L’ondata di calore che ha investito la Svizzera negli ultimi giorni ha costretto la storica centrale nucleare di Beznau, nel cantone di Argovia, a prendere misure drastiche per proteggere l’ecosistema del fiume Aare. Uno dei due reattori dell’impianto è stato completamente spento, mentre il secondo continua a funzionare a capacità ridotta del cinquanta percento, secondo quanto comunicato dalla società di gestione Axpo.
La decisione è stata presa dopo che la temperatura dell’acqua del fiume Aare ha raggiunto la soglia critica di 25 gradi Celsius, limite stabilito dall’Ufficio federale dell’energia svizzero nel 2019 in seguito alla precedente ondata di calore del 2018. Michael Kessler, responsabile della divisione energia nucleare di Axpo, ha sottolineato che “la riduzione della potenza del reattore è una misura prescritta per proteggere l’equilibrio ecologico del fiume Aare”.
La peculiarità della centrale di Beznau risiede nel suo sistema di raffreddamento diretto, che preleva acqua dal fiume Aare per raffreddare i reattori e la restituisce al corso d’acqua con una temperatura leggermente superiore, tipicamente aumentata di 0,7-1 grado Celsius durante il funzionamento a pieno carico. Questa caratteristica la distingue dalle centrali nucleari più moderne di Gösgen e Leibstadt, che utilizzano torri di raffreddamento per minimizzare l’impatto termico sui corsi d’acqua.
La normativa federale svizzera impone rigorose limitazioni per prevenire il surriscaldamento delle acque fluviali durante i periodi estivi, quando la fauna ittica risulta particolarmente vulnerabile alle temperature elevate. Le specie di pesci d’acqua dolce del fiume Aare, come trote e temoli, non possono tollerare temperature dell’acqua significativamente superiori ai 25 gradi Celsius senza subire stress fisiologico grave.
Beznau detiene il primato di essere la centrale nucleare più antica ancora in funzione in Europa, con il primo reattore entrato in servizio commerciale il 24 dicembre 1969 e il secondo il 15 marzo 1972. I due reattori ad acqua pressurizzata rappresentano una testimonianza dell’ingegneria nucleare degli anni Sessanta e Settanta, epoca in cui le considerazioni ambientali erano meno stringenti rispetto agli standard odierni.
L’impianto genera normalmente circa 6.000 gigawattora di elettricità all’anno, equivalenti al doppio del consumo elettrico della città di Zurigo, contribuendo significativamente alla produzione energetica nazionale svizzera. La centrale nucleare è situata su un’isola artificiale nel fiume Aare, vicino al confine con la Germania, in una posizione strategica per l’approvvigionamento idrico necessario al raffreddamento.
La riduzione della capacità produttiva avviene in un momento delicato per il settore energetico svizzero, che sta affrontando la transizione verso fonti rinnovabili pur mantenendo la sicurezza dell’approvvigionamento. L’energia nucleare rappresenta attualmente circa il 30% della produzione elettrica nazionale, rendendo cruciale il funzionamento ottimale degli impianti esistenti.
L’ondata di calore attuale fa parte di un fenomeno meteorologico più ampio che ha interessato gran parte dell’Europa centrale, con la Svizzera che ha registrato giugno 2025 come il secondo più caldo della storia delle misurazioni meteorologiche, superato solo dal giugno 2003. Le temperature eccezionali sono state causate da un sistema di alta pressione che ha intrappolato aria calda proveniente dal Nord Africa sulla regione alpina.
Axpo ha implementato un sistema di monitoraggio continuo delle temperature del fiume per adeguare la produzione energetica alle condizioni ambientali in tempo reale. Questo approccio rappresenta una procedura di routine durante i periodi estivi più caldi, dimostrando l’impegno dell’operatore nel rispetto delle normative ambientali.
La problematica del raffreddamento nucleare durante le ondate di calore non è esclusiva della Svizzera, ma coinvolge numerosi paesi europei. Francia, Germania e Ungheria hanno dovuto adottare misure simili negli ultimi anni, modificando temporaneamente le regolamentazioni sui limiti termici per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.
Il futuro della centrale di Beznau è già stato delineato, con Axpo che ha annunciato la chiusura definitiva dell’impianto entro il 2033, in linea con la strategia svizzera di abbandono graduale dell’energia nucleare approvata dal referendum del 2017. Nel frattempo, l’operatore ha pianificato investimenti per 350 milioni di franchi svizzeri per garantire la sicurezza e il funzionamento dell’impianto fino alla sua dismissione.
L’episodio evidenzia la crescente pressione che i cambiamenti climatici esercitano sull’infrastruttura energetica europea, richiedendo adattamenti tecnologici e normativi per bilanciare le esigenze di produzione elettrica con la protezione dell’ambiente acquatico. La gestione responsabile delle risorse idriche durante i periodi di stress termico diventa sempre più critica per mantenere l’equilibrio tra sicurezza energetica e sostenibilità ambientale.