Un’imponente irruzione di aria fredda di matrice artico-continentale è in atto sull’Europa centro-orientale, innescando un quadro barico che richiama condizioni tipicamente invernali, nonostante il calendario segni ancora l’inizio dell’autunno. La dinamica atmosferica è dettata dalla congiunzione tra due strutture anticicloniche: una in rimonta dall’Atlantico orientale verso l’Europa occidentale, l’altra stabilmente collocata sull’area scandinavo-baltica. La saldatura tra questi due centri di alta pressione genera un robusto blocco alla circolazione zonale — il cosiddetto “Ponte Alto” — capace di canalizzare correnti fredde e secche di origine artica fin verso il cuore del continente europeo e l’area balcanica.
Il raffreddamento già in atto è significativo: entro venerdì 3 ottobre, gran parte dell’Europa orientale sarà interessata da un’anomalia termica negativa compresa tra i -4/-5°C e i -10/-12°C rispetto alla media del periodo, con punte più marcate sui settori balcanici e dell’ex Jugoslavia. In particolare, su Kosovo, Macedonia settentrionale e settori interni dell’Albania, lo zero termico si abbasserà localmente fino a 900 metri, con la possibilità di nevicate anche a quote collinari (7-800 m), accompagnate da accumuli localmente rilevanti: fino a 20-30 cm intorno ai 1000 m, e 5-15 cm anche sotto questa soglia altimetrica.
L’aria fredda penetrerà progressivamente anche verso il bacino centrale del Mediterraneo, favorendo lo sviluppo di una profonda ciclogenesi a partire da giovedì 2 ottobre sul basso Adriatico, in corrispondenza dell’asse Albania-Puglia. Il vortice depressionario, ben strutturato anche in quota, tenderà a traslare verso Est tra venerdì e sabato, approfondendosi tra Macedonia e Grecia settentrionale, per poi evolvere verso l’area occidentale del Mar Nero entro il fine settimana. Tale configurazione continuerà a richiamare masse d’aria fredda dai quadranti nordorientali, convogliandole verso l’Italia centro-meridionale, seppur mitigate in parte dal calore residuo delle acque superficiali del Mediterraneo.

Gli effetti sulla nostra Penisola si concentreranno principalmente lungo il versante adriatico e sul basso Tirreno. Attesa una fase di marcata instabilità, con precipitazioni anche intense tra Puglia, Calabria, Nord Sicilia e, localmente, Basilicata e settori ionici. Sulle aree appenniniche centrali, soprattutto tra Abruzzo, Molise e alta Campania, sono attesi rovesci nevosi a partire dai 1300-1400 metri, con occasionali sconfinamenti più in basso in caso di rovesci intensi o raffreddamento notturno. Il rischio di nevicate a bassa quota resta per ora confinato ai Balcani occidentali, ma non si esclude, nel caso di un ulteriore calo delle temperature, qualche episodio più precoce anche sull’Appennino meridionale, soprattutto in quota.
La traiettoria della depressione e l’energia termica ancora presente nel Mediterraneo saranno determinanti per comprendere l’evoluzione del sistema nei giorni successivi. Ma quanto già simulato dai principali modelli numerici conferma un inizio ottobre decisamente anomalo sotto il profilo termico e meteorologico, con un’impronta invernale precoce e marcata sull’Europa orientale e conseguenze rilevanti anche sul nostro Paese.Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!