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De Benedetti lascia il Domani, la proprietà passa ad una fondazione

L’ingegnere Carlo De Benedetti trasferisce la proprietà del quotidiano ‘Domani’ a una fondazione nel quinto anniversario della testata, mantenendo la promessa fatta nel 2020 e garantendo quattro milioni di euro di dotazione iniziale per preservare l’indipendenza editoriale.
Credit © la7

Nel giorno del quinto anniversario della sua nascita, il quotidiano ‘Domani’ si appresta a vivere un passaggio epocale che segna il compimento di una promessa annunciata sin dalla sua fondazione. Carlo De Benedetti, imprenditore e magnate dell’editoria italiana, ha ufficializzato la decisione di trasferire la proprietà della testata a una fondazione, accompagnando questa scelta con una dote iniziale di quattro milioni di euro destinata a garantire la continuità del progetto editoriale nel lungo periodo.

La decisione, comunicata attraverso un’intervista rilasciata al portale specializzato Prima Online, rappresenta la realizzazione di un impegno assunto dall’ingegnere già nel maggio 2020, quando annunciò la nascita del nuovo quotidiano durante la fase più acuta della pandemia di Covid-19. “La mia idea da sempre era che, quando il giornale fosse stato in equilibrio economico, l’avrei passato a una fondazione”, ha dichiarato De Benedetti, sottolineando come questa decisione rappresenti una scelta di coerenza rispetto agli impegni presi.

Il passaggio della proprietà avviene in un momento particolarmente significativo per la testata, che non ha ancora raggiunto il pareggio di bilancio. Le perdite attuali si attestano intorno al milione di euro annuo, cifra che secondo le previsioni dovrebbe azzerarsi entro il 2026 grazie a una strategia focalizzata sulla trasformazione digitale e sullo sviluppo di abbonamenti basati principalmente sulle newsletter verticali. Questa prospettiva di riequilibrio finanziario rappresenta un elemento cruciale per la sostenibilità del progetto editoriale nel medio termine.

La fondazione che assumerà il controllo del quotidiano sarà strutturata secondo principi che riflettono la vocazione editoriale originaria della testata. Antonio Campo Dall’Orto, attuale presidente del consiglio di amministrazione di Editoriale Domani, collaborerà con De Benedetti nella selezione di personalità di alto profilo che condividano l’orientamento progressista, indipendente e riformista del giornale. Questa scelta organizzativa mira a consolidare una “struttura culturale forte” in grado di preservare l’identità editoriale della testata anche dopo il passaggio di proprietà.

Il quotidiano ‘Domani’ nacque il 15 settembre 2020, in pieno periodo pandemico, come risposta editoriale alla perdita di controllo di Repubblica e del gruppo Gedi da parte di De Benedetti. La cessione di queste proprietà ai figli dell’imprenditore, che successivamente le trasferirono a John Elkann, rappresentò per De Benedetti la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova avventura editoriale. La testata si posizionò immediatamente nell’area del centro-sinistra, con l’ambizione di colmare un vuoto informativo nel panorama giornalistico italiano.

La direzione del quotidiano ha attraversato diverse fasi evolutive durante questi cinque anni di attività. Stefano Feltri guidò la testata dalla sua nascita fino all’aprile 2023, quando fu sostituito da Emiliano Fittipaldi, giornalista investigativo proveniente dall’Espresso e specializzato in inchieste su politica, economia e criminalità. Fittipaldi, napoletano classe 1974, ha impresso alla testata una maggiore attenzione alle inchieste e all’attualità politica, mantenendo però l’impostazione originaria di rigore giornalistico e indipendenza editoriale.

La struttura organizzativa del quotidiano ha dovuto affrontare diverse sfide durante il suo percorso di crescita. Già nei primi mesi di vita, la testata dovette gestire le dimissioni di Luigi Zanda, senatore del Partito Democratico che aveva assunto la presidenza della società editrice, costretto a lasciare l’incarico per conflitto di interessi tra il suo ruolo istituzionale e la linea editoriale del giornale, spesso critica nei confronti del governo di cui il PD faceva parte. Al suo posto subentrò Campo Dall’Orto, manager con una vasta esperienza nel settore dei media e delle telecomunicazioni, già direttore generale della Rai durante il governo Renzi.

L’attuale diffusione del quotidiano si attesta su numeri ancora contenuti ma in crescita, con circa 15-20mila abbonamenti digitali e alcune migliaia di copie cartacee distribuite principalmente nei centri urbani maggiori. Nonostante queste cifre, la testata si è conquistata un ruolo riconosciuto nel panorama informativo nazionale attraverso inchieste esclusive e approfondimenti che spesso anticipano temi poi ripresi da altri organi di informazione. La strategia commerciale punta ora a rafforzare il segmento digitale attraverso newsletter specializzate e contenuti verticali, mentre si lavora per sviluppare rapporti più diretti con il mondo della comunicazione aziendale.

De Benedetti ha voluto precisare il significato della sua decisione, respingendo interpretazioni che potrebbero suggerire un abbandono del progetto. “Io non scappo: un giorno morirò, ma questo è un altro discorso. Continuerò a seguire con passione il giornale, anche se non sarà più mio ma della fondazione”, ha dichiarato l’imprenditore, evidenziando come il passaggio rappresenti piuttosto una forma di tutela dell’indipendenza editoriale a lungo termine.

La scelta di affidare il controllo del quotidiano a una fondazione riflette una tendenza sempre più diffusa nell’editoria internazionale, dove diverse testate hanno adottato modelli di governance non profit per garantire maggiore indipendenza dai condizionamenti economici e politici. Questo approccio dovrebbe consentire a ‘Domani’ di mantenere la propria linea editoriale anche di fronte a eventuali pressioni esterne, preservando quella vocazione all’indipendenza che De Benedetti considera elemento fondante del progetto.

Il fondatore ha inoltre sottolineato come la nascita di ‘Domani’ si inserisca in un contesto culturale e politico specifico, legato alla sua formazione torinese nell’ambiente del Partito d’Azione e a figure intellettuali come Norberto Bobbio e Alessandro Galante Garrone. “Così è nato ‘Domani’, per non lasciare morire quel filone di indipendenza, internazionalismo e cultura”, ha spiegato De Benedetti, definendo la testata come “l’unico quotidiano fondato in Europa durante la pandemia, una voce progressista, non legata a partiti né a interessi personali”.

La dotazione finanziaria di quattro milioni di euro rappresenta un elemento cruciale per la sostenibilità del progetto nel periodo di transizione. Questa cifra, sommata agli investimenti già effettuati nei primi cinque anni di attività, dovrebbe consentire alla fondazione di operare con margini di sicurezza adeguati mentre si lavora per raggiungere l’equilibrio economico. Le previsioni indicano che questo obiettivo potrebbe essere conseguito entro il prossimo anno, grazie principalmente alla crescita degli abbonamenti digitali e all’ottimizzazione della struttura dei costi.

Il passaggio di proprietà avviene in coincidenza con i messaggi di auguri ricevuti dalla testata in occasione del quinto anniversario, testimonianze che hanno coinvolto personalità politiche di diverso orientamento e che confermano il riconoscimento del ruolo svolto dal quotidiano nel panorama informativo nazionale. Questi riconoscimenti rappresentano un elemento di legittimazione importante per una testata che ha dovuto costruire la propria credibilità in un mercato editoriale particolarmente competitivo e in crisi strutturale.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!