La Navigator of the Seas della Royal Caribbean International ha trasformato quello che doveva essere una lussuosa crociera di sette giorni da Los Angeles al Messico in un vero e proprio incubo sanitario per oltre 140 persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio. L’epidemia di malattie gastrointestinali, avvenuta dal 4 all’11 luglio 2025, ha colpito 134 passeggeri su 3.914 imbarcati, pari al 3,4 per cento del totale, insieme a 7 membri dello staff su 1.266 persone dell’equipaggio.
I sintomi riportati dalle persone colpite comprendono violenti episodi di vomito, diarrea acquosa e crampi addominali, manifestazioni che hanno rapidamente allarmato le autorità sanitarie a bordo e fatto scattare i protocolli di emergenza previsti per questo tipo di situazioni. La segnalazione ufficiale dell’epidemia al Vessel Sanitation Program dei Centers for Disease Control and Prevention è stata effettuata l‑11 luglio 2025, lo stesso giorno di conclusione della crociera al rientro nel porto di Los Angeles.
L’itinerario della Navigator of the Seas, nave da 139.999 tonnellate di stazza lorda lunga 311 metri e dotata di 15 ponti passeggeri, prevedeva tappe in alcune delle più rinomate destinazioni messicane della Riviera Messicana, incluse Cabo San Lucas, Mazatlan e Puerto Vallarta. Tuttavia, il soggiorno a bordo di questa imponente imbarcazione, che può ospitare oltre 3.100 passeggeri e vanta numerose attrazioni tra cui una parete di arrampicata alta 60 metri, piscine, ristoranti e spettacoli, si è rapidamente trasformato in una prova di resistenza per molti viaggiatori.
Le autorità sanitarie americane hanno classificato l’agente causale dell’epidemia come “sconosciuto”, sebbene i forti sospetti convergano verso il norovirus, un patogeno particolarmente insidioso che rappresenta una delle principali cause di epidemie gastrointestinali a bordo delle navi da crociera. Il norovirus, definito dagli esperti come il “virus delle navi da crociera”, è estremamente contagioso e si diffonde facilmente attraverso il contatto diretto tra persone, superfici contaminate o persino attraverso le micro goccioline prodotte durante episodi di vomito.
L’infettivologo Matteo Bassetti ha confermato che “la possibilità che si sia trattato di un norovirus o qualche altro virus simile è concreta”, spiegando come l’ambiente chiuso delle navi da crociera favorisca la diffusione di malattie infettive, in particolare per via oro-fecale. Secondo l’esperto, l’individuazione dell’agente patogeno può richiedere tempo considerevole, poiché i campioni biologici raccolti dai passeggeri sintomatici sono attualmente in attesa di analisi di conferma presso i laboratori del CDC.
La compagnia Royal Caribbean ha immediatamente implementato misure di contenimento stringenti, intensificando le procedure di pulizia e disinfezione di tutte le aree comuni della nave, con particolare attenzione alle superfici ad alto contatto come corrimano, ascensori, maniglie e aree buffet. I passeggeri e i membri dell’equipaggio che hanno manifestato sintomi sono stati prontamente isolati in cabine dedicate per evitare ulteriori contatti e limitare la catena di trasmissione del presunto virus.
Un portavoce del Royal Caribbean Group ha dichiarato che “la salute e la sicurezza dei nostri ospiti, dell’equipaggio e delle comunità che visitiamo sono la nostra massima priorità”, sottolineando che la compagnia implementa “procedure di pulizia rigorose, molte delle quali superano di gran lunga le linee guida sulla salute pubblica”. Nonostante questi sforzi, l’episodio ha evidenziato ancora una volta le sfide significative che le compagnie crocieristiche devono affrontare nella gestione della salute pubblica a bordo delle loro imbarcazioni.
Il caso della Navigator of the Seas si inserisce in un contesto più ampio di crescente preoccupazione per le epidemie gastrointestinali sulle navi da crociera. Nel 2025 sono già stati segnalati 18 focolai di questo tipo sotto la supervisione del Vessel Sanitation Program del CDC, un numero che eguaglia quello registrato per l’intero anno precedente. Questo dato rappresenta il picco più alto degli ultimi dieci anni, confermando che le crociere sono particolarmente vulnerabili a questo tipo di problematiche sanitarie.
Il norovirus, appartenente alla famiglia dei Caliciviridae, è notoriamente resistente e può sopravvivere in condizioni ambientali estreme, oltre che a temperature basse. La sua caratteristica principale è l’estrema contagiosità: bastano infatti pochissime particelle virali per scatenare un’infezione, rendendo particolarmente difficile il controllo della sua diffusione in ambienti chiusi e affollati come quelli delle navi da crociera. I sintomi tipici includono nausea, vomito intenso, diarrea acquosa e dolori addominali, con un periodo di incubazione che varia dalle 12 alle 48 ore.
L’impatto dell’epidemia si è esteso anche alla crociera successiva della Navigator of the Seas, che ha subito un ritardo di diverse ore per l’imbarco dei nuovi passeggeri. Questo rinvio è stato necessario per consentire una pulizia approfondita e una sanificazione completa dell’intera imbarcazione, seguendo protocolli che vanno oltre le normali procedure di manutenzione tra una crociera e l’altra. I passeggeri erano stati informati del ritardo con due giorni di anticipo, dimostrando la trasparenza della compagnia nella gestione della crisi.
Fortunamente, la navigazione seguente, conclusasi il 18 luglio, non ha registrato nuovi casi di malattia, suggerendo che le misure di contenimento e sanificazione implementate sono state efficaci nel debellare la fonte dell’infezione. Tuttavia, l’episodio ha sollevato nuove discussioni sulle procedure di prevenzione e controllo delle epidemie a bordo delle navi da crociera, settore che muove milioni di passeggeri ogni anno.
Il Vessel Sanitation Program del CDC, istituito nei primi anni Settanta, rappresenta un pilastro fondamentale nel controllo sanitario delle navi da crociera che fanno scalo nei porti americani. Questo programma prevede ispezioni a sorpresa condotte da ufficiali del United States Public Health Service almeno due volte l’anno, con controlli che spaziano dalle condizioni igieniche del cibo e dell’acqua fino alle procedure del personale di bordo e alle condizioni generali della nave. Il punteggio, che varia da 1 a 100, viene assegnato in base a una lista di controllo che comprende 48 aree di valutazione specifiche.
L’epidemia sulla Navigator of the Seas rappresenta un monito per l’intera industria crocieristica, che deve costantemente bilanciare l’offerta di esperienze di lusso e intrattenimento con la necessità di mantenere standard sanitari elevati. Le navi da crociera moderne, vere e proprie città galleggianti che ospitano migliaia di persone in spazi relativamente ristretti, presentano sfide uniche per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive. La rapidità con cui un agente patogeno può diffondersi in questi ambienti richiede protocolli sempre più sofisticati e una costante vigilanza da parte di tutti gli attori coinvolti.
L’episodio sottolinea anche l’importanza della collaborazione tra compagnie crocieristiche e autorità sanitarie nazionali e internazionali nella gestione delle emergenze sanitarie. Il sistema di monitoraggio e segnalazione tempestiva degli episodi di malattia a bordo, insieme alla raccolta sistematica di campioni per l’identificazione degli agenti patogeni, rappresenta un elemento cruciale per prevenire la diffusione di epidemie più ampie e proteggere sia i passeggeri che le comunità portuali visitate durante gli itinerari. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!