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Cina, Allerta Massima per il Maltempo: evacuati 82mila residenti a Pechino

Le autorità cinesi evacuano oltre 82.000 residenti di Pechino dopo l’emissione dell’allerta rossa per piogge torrenziali, una settimana dopo le inondazioni che hanno causato 44 morti.

Le autorità cinesi hanno avviato lunedì 4 agosto una delle più grandi operazioni di evacuazione di massa degli ultimi anni, coinvolgendo oltre 82.000 residenti della capitale Pechino a causa delle previsioni di precipitazioni torrenziali che hanno fatto scattare l’allerta rossa, il livello massimo nel sistema di allarmi meteorologici cinese a quattro gradi.

Il servizio meteorologico municipale ha emesso l’allerta dalle ore 13:00 di lunedì fino alla mattina di martedì, prevedendo precipitazioni intense superiori ai 100 millimetri in sei ore nella maggior parte dell’area urbana, con punte di 150-200 millimetri nelle zone periferiche montane. Il rischio di inondazioni improvvise, frane e smottamenti è stato classificato come “estremamente elevato” dalle autorità locali, che hanno esortato i cittadini a evitare spostamenti non necessari.

L’operazione di evacuazione ha riguardato principalmente i distretti più vulnerabili, con particolare attenzione a Miyun, Fangshan, Mentougou e Huairou, aree che già la settimana precedente erano state devastate da inondazioni che avevano causato un bilancio drammatico di 44 morti e 9 dispersi. La situazione più critica si era verificata nel distretto di Miyun, dove 31 anziani erano deceduti in una struttura di assistenza sopraffatta dalle acque in rapida crescita.

In risposta all’emergenza, le autorità hanno disposto la chiusura di 201 attrazioni turistiche, 3.480 strutture ricettive e 245 campeggi su tutto il territorio comunale. Oltre 3.200 cantieri edili hanno sospeso le attività operative, mentre sezioni della Grande Muraglia e altre destinazioni all’aperto sono state rese inaccessibili al pubblico. L’amministrazione cittadina ha attivato il massimo livello di risposta alle emergenze idriche per la prima volta dal 28 luglio.

La gravità della situazione meteorologica attuale rappresenta un déjà vu particolarmente traumatico per la capitale cinese, che solo una settimana prima aveva vissuto le inondazioni più letali dal 2012. Le piogge torrenziali del 23-29 luglio avevano trasformato strade in impetuosi torrenti, devastato villaggi periferici e provocato l’interruzione della fornitura elettrica in oltre 130 località, oltre a danneggiare circa 24.000 abitazioni e coinvolgere più di 300.000 residenti.

La conformazione geografica particolare di Pechino, circondata da montagne a nord e a ovest, crea quello che i meteorologi definiscono una “trappola pluviale” naturale, dove l’aria umida viene catturata e intensificata, provocando precipitazioni eccezionalmente concentrate. Questo fenomeno, amplificato dai cambiamenti climatici globali, rende la regione particolarmente esposta a eventi meteorologici estremi durante la stagione estiva.

L’Ufficio Statale per il Controllo delle Inondazioni e la Mitigazione della Siccità ha elevato il livello di risposta di emergenza al Livello III nelle municipalità di Pechino e Tianjin, oltre che nelle province di Hebei e Guangdong, il terzo grado più alto nel Sistema nazionale di risposta alle emergenze a quattro livelli. Team specializzati sono stati inviati per assistere negli sforzi di prevenzione delle inondazioni nelle aree più critiche.

Particolare attenzione è stata rivolta alle strutture per anziani dopo la tragedia della settimana precedente. Nel distretto di Shijingshan, 92 residenti di una casa di cura situata ai piedi delle montagne sono stati preventivamente trasferiti, coinvolgendo oltre 200 operatori dei dipartimenti di assistenza sociale, sanità, vigili del fuoco e servizi comunitari. Tutte le 31 istituzioni di assistenza per anziani del distretto sono state poste in stato di allerta massima.

Il presidente cinese Xi Jinping aveva precedentemente ordinato operazioni di ricerca e soccorso “a tutto campo” per minimizzare le vittime, sottolineando la necessità di prepararsi agli “scenari peggiori ed estremi”. Il governo centrale ha stanziato 350 milioni di yuan (circa 48 milioni di dollari) per gli sforzi di soccorso in nove regioni colpite dalle piogge intense, con un’allocazione aggiuntiva di 200 milioni di yuan specificamente destinata alla capitale.

La Cina settentrionale ha vissuto un’estate caratterizzata da condizioni meteorologiche estreme, alternando ondate di calore torrido con temperature che hanno raggiunto i 50 gradi a episodi di precipitazioni eccezionali. Gli esperti climatici sottolineano come il Paese, pur essendo il maggior emettitore mondiale di gas serra, stia contemporaneamente guidando la transizione verso le energie rinnovabili con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060.

Le previsioni meteorologiche indicavano che le piogge intense avrebbero potuto persistere fino a mercoledì, mantenendo elevato il rischio di ulteriori inondazioni e fenomeni franosi nelle zone montane. L’allerta rossa è stata successivamente revocata martedì mattina dopo che il sistema meteorologico si è indebolito spostandosi verso est, ma le autorità hanno continuato a mantenere la vigilanza contro possibili disastri secondari, inclusi smottamenti e crolli che potrebbero verificarsi anche dopo la cessazione delle precipitazioni.

La gestione di questa emergenza rappresenta un test cruciale per le autorità cinesi nella capacità di coordinare evacuazioni su larga scala e nella prevenzione di tragedie come quella verificatasi nella casa di cura di Miyun. I funzionari locali hanno ammesso pubblicamente le “carenze” nella preparazione agli eventi meteorologici estremi, un raro gesto di autocritica che evidenzia la determinazione a rafforzare i sistemi di allerta precoce e i piani di evacuazione per proteggere le popolazioni più vulnerabili da future calamità naturali.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!

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