Il sistema scolastico italiano si prepara ad affrontare l’anno accademico 2025-2026 con un pacchetto di riforme significative firmate dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che ridisegna in modo sostanziale la disciplina scolastica attraverso due interventi principali: l’estensione del divieto di utilizzo degli smartphone a tutte le scuole superiori e la riforma del voto in condotta che introduce meccanismi di valutazione più rigorosi per il comportamento degli studenti.
Il divieto dei cellulari, già in vigore nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado dall’anno scolastico 2024-2025, viene ora esteso anche agli studenti delle scuole superiori attraverso la circolare numero 3392 del 16 giugno 2025. La misura stabilisce che gli smartphone non potranno essere utilizzati durante l’attività didattica e, più in generale, durante tutto l’orario scolastico, eliminando anche la possibilità di impiegarli per finalità educative che in precedenza era contemplata per gli istituti superiori. Il provvedimento trova la sua motivazione negli effetti negativi che un uso eccessivo o scorretto dello smartphone produce sulla salute psico-fisica degli adolescenti e sulle loro prestazioni scolastiche, come dimostrato da numerosi studi scientifici condotti da organismi internazionali.
La decisione ministeriale poggia su una solida base di ricerca scientifica che evidenzia correlazioni preoccupanti tra l’utilizzo intensivo dei dispositivi mobili e il rendimento scolastico. In particolare, lo studio dell’OCSE del 2024 “From decline to revival: Policies to unlock human capital and productivity” ha messo in luce gli effetti negativi di smartphone e social media sul rendimento degli studenti, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha segnalato attraverso il rapporto “A focus on adolescent social media use and gaming in Europe, central Asia and Canada” un incremento problematico dell’uso dei social media tra gli adolescenti, con conseguenti fenomeni di dipendenza.
Particolarmente significativi risultano i dati dell’Istituto Superiore di Sanità contenuti nel Rapporto ISTISAN 23-25, che indica come oltre il 25 per cento degli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni presenti un uso problematico dello smartphone, spesso associato a disturbi del sonno, diminuzione dell’attenzione, peggioramento delle relazioni sociali e riduzione delle performance scolastiche. L’indagine ha inoltre rilevato che il 15 per cento degli adolescenti dorme meno di sei ore per notte, in molti casi a causa dell’utilizzo notturno del telefono, mentre uno studio dell’Università di Bologna pubblicato su Frontiers in Psychology ha dimostrato che l’uso intensivo del cellulare a scuola è correlato a maggiori livelli di ansia e a una minore partecipazione attiva alle lezioni.
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La circolare ministeriale prevede specifiche eccezioni al divieto per garantire l’inclusione scolastica, mantenendo la possibilità di utilizzare lo smartphone quando questo sia previsto nel Piano Educativo Individualizzato o nel Piano Didattico Personalizzato come supporto per alunni con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento. Similmente, il divieto non si applica nei percorsi didattici specifici degli indirizzi di studio di informatica e telecomunicazioni, dove l’uso di tali dispositivi risulta funzionale agli obiettivi formativi. La normativa mantiene inoltre la piena operatività di altri strumenti digitali quali computer e tablet, che potranno continuare a essere utilizzati per finalità didattiche sotto la guida dei docenti.
Le istituzioni scolastiche sono chiamate ad aggiornare i propri regolamenti e il patto di corresponsabilità educativa, individuando le misure organizzative necessarie per assicurare il rispetto del divieto, come l’eventuale predisposizione di armadietti o contenitori per il deposito dei dispositivi durante l’orario scolastico. Parallelamente, ciascuna scuola deve definire specifiche sanzioni disciplinari per gli studenti che contravvengano al divieto, con la responsabilità di vigilanza che ricade sui docenti durante lo svolgimento delle attività educative e didattiche.
Accanto al divieto degli smartphone, il ministero ha introdotto la raccomandazione del ritorno ai diari cartacei per l’annotazione dei compiti domestici, nella convinzione che tale strumento possa sviluppare l’autonomia degli studenti nella gestione degli impegni scolastici e mantenere vivo il rapporto con la scrittura manuale. La misura prevede che, accanto alla notazione sul registro elettronico che continuerà a essere utilizzato per la comunicazione con le famiglie, gli alunni debbano annotare quotidianamente i compiti assegnati su diari o agende personali, riducendo così la dipendenza dalla tecnologia e promuovendo lo sviluppo della responsabilità individuale.
La seconda grande riforma riguarda il voto in condotta, approvata definitivamente dal Consiglio dei Ministri il 29 luglio 2025 e operativa dall’anno scolastico 2025-2026. La riforma restituisce centralità al comportamento degli studenti, trasformando il voto di condotta da elemento puramente disciplinare in strumento educativo e formativo che indica il rispetto delle regole, delle persone e dell’impegno verso la comunità scolastica. Il comportamento degli studenti verrà valutato lungo l’intero anno scolastico, tenendo conto in particolare di eventuali episodi di violenza o aggressione ai danni del personale scolastico e degli altri studenti.
La nuova normativa stabilisce che per accedere alla classe successiva nella scuola secondaria di secondo grado sia necessario ottenere una valutazione di almeno sette decimi in condotta, mentre un voto di 5 comporterà la bocciatura automatica, indipendentemente dai risultati conseguiti nelle altre materie. Il 6 in condotta non comporterà più l’ammissione automatica alla classe successiva ma attiverà un meccanismo di sospensione del giudizio che richiederà la redazione di un elaborato critico su tematiche di cittadinanza attiva e solidale, collegato ai motivi che hanno determinato il voto ottenuto.
L’elaborato critico, che rappresenta una delle novità più significative della riforma, dovrà essere un testo di massimo 1200 parole oppure una presentazione orale o multimediale che tratti temi quali il rispetto delle regole, i comportamenti responsabili, l’uso corretto dei social media, le conseguenze degli atti scorretti e le proposte riparative. Il consiglio di classe valuterà l’elaborato attraverso una griglia basata su attinenza al tema, chiarezza espositiva, capacità argomentativa e maturità, e solo in caso di esito positivo lo studente potrà essere ammesso alla classe successiva o all’esame di Stato.
Nella scuola secondaria di primo grado, il voto di condotta sostituisce definitivamente il giudizio descrittivo e viene espresso in decimi, contribuendo alla media generale e influenzando l’ammissione alla classe successiva. Per l’esame di maturità, il voto in comportamento assume particolare rilevanza: chi ottiene 6 in condotta nelle classi terminali dovrà discutere l’elaborato critico durante il colloquio orale, mentre solo gli studenti con voto pari o superiore a 9 nel comportamento potranno ottenere il punteggio massimo nel credito scolastico, influenzando così il voto finale dell’esame di Stato.
La riforma ridefinisce inoltre la funzione delle sanzioni disciplinari, trasformandole da strumenti puramente punitivi in occasioni di crescita educativa. Le sospensioni dalle lezioni lasceranno spazio ad attività di approfondimento sulle conseguenze dei propri comportamenti o allo svolgimento di attività di cittadinanza solidale presso enti o associazioni individuati dalle scuole, nell’ottica di sviluppare una maggiore consapevolezza delle responsabilità individuali e del rispetto reciproco.
Il pacchetto di riforme si inserisce in un contesto internazionale di crescente attenzione verso la regolamentazione dell’uso delle tecnologie digitali nelle scuole, con 60 sistemi educativi che già prima della fine del 2023 avevano introdotto restrizioni agli smartphone attraverso leggi o politiche specifiche, numero che è salito a 79 entro la fine del 2024. La Francia ha implementato una “pause numerique” dal 2018 per le scuole secondarie di primo grado, mentre altri paesi europei hanno adottato misure simili per contrastare gli effetti negativi dell’uso eccessivo dei dispositivi mobili sull’apprendimento e sul benessere degli studenti.
Le riforme introdotte dal ministro Valditara rappresentano un tentativo di riequilibrare il rapporto tra innovazione tecnologica e valori educativi tradizionali, puntando a creare un ambiente scolastico che favorisca la concentrazione, il rispetto reciproco e lo sviluppo di competenze relazionali autentiche. L’implementazione di tali misure richiederà un coordinamento efficace tra istituzioni scolastiche, famiglie e studenti per garantire che gli obiettivi educativi vengano raggiunti senza compromettere i benefici che un uso appropriato delle tecnologie può apportare al processo di apprendimento.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!