Il gruppo italiano Ferrero si prepara a segnare un nuovo capitolo nella sua strategia di espansione globale con l’acquisizione di WK Kellogg, il colosso americano dei cereali da colazione, per un valore di circa 3 miliardi di dollari. L’operazione, rivelata dal Wall Street Journal e confermata da fonti vicine al dossier, potrebbe essere finalizzata già entro la fine di questa settimana, unendo due storici giganti dell’industria alimentare sulle opposte sponde dell’Atlantico.
L’annuncio ha scatenato una reazione immediata sui mercati finanziari: il titolo di WK Kellogg ha registrato un balzo spettacolare del 55% nelle contrattazioni after-hours, raggiungendo i 27,87 dollari per azione. La capitalizzazione di mercato della società americana, che attualmente si attesta intorno ai 1,5 miliardi di dollari, risulta quindi significativamente inferiore al prezzo di acquisizione proposto, evidenziando il premio sostanzioso che Ferrero è disposta a pagare per assicurarsi questo asset strategico.
WK Kellogg rappresenta l’eredità di una delle più antiche tradizioni alimentari americane, essendo l’azienda che ha dato vita ai leggendari Corn Flakes nel 1894 grazie all’intuizione di Will Keith Kellogg. Oggi la società controlla marchi iconici come Froot Loops, Frosted Flakes, Rice Krispies, Raisin Bran e Special K, prodotti che hanno definito per generazioni le abitudini della colazione americana e che mantengono una forte riconoscibilità nel mercato globale.
La nascita di WK Kellogg come entità indipendente risale al 2023, quando è stata separata dalla casa madre attraverso uno spin-off che ha diviso l’originaria Kellogg Company in due società distinte. Mentre WK Kellogg si è concentrata sui cereali nordamericani, l’altra metà del business, ribattezzata Kellanova, ha mantenuto il controllo sui marchi di snack globali come Pringles, Pop-Tarts e Cheez-It. Kellanova è stata successivamente acquisita da Mars in un’operazione da oltre 30 miliardi di dollari, completando così la trasformazione del panorama industriale del settore.
Per Ferrero, questa acquisizione rappresenta il coronamento di una strategia di espansione americana iniziata diversi anni fa sotto la guida del presidente esecutivo Giovanni Ferrero. La multinazionale di Alba, che nell’ultimo esercizio fiscale ha registrato un fatturato consolidato di 18,4 miliardi di euro con una crescita dell’8,9% rispetto all’anno precedente, ha già dimostrato la sua capacità di integrazione nel mercato statunitense attraverso acquisizioni mirate e strategiche.
L’approccio di Ferrero agli Stati Uniti è stato metodico e progressivo: nel 2018 l’azienda ha acquisito il business del cioccolato americano di Nestlé per 2,8 miliardi di dollari, portando nel proprio portafoglio marchi storici come Butterfinger, Baby Ruth, 100Grand e Crunch. Successivamente, nel 2022, ha rilevato Wells Enterprises, produttore del celebre gelato Blue Bunny, consolidando ulteriormente la presenza nel segmento dei prodotti refrigerati.
Questi investimenti hanno permesso al gruppo piemontese di posizionarsi come terza azienda dolciaria mondiale nel settore del cioccolato, con oltre 35 marchi distribuiti in più di 170 paesi. La forza lavoro globale ha raggiunto le 47.517 unità al 31 agosto 2024, distribuite tra 37 stabilimenti produttivi su cinque continenti, confermando la dimensione internazionale dell’operazione.
L’acquisizione di WK Kellogg assume particolare rilevanza strategica in un momento di profonda trasformazione del mercato alimentare americano. Il settore dei cereali da colazione, che vale complessivamente 20 miliardi di dollari negli Stati Uniti, sta attraversando una fase di ridefinizione delle abitudini di consumo, con i consumatori sempre più orientati verso prodotti considerati più salutari e nutrizionalmente bilanciati.
La sfida principale per WK Kellogg negli ultimi anni è stata rappresentata proprio da questo cambiamento nelle preferenze alimentari, con una crescente attenzione verso cereali a basso contenuto di zuccheri, ad alto contenuto proteico e con ingredienti naturali. L’azienda ha inoltre dovuto confrontarsi con le pressioni dell’amministrazione Trump, che attraverso l’iniziativa “Make America Healthy Again” ha puntato il dito contro l’utilizzo di coloranti artificiali nei prodotti alimentari destinati ai bambini.
Ferrero porta in questa operazione una consolidata esperienza nell’innovazione di prodotto e nella capacità di adattamento ai mercati locali, elementi che potrebbero rivelarsi cruciali per rivitalizzare il portafoglio di WK Kellogg. La multinazionale italiana ha dimostrato negli ultimi anni una particolare attenzione all’evoluzione dei gusti dei consumatori, come evidenziato dal lancio di Nutella Ice Cream e dall’espansione nella categoria dei biscotti con prodotti come i Kinderini.
L’operazione Kellogg non è l’unica mossa strategica di Ferrero in questo periodo: parallelamente, la società sta conducendo trattative per l’acquisizione di Carambar & Co, la storica azienda francese produttrice delle celebri caramelle al caramello con le barzellette sugli incarti. Questa doppia strategia di espansione testimonia l’ambizione del gruppo di diversificare ulteriormente il proprio portafoglio prodotti e di consolidare la presenza nei mercati chiave europei e nordamericani.
Il contesto finanziario dell’operazione evidenzia la solidità economica di Ferrero: l’azienda ha incrementato gli investimenti in conto capitale del 18% nell’ultimo anno fiscale, raggiungendo i 958 milioni di euro, con particolare focus su Stati Uniti, Italia, Germania e Cile. Questi investimenti riflettono una strategia a lungo termine che punta sulla modernizzazione degli impianti produttivi e sull’espansione delle capacità operative.
L’acquisizione di WK Kellogg rappresenta inoltre un banco di prova per la capacità di Ferrero di gestire marchi storici in mercati maturi, dove la competizione è particolarmente intensa e le aspettative dei consumatori in continua evoluzione. La sfida sarà quella di mantenere l’autenticità e il valore emotivo dei brand americani, integrandoli efficacemente nell’ecosistema globale di Ferrero senza compromettere la loro identità distintiva.
L’operazione, se finalizzata, segnerà un ulteriore passo nella consolidazione dell’industria alimentare globale, dove le multinazionali cercano di ottimizzare le proprie operazioni attraverso sinergie di scala e diversificazione geografica. Per Ferrero, l’ingresso definitivo nel mercato dei cereali americani rappresenta l’opportunità di ampliare significativamente la propria presenza nel segmento della colazione, tradizionalmente dominato da attori locali con forte radicamento territoriale.
Il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità di Ferrero di coniugare l’innovazione tecnologica e produttiva con il rispetto delle tradizioni alimentari americane, creando un ponte tra l’eccellenza italiana nel settore dolciario e l’heritage centenario dei cereali statunitensi. L’operazione da 3 miliardi di dollari rappresenta così non solo un investimento economico, ma una scommessa culturale e strategica sul futuro dell’alimentazione globale. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!