempio, in un caso che dopo diciotto anni continua a suscitare interrogativi sulla dinamica del delitto e sull’identificazione dei responsabili.

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