Un’ondata di maltempo di intensità eccezionale ha colpito ieri pomeriggio le regioni nord-orientali italiane, lasciando dietro di sé un bilancio pesante di danni e una testimonianza impressionante della forza della natura. Nel pomeriggio di giovedì 26 giugno, un’incursione di aria fredda in quota ha incontrato un cuscino di aria calda e umida presente al suolo, innescando violentissimi moti convettivi che hanno portato allo sviluppo di enormi nubi temporalesche.
Questi cumulonembi, spinti dalla forte energia termica, hanno raggiunto vette superiori ai 15 chilometri, sfondando la troposfera e creando le condizioni ideali per la formazione di grandine di dimensioni fuori dal comune. I chicchi, cresciuti rapidamente all’interno delle turbolenze delle celle temporalesche, hanno raggiunto diametri fino a 12 centimetri e pesi stimati oltre i 150 grammi, precipitando al suolo come proiettili di ghiaccio e causando danni ingenti a tetti, automobili, serre e coltivazioni.

Particolarmente colpite le aree tra Veneto e Friuli, dove la grandine ha devastato centinaia di ettari di vigneti e frutteti, mentre in Trentino chicchi fino a 5 centimetri hanno interessato diversi comuni, con Livigno, al confine con la Lombardia, imbiancata da un’intensa grandinata che ha trasformato le strade in un paesaggio invernale. I servizi di protezione civile e i vigili del fuoco hanno lavorato per ore per liberare le strade dai detriti e assistere le numerose persone rimaste intrappolate nei veicoli o danneggiate nelle proprie abitazioni.

Gli esperti meteo sottolineano come questi eventi estremi siano sempre più frequenti e intensi, segnale evidente del cambiamento climatico in atto che, con l’aumento delle temperature medie, alimenta l’energia a disposizione dei fenomeni convettivi più violenti.