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Chi è Massimo Brambilla, il nuovo allenatore della Juventus dopo l’esonero di Tudor

Massimo Brambilla, allenatore della Juventus Next Gen con un passato da centrocampista e vincitore di due scudetti Primavera con l’Atalanta, guiderà la prima squadra bianconera dopo l’esonero di Tudor.
Credit © Juventus

La Juventus ha voltato pagina. Nella giornata di lunedì 27 ottobre 2025, attraverso un comunicato ufficiale pubblicato sul proprio sito, la società bianconera ha annunciato di aver sollevato dall’incarico Igor Tudor e l’intero suo staff tecnico, ponendo fine a un rapporto diventato insostenibile dopo la drammatica crisi di risultati che ha visto la squadra incappare in otto partite consecutive senza vittorie, culminate con tre sconfitte di fila contro Como, Real Madrid e Lazio. La decisione, maturata all’indomani del ko per 1-0 rimediato allo stadio Olimpico contro i biancocelesti, rappresenta il primo esonero di questa stagione in Serie A e apre un periodo di transizione delicato per la Vecchia Signora, chiamata a ritrovare identità e risultati in un momento cruciale della stagione.

La società ha comunicato inoltre di aver affidato momentaneamente la guida della prima squadra maschile a Massimo Brambilla, attuale tecnico della Juventus Next Gen, che mercoledì 29 ottobre siederà sulla panchina dello Stadium in occasione della sfida contro l’Udinese, match valido per la nona giornata di campionato e fissato per le ore 18:30. Una soluzione interna che testimonia la fiducia riposta dalla dirigenza in un allenatore che conosce perfettamente l’ambiente juventino, avendo già guidato la seconda squadra bianconera per diverse stagioni e contribuito alla crescita di numerosi talenti oggi affermati in prima squadra.

Nato a Vimercate, in provincia di Monza, il 4 marzo 1973, Massimo Brambilla vanta una lunga carriera da calciatore professionista che lo ha visto protagonista per oltre vent’anni tra Serie A, Serie B e Serie C. Centrocampista di grande intelligenza tattica, Brambilla ha costruito la propria fortuna calcistica non sui numeri offensivi, bensì sulla capacità di leggere le situazioni di gioco, sulla visione periferica e sull’equilibrio che garantiva alle squadre in cui militava. Cresciuto calcisticamente nel settore giovanile del Monza, club con cui ha esordito tra i professionisti nella stagione 1990-1991 disputando il campionato di Serie C1, Brambilla ha contribuito alla promozione in Serie B della compagine brianzola nell’annata successiva, prima di continuare a vestire la maglia biancorossa per altre due stagioni e mezzo.

Nel gennaio del 1995 arriva la chiamata della Serie A con il trasferimento alla Reggiana, allora militante nella massima categoria, con cui disputa metà stagione prima di essere acquistato dal Parma nell’estate successiva. L’esperienza in maglia crociata rappresenta uno dei momenti più significativi della sua carriera: nella stagione 1995-1996 colleziona ventisei presenze nel massimo campionato, lavorando agli ordini di allenatori di prestigio come Carlo Ancelotti e confrontandosi quotidianamente con campioni affermati. Brambilla rimane a Parma anche nella prima parte della stagione 1996-1997, totalizzando nove apparizioni, prima di proseguire il proprio percorso professionale in altre piazze importanti del calcio italiano.

Il curriculum da giocatore di Brambilla include esperienze significative con Bologna, Torino, Siena, Cagliari, Mantova, per poi tornare al Monza e concludere infine la carriera agonistica con la maglia del Pergocrema nel 2010, all’età di trentasette anni, dopo aver accumulato oltre cinquecento presenze complessive tra tutte le competizioni. Particolarmente rilevante risulta il periodo trascorso al Siena, con cui nella stagione 2002-2003 conquista la promozione in Serie A, traguardo storico per la società toscana che per la prima volta nella propria storia approdava nella massima divisione. Al Cagliari, dove milita nelle stagioni 2003-2004 e 2004-2005, contribuisce alla promozione in Serie A dei sardi dopo quattro anni di assenza dalla categoria superiore, totalizzando complessivamente sessantasette presenze con la maglia rossoblù.

Dal punto di vista internazionale, Brambilla ha rappresentato l’Italia nelle categorie giovanili, conquistando nel 1996 il Campionato Europeo Under 21 guidato in panchina da Cesare Maldini. In quella competizione disputata in Spagna, l’Italia si impose in finale contro i padroni di casa, e Brambilla faceva parte di una generazione straordinaria che comprendeva, tra gli altri, futuri campioni del mondo come Fabio Cannavaro, Alessandro Nesta, Gianluigi Buffon, Damiano Tommasi e Alessio Tacchinardi. Quello stesso anno partecipò anche alle Olimpiadi di Atlanta con la selezione Under 23 italiana, collezionando due presenze nella competizione a cinque cerchi.

Appesi gli scarpini al chiodo nel 2010, Brambilla ha intrapreso immediatamente la carriera da allenatore, ottenendo nel 2011 la licenza UEFA A che gli ha consentito di guidare squadre professionistiche in Lega Pro e categorie inferiori. Le sue prime esperienze in panchina lo hanno visto protagonista nel settore giovanile, dove ha dimostrato fin da subito spiccate capacità nel far crescere i giovani talenti e nel trasmettergli non soltanto competenze tecniche e tattiche, bensì anche valori fondamentali come il senso di appartenenza e la mentalità vincente. Nella stagione 2010-2011, immediatamente dopo il ritiro dall’attività agonistica, ha fatto parte dello staff del settore giovanile del Pergocrema, guidando la squadra Giovanissimi Nazionali. Successivamente è approdato al Novara, dove ha allenato le formazioni Allievi e Giovanissimi Nazionali per cinque stagioni.

Il vero salto di qualità della carriera di Brambilla arriva però nel 2015, quando viene chiamato dall’Atalanta per guidare le squadre giovanili del club bergamasco. Questo connubio si rivela straordinariamente proficuo e segna l’inizio di un ciclo vincente che lo consacra come uno degli allenatori più preparati e vincenti del panorama giovanile italiano. Nell’arco di sette stagioni trascorse a Zingonia, Brambilla costruisce un palmares di tutto rispetto, mettendo in bacheca complessivamente otto trofei tra Under 17 e Primavera. Nel 2016, alla guida della formazione Allievi, conquista lo scudetto di categoria, la Supercoppa e il prestigioso Torneo di Arco, competizione internazionale che replica l’anno successivo insieme al Torneo Internazionale Maggioni-Righi.

Nel 2018 arriva la promozione alla guida della Primavera dell’Atalanta, e i risultati non tardano ad arrivare. Al termine della prima stagione sulla panchina dell’Under 19 nerazzurra, Brambilla centra un’incredibile doppietta conquistando sia lo scudetto Primavera sia la Supercoppa di categoria. Il trionfo arriva il 14 giugno 2019 allo stadio Tardini di Parma, dove l’Atalanta batte 1-0 l’Inter in una finale equilibrata e combattuta, decisa all’84’ dal gol di Ebrima Colley, imbeccato perfettamente da Dejan Kulusevski. Per i bergamaschi si tratta del terzo scudetto Primavera della storia, a ventuno anni di distanza dall’ultimo successo. Quella squadra rappresentava un concentrato di talenti destinati a brillare nel calcio professionistico: oltre ai citati Kulusevski e Colley, spiccavano nomi come Musa Barrow e Amad Diallo, tutti protagonisti di cessioni record nei mesi successivi.

La cavalcata vincente prosegue nella stagione 2019-2020, quando Brambilla conquista il secondo scudetto Primavera consecutivo, assegnato su decisione unanime della Lega al momento della sospensione definitiva del campionato a causa della pandemia da Covid-19. Al momento dello stop, l’Atalanta comandava infatti saldamente la classifica con tre punti di vantaggio sul Cagliari e nove sull’Inter, quando mancavano dieci giornate al termine della stagione regolare. Nello stesso anno conquista nuovamente la Supercoppa di categoria, consolidando il proprio status di tecnico vincente. Nel complesso, durante il quinquennio trascorso alla guida della Primavera atalantina, Brambilla totalizza numeri impressionanti: centosettantanove partite, centocinque vittorie, trentasei pareggi e trentotto sconfitte, con una media di successi pari al 58,66 per cento, statistiche che testimoniano la solidità e la continuità del suo lavoro.

Nel corso della sua esperienza all’Atalanta, Brambilla ha avuto il merito di valorizzare e lanciare verso il professionismo numerosi talenti che oggi militano stabilmente in Serie A e nelle principali leghe europee. Oltre ai già citati Kulusevski, passato alla Juventus e poi al Tottenham, Barrow, oggi al Bologna, Colley e Diallo, ceduto al Manchester United, dalla sua fucina sono usciti giocatori come Giorgio Scalvini, Roberto Piccoli e tanti altri prospetti che hanno trovato spazio nel calcio che conta. La sua filosofia di gioco privilegia il possesso palla ragionato, la costruzione dal basso e lo sviluppo delle qualità individuali all’interno di un contesto tattico organizzato, il tutto senza mai perdere di vista l’obiettivo principale: la crescita umana e professionale dei ragazzi.

Forte di questa straordinaria esperienza accumulata nel settore giovanile, il 28 giugno 2022 Brambilla viene scelto dalla Juventus per guidare la Juventus Next Gen, la seconda squadra bianconera che milita nel campionato di Serie C, nata con l’obiettivo specifico di colmare il gap tra il calcio giovanile e il professionismo, offrendo ai giovani talenti cresciuti nel vivaio juventino la possibilità di confrontarsi con avversari esperti in un campionato professionistico vero, dove il risultato conta e dove gli errori si pagano caro. Questa nuova sfida rappresenta per Brambilla il primo incarico alla guida di una prima squadra, seppur nella terza serie nazionale, e l’allenatore lombardo dimostra immediatamente di sapersi adattare perfettamente al nuovo contesto.

Nella prima stagione alla guida della Next Gen, la stagione 2022-2023, Brambilla conduce la squadra fino alla finale di Coppa Italia di Serie C, competizione persa contro il Vicenza ma che testimonia la competitività del gruppo costruito dal tecnico brianzolo. In campionato la Next Gen chiude al tredicesimo posto, risultato che va contestualizzato considerando la giovane età dell’organico e la difficoltà di un campionato come quello di Serie C, dove militano squadre con ambizioni di promozione e rose esperte. La stagione successiva, la 2023-2024, vede un netto miglioramento: la squadra chiude al settimo posto e centra la qualificazione ai playoff, venendo eliminata ai quarti di finale dalla Carrarese, formazione che poi otterrà la promozione in Serie B.

Nell’estate del 2024, Brambilla decide di lasciare temporaneamente la Juventus per accettare l’offerta del Foggia, sempre in Serie C, cogliendo l’opportunità di mettersi alla prova con una prima squadra vera e propria, con pressioni ambientali e aspettative da rispettare. L’esperienza in terra pugliese si rivela però brevissima e deludente: dopo un avvio di stagione negativo, con soli cinque punti conquistati nelle prime sette partite, Brambilla viene esonerato il 25 settembre 2024, dopo appena tre mesi dall’inizio del rapporto. Un’esperienza sfortunata che tuttavia non intacca la stima che la Juventus nutre nei suoi confronti: il 12 novembre 2024, la società bianconera decide infatti di richiamarlo alla guida della Next Gen, dove va a sostituire Paolo Montero, esonerato dopo un avvio di campionato disastroso con un solo punto conquistato nelle prime otto giornate.

Il ritorno di Brambilla alla Juventus Next Gen sortisce immediatamente gli effetti sperati. Il tecnico firma un contratto fino al 30 giugno 2025, successivamente prolungato fino al 30 giugno 2027 grazie agli ottimi risultati ottenuti. Nei mesi successivi al suo ritorno, Brambilla riesce a ridare entusiasmo, compattezza e identità a un gruppo che sembrava smarrito, inanellando una serie importante di risultati utili consecutivi che permettono alla squadra di risalire la classifica e di allontanarsi dalla zona retrocessione. La Next Gen chiude la stagione al nono posto e centra nuovamente la qualificazione ai playoff, confermando la bontà del lavoro svolto dall’allenatore e la sua capacità di gestire situazioni difficili e di ricostruire dalle macerie.

Nell’attuale stagione 2024-2025, dopo undici giornate di campionato, la Juventus Next Gen occupa la dodicesima posizione in classifica con quattordici punti conquistati, frutto di cinque vittorie, due pareggi e quattro sconfitte. I numeri complessivi di Brambilla alla guida della seconda squadra bianconera parlano di centosedici partite dirette tra le due esperienze, con una media punti variabile ma sempre rispettabile considerando la natura del progetto Next Gen, che mette la crescita individuale dei giocatori davanti al risultato immediato. Il modulo tattico preferito dall’allenatore lombardo è il 4-4-2, schema classico che privilegia l’equilibrio tra le fasi e che consente ai giovani di apprendere i fondamentali tattici senza sovraccarichi di responsabilità.

Tra i giocatori che sono transitati dalla Next Gen guidata da Brambilla e che oggi militano stabilmente in prima squadra spiccano nomi di assoluto valore e prospettiva. Su tutti Kenan Yildiz, il giovane talento turco-tedesco classe 2005 che oggi veste la prestigiosa maglia numero 10 della Juventus e che rappresenta l’esempio perfetto di come il progetto Next Gen possa funzionare. Yildiz ha lavorato proprio sotto la guida di Brambilla nella stagione 2022-2023, quando alternava presenze tra Primavera e Next Gen, e il tecnico ha contribuito in maniera determinante alla sua crescita tattica e mentale, preparandolo al grande salto in prima squadra. Altri prodotti della Next Gen passati per le mani di Brambilla e oggi protagonisti con la Juventus sono Matias Soulé, che dopo un’ottima annata in prestito è tornato alla base, Dean Huijsen, Nicolò Savona e Samuel Mbangula.

La filosofia di Brambilla come allenatore unisce metodo e pragmatismo, risultati costruiti attraverso l’organizzazione collettiva ma senza mai perdere di vista lo sviluppo individuale dei talenti da lanciare verso categorie superiori. In un’intervista rilasciata nel 2023, l’allenatore aveva spiegato chiaramente la differenza tra guidare una Primavera e allenare la Next Gen, sottolineando come anche per lui si trattasse dell’esordio in una prima squadra e che a livello di lavoro ci fossero poche differenze rispetto alla Primavera, con l’obiettivo sempre focalizzato sulla crescita dei ragazzi sotto tutti gli aspetti, ma con una distinzione fondamentale: nella Next Gen il risultato conta davvero, perché si affrontano partite difficili contro rose esperte che lottano per obiettivi concreti come la promozione o la salvezza.

Brambilla aveva evidenziato come la differenza stia proprio in questo concetto: il lavoro in settimana rimane simile, ma la domenica i calciatori possono capire davvero quello che serve per diventare grandi professionisti, perché si trovano in un campionato dove il risultato conta, dove la classifica ha un peso importante, diversamente dalla Primavera dove una sconfitta alla fine non comporta conseguenze drammatiche. Questa consapevolezza della differenza tra calcio giovanile e professionismo rappresenta il valore aggiunto dell’esperienza Next Gen, un laboratorio formativo unico nel panorama italiano dove i giovani talenti possono maturare sotto la guida di allenatori esperti e preparati come Brambilla, che conoscono perfettamente le dinamiche del calcio professionistico avendo vissuto venti anni da giocatori e avendo poi costruito una carriera da tecnici sempre concentrata sulla crescita e sulla valorizzazione dei giovani.

La chiamata a guidare la prima squadra della Juventus, seppur in qualità di traghettatore e per un periodo presumibilmente breve, rappresenta per Massimo Brambilla il coronamento di un percorso professionale costruito con pazienza, competenza e risultati concreti. Mercoledì 29 ottobre, quando alle 18:30 la Juventus ospiterà l’Udinese allo Stadium, Brambilla siederà per la prima volta sulla panchina della prima squadra bianconera in una partita ufficiale, un traguardo che pochi mesi fa sarebbe stato difficilmente immaginabile ma che testimonia la fiducia che la dirigenza juventina ripone in lui e nella conoscenza profonda che il tecnico lombardo ha dell’ambiente e di molti giocatori della rosa attuale.

Il compito che attende Brambilla non sarà certamente semplice. La Juventus si presenta all’appuntamento con l’Udinese dopo otto partite consecutive senza vittorie, con la squadra ottava in classifica a dodici punti, a pari merito proprio con i friulani e l’Atalanta, e soprattutto a sei lunghezze di distanza dalla vetta occupata da Napoli e Roma. L’ultima vittoria risale al rocambolesco 4-3 contro l’Inter del 13 settembre, seguita da cinque pareggi consecutivi e poi dalle tre sconfitte di fila contro Como, Real Madrid in Champions League e Lazio. Un digiuno di risultati che, per chi siede sulla panchina della Juventus, equivale storicamente a una condanna, come testimonia l’esonero di Tudor arrivato con tempistiche rapidissime.

Brambilla avrà quindi meno di quarantotto ore per preparare una partita già decisiva per il prosieguo della stagione bianconera, cercando di ridare un minimo di serenità e di organizzazione tattica a un gruppo apparso spaventato e in totale confusione nelle ultime uscite. Il tecnico potrà contare sulla conoscenza personale di diversi elementi della rosa, avendo allenato in passato alcuni di loro nella Next Gen, e sulla sua capacità di creare empatia con i giocatori e di trasmettere fiducia anche nei momenti più difficili. Nel frattempo, la dirigenza bianconera è già attivamente al lavoro per individuare il successore definitivo di Tudor, con diversi nomi circolati nelle ultime ore, da Luciano Spalletti a Roberto Mancini, passando per l’ipotesi di un altro traghettatore come Raffaele Palladino.

Qualunque sarà la durata del suo incarico alla guida della prima squadra, questa esperienza rappresenta per Massimo Brambilla un’opportunità straordinaria per dimostrare le proprie capacità anche nel calcio che conta, mettendosi in mostra su un palcoscenico prestigioso come quello della Juventus e confrontandosi con pressioni e responsabilità di livello completamente diverso rispetto a quelle vissute nel settore giovanile o in Serie C. La storia recente del calcio italiano è ricca di esempi di allenatori che hanno utilizzato esperienze da traghettatori per poi costruire carriere importanti, e Brambilla ha dimostrato nel corso degli anni di possedere qualità tecniche, tattiche e umane per poter ambire a traguardi sempre più prestigiosi nel mondo della panchina. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!