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Il lato oscuro dei Me Contro Te, l’inchiesta di Salvo Sottile: “Il sistema che c’è dietro” -VIDEO-

Salvo Sottile denuncia il sistema che trasforma l’infanzia in business redditizio: i Me Contro Te non sempre classificano i loro video come “kids”, permettendo così pubblicità profilata che rende dieci volte di più.

Il fenomeno digitale dei Me Contro Te è tornato sotto la lente del giornalismo investigativo italiano. Salvo Sottile, conduttore di FarWest su Rai3, ha annunciato sui suoi canali social di aver condotto un’inchiesta sulla coppia di youtuber siciliani Luigi Calagna e Sofia Scalia, sollevando interrogativi sul sistema economico che ruota attorno ai contenuti destinati ai bambini.

Secondo l’indagine, esisterebbe una contraddizione nella strategia di monetizzazione del duo, che conta oltre 7 milioni di iscritti su YouTube e quasi 11 miliardi di visualizzazioni complessive. Pur avendo un pubblico composto in gran parte da bambini tra i 5 e i 10 anni, non tutti i video risultano etichettati come “kids”.

Questa scelta tecnica ha conseguenze economiche importanti: la mancata classificazione permette di mantenere attive funzioni che dovrebbero essere disabilitate per i minori, come pubblicità profilata, abbonamenti, sezione commenti e altre meccaniche di engagement, che «rendono dieci volte di più» rispetto ai contenuti ufficialmente per l’infanzia.

C’è un mondo parallelo che vive accanto a noi, ma che quasi nessuno racconta. È il FarWest digitale dove i nostri figli trascorrono ore, occhi incollati a uno schermo che sembra innocuo: colori accesi, giochi, canzoncine, due ragazzi che sorridono e scherzano ne sono i protagonisti. Due ragazzi siciliani, Sofì e Luì, sono diventati gli idoli indiscussi dei bambini e dell’infanzia italiana. Sono “I Me contro Te”, con 7 milioni di iscritti, film da record, album di platino e merchandising ovunque. Oggi possiedono Un patrimonio che sfiora i 17 milioni di euro. Eppure c’è un lato oscuro: i loro video, pur seguiti quasi solo da bambini, non sempre sono classificati come “kids”. Questo significa pubblicità profilata, abbonamenti, commenti, tutto ciò che dovrebbe essere spento per i più piccoli, ma che rende dieci volte di più. Il problema non sono i loro guadagni, ma un sistema che trasforma l’infanzia nel business più redditizio del web. Su YouTube i loro giochi e canzoncine hanno conquistato milioni di bambini, trasformandosi in prodotti, business. Dai click dei piccoli ai mattoni dei grandi: ricavi investiti in un patrimonio di molti milioni. E a proposito di questo sistema che trasforma l’infanzia in un business, le piattaforme e le autorità chiudono gli occhi. Dal sorriso davanti a una webcam a decine di appartamenti a Milano: la favola digitale dei Me Contro Te e il vuoto normativo che trasforma l’infanzia in un vero mercato“.

La normativa europea sulla protezione dei minori online, rafforzata dal Digital Services Act entrato in vigore nell’agosto 2023, stabilisce tutele precise: account con impostazioni predefinite private, limiti ai sistemi di raccomandazione e restrizioni sulle funzionalità che possono favorire un uso eccessivo delle piattaforme. Il caso sollevato da Sottile si inserisce nel più ampio scrutinio delle autorità europee verso YouTube e TikTok, già oggetto di indagini nel 2023 per verificare le misure adottate a tutela dei minori.

I numeri economici dei Me Contro Te sono rilevanti: la società Me Contro Te Srl ha registrato ricavi per circa 6 milioni di euro nell’ultimo bilancio, con utili superiori a 2 milioni. Dal 2017 al 2023 l’accumulo totale avrebbe superato i 34 milioni di euro, grazie a un business che spazia tra video, film, merchandising, libri, album musicali e spettacoli. Parte dei guadagni è stata investita nel settore immobiliare milanese: 37 proprietà tra CityLife, Porta Garibaldi, corso Como e Gae Aulenti, per un valore stimato di 17 milioni di euro e affitti che generano oltre 500 mila euro l’anno.

@sottilefarwest

♬ Tension riser & impact 2 – MS Music Collective

La questione, sottolinea Sottile, non riguarda la legittimità dei guadagni, ma un sistema normativo che consente di massimizzare i profitti con meccanismi poco trasparenti per i genitori. Un «FarWest digitale» dove i bambini trascorrono ore davanti a contenuti che appaiono innocui, ma nascondono dinamiche commerciali complesse. La situazione si complica considerando l’evoluzione recente dei contenuti del duo: come osservato da Selvaggia Lucarelli, i Me Contro Te avrebbero avviato una “svolta passivo-aggressiva”, introducendo toni più maturi con il lancio di un podcast per adattarsi a un pubblico che cresce.

Questa transizione riflette la sfida di molti creator che partono da un target infantile: mantenere rilevanza economica man mano che i fan diventano adolescenti o giovani adulti. La critica di fondo riguarda la trasformazione dell’infanzia in un mercato redditizio, dove le tutele risultano spesso insufficienti o aggirabili. Non è un fenomeno limitato ai Me Contro Te, ma un problema sistemico dei contenuti digitali per minori.

YouTube Kids, piattaforma pensata per i bambini fino a 12 anni, offre filtri e limitazioni pubblicitarie, ma il fatto che molti contenuti vengano caricati su YouTube standard solleva dubbi sulle reali intenzioni e sull’efficacia della protezione degli utenti più vulnerabili. Le autorità europee stanno intensificando i controlli, con sanzioni fino al 6% del fatturato globale per chi viola il Digital Services Act.

Il caso dei Me Contro Te diventa così emblematico delle “zone grigie” dell’economia digitale, dove il successo commerciale si accompagna a pratiche discutibili sul piano etico. La sfida rimane trovare un equilibrio tra libertà imprenditoriale e tutela dei minori.

L’inchiesta annunciata da Sottile promette di portare in TV queste dinamiche, spesso invisibili ai genitori che percepiscono i contenuti del duo come un intrattenimento innocuo, mentre dietro sorrisi e canzoncine si nascondono sofisticate strategie di monetizzazione.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!