In un panorama televisivo sempre più frammentato e competitivo, la serata di ieri ha sancito un verdetto tanto chiaro quanto significativo: la televisione italiana continua ad amare il passato, e quando Mediaset sceglie di omaggiarlo, vince. Il programma This is Me, condotto da Silvia Toffanin e dedicato ai 40 anni di carriera di Lorella Cuccarini, ha conquistato ben 2.867.000 spettatori, con uno share del 21.2%, battendo sul filo di lana le repliche de Il Commissario Montalbano, che si sono fermate a 2.829.000 telespettatori e al 17.8% di share.
Ma non è solo una questione di numeri. È la qualità della risposta del pubblico a raccontare una verità più profonda: la “vecchia” televisione, quella targata Fininvest, nata sotto la visione di Silvio Berlusconi, conserva ancora oggi un legame fortissimo con gli italiani. La puntata di This is Me non è stata un semplice tributo, ma un viaggio emotivo nell’epoca d’oro del piccolo schermo, in cui volti come quello di Lorella Cuccarini e programmi simbolo come Buona Domenica, Paperissima, Festivalbar o Trenta Ore per la Vita rappresentavano un’Italia coesa, televisivamente parlando, capace di fermarsi per guardare insieme gli stessi spettacoli.
È la stessa strategia — quella di attingere ai ricordi collettivi — che sta riportando al successo anche altri format del passato: La Ruota della Fortuna, tornata con un entusiasmo dirompente, continua a infrangere record con 5.436.000 spettatori e il 27.1% di share; Sarabanda ha conosciuto un boom di ascolti. Il messaggio sembra inequivocabile: ogni volta che Mediaset si riappropria della sua identità originaria, quella costruita con intuizione e audacia da Silvio Berlusconi, il pubblico risponde con calore, affetto e attenzione.
Quello che emerge, però, è anche un altro aspetto, più sottile ma altrettanto rilevante. Se la Mediaset di oggi riesce a brillare solo quando ripropone idee, personaggi e format concepiti oltre vent’anni fa, viene da chiedersi quale sia oggi il vero apporto creativo della nuova dirigenza. Pier Silvio Berlusconi, pur ereditando la macchina collaudata, fatica a imprimere una direzione nuova e riconoscibile. Il suo stile più sobrio, meno populista e più razionale, sembra non aver ancora trovato la chiave per creare fenomeni televisivi duraturi o capaci di imprimersi nell’immaginario collettivo. Dove il padre vedeva prima degli altri i desideri del pubblico, oggi Mediaset spesso insegue, prova, e solo quando si affida a ciò che era — più che a ciò che sarà — riesce davvero a vincere.
A due anni dalla scomparsa di Silvio Berlusconi, il successo di serate come quella di ieri conferma quanto la sua impronta resti viva e determinante nella costruzione dell’identità televisiva del Paese. La Mediaset del futuro, se vorrà davvero competere, dovrà trovare il coraggio di non solo custodire il patrimonio ricevuto, ma di comprenderlo fino in fondo per trasformarlo in un’eredità viva, dinamica e non meramente nostalgica. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!