Il colosso cinese dell’e-commerce JD.com ha lanciato ufficialmente la propria offensiva sul mercato europeo attraverso l’acquisizione del gruppo tedesco Ceconomy per un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro, mettendo le mani su oltre mille punti vendita distribuiti in undici Paesi europei, inclusi i 144 negozi MediaWorld presenti in Italia. L’operazione rappresenta il più grande ingresso di un gigante tecnologico cinese nel retail fisico europeo e pone sfide geopolitiche significative sia per Amazon che per i governi occidentali, con Palazzo Chigi che si prepara a valutare l’attivazione del golden power per tutelare gli interessi nazionali.
L’offerta pubblica volontaria di 4,60 euro per azione incorpora un premio del 43% rispetto alla media degli ultimi tre mesi, segnalando la determinazione strategica di JD.com nell’assicurarsi il controllo di un asset che genera 22,4 miliardi di euro di fatturato annuo e impiega circa 48.000 dipendenti in tutto il continente. Con questa mossa, il secondo colosso dell’e-commerce cinese dopo Alibaba acquisisce non soltanto MediaMarkt e Saturn, ma ottiene anche un accesso indiretto al mercato italiano attraverso la partecipazione del 23,4% che Ceconomy detiene in Fnac Darty, società che a sua volta controlla interamente Unieuro.
La strategia di JD.com si distingue nettamente dai modelli di business dei concorrenti asiatici che puntano prevalentemente sul low cost, come Temu e Shein, privilegiando invece un approccio integrato che combina infrastrutture logistiche proprietarie, qualità premium e omnicanalità. Fondata nel 1998 da Richard Liu, l’azienda ha costruito il proprio successo sul controllo diretto della catena di distribuzione, gestendo oltre 820 magazzini, più di 37.000 veicoli per le consegne e 323.000 addetti alla logistica, una macchina operativa capace di generare oltre 150 miliardi di dollari di ricavi annui e servire 569 milioni di utenti attivi mensili.
L’ingresso di JD.com in Europa attraverso Ceconomy non rappresenta soltanto un’espansione commerciale, ma configura una sfida diretta al dominio di Amazon nel continente, dove il gigante di Seattle mostra ancora limitazioni strutturali nella presenza offline. L’acquisizione consente al gruppo cinese di sperimentare un modello fisico-digitale innovativo, integrando la propria expertise tecnologica con una rete capillare di punti vendita fisici che Amazon non possiede, creando potenzialmente un vantaggio competitivo significativo nel segmento dell’elettronica di consumo.
In Italia, JD.com eredita un asset di primo piano attraverso MediaWorld, che rappresenta il secondo mercato del gruppo dopo la Germania con un fatturato di 2,4 miliardi di euro nel 2024 e un piano triennale di investimenti da 100 milioni di euro già avviato. La presenza italiana assume particolare rilevanza strategica considerando che il mercato nazionale diventerà il secondo più importante per il gruppo combinato JD-Ceconomy dopo la Francia, con una quota relativa di circa il 25% dei ricavi totali del conglomerato risultante dall’operazione.
L’operazione presenta tuttavia implicazioni geopolitiche complesse che vanno oltre la dimensione puramente commerciale, coinvolgendo direttamente 5.000 posti di lavoro italiani e sollevando questioni cruciali sui rapporti commerciali tra Italia e Cina in un contesto di crescenti tensioni internazionali. L’amministrazione Trump 2.0 ha infatti intensificato la guerra commerciale con Pechino, implementando dazi che hanno raggiunto il 125% sulle merci cinesi, creando un clima di forte scontro economico che influenza inevitabilmente le decisioni dei governi alleati degli Stati Uniti.
Fonti governative hanno confermato che l’acquisizione sarà sottoposta alla procedura del golden power, lo strumento che consente al governo italiano di bloccare, limitare o condizionare operazioni che coinvolgono asset strategici nazionali. A differenza del passaggio di Unieuro sotto il controllo francese di Fnac Darty, che non fu notificato a Palazzo Chigi poiché coinvolgeva un attore europeo, l’ingresso diretto di un colosso cinese modifica completamente il quadro di valutazione, richiedendo un’analisi approfondita delle implicazioni per la sicurezza nazionale e l’autonomia strategica italiana.
Il governo Meloni si trova così davanti a un dilemma delicato, dovendo bilanciare la tutela degli interessi industriali nazionali con le pressioni internazionali e le considerazioni diplomatiche nei confronti degli Stati Uniti. La decisione di accogliere o ostacolare l’avanzata di JD.com avrà ripercussioni che vanno oltre il settore retail, influenzando potenzialmente i rapporti bilaterali con Washington in un momento di particolare tensione nelle relazioni USA-Cina e potrebbero stabilire un precedente importante per future operazioni cinesi in settori strategici europei.
Dal punto di vista operativo, JD.com ha già garantito che Ceconomy manterrà la propria indipendenza operativa, con impegni vincolanti a non stipulare accordi di dominio o trasferimento degli utili, assicurando la continuità della strategia attuale, dei marchi e dell’occupazione. La famiglia fondatrice Convergenta manterrà il 25,4% delle azioni, garantendo una governance condivisa che dovrebbe rassicurare le autorità europee sulla preservazione dell’autonomia decisionale del gruppo tedesco.
L’operazione si inserisce in un contesto più ampio di espansione internazionale accelerata da parte dei giganti tecnologici cinesi, che negli ultimi anni hanno intensificato gli investimenti oltreconfine per compensare il rallentamento del mercato domestico e diversificare le proprie basi di ricavo. JD.com aveva già testato l’acqua europea con iniziative come Ochama nei Paesi Bassi e la valutazione dell’acquisto del britannico Currys, ma l’acquisizione di Ceconomy rappresenta il primo vero salto dimensionale nel retail fisico continentale.
Il completamento dell’operazione è previsto per la prima metà del 2026, subordinato al via libera delle autorità antitrust europee che dovranno valutare l’impatto concorrenziale dell’operazione sui vari mercati nazionali. La Commissione europea e le autorità nazionali della concorrenza esamineranno particolarmente l’effetto dell’acquisizione sulla concorrenza nel segmento dell’elettronica di consumo, considerando anche la posizione indiretta che JD.com otterrebbe su Unieuro attraverso la partecipazione in Fnac Darty.
L’ingresso di JD.com nel mercato europeo segna potenzialmente l’inizio di una nuova fase della competizione globale nell’e-commerce, dove i confini tra digitale e fisico si assottigliano sempre più e dove le considerazioni geopolitiche assumono un peso crescente nelle decisioni di investimento. La risposta di Amazon a questa sfida diretta nel proprio territorio di elezione sarà cruciale per determinare l’evoluzione futura del panorama competitivo europeo, mentre i governi occidentali dovranno definire nuovi equilibri tra apertura ai mercati globali e tutela della sovranità economica nazionale.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!