La comunità astronomica internazionale si trova ad affrontare uno dei casi più enigmatici della storia recente dell’osservazione spaziale. La cometa interstellare 3I/ATLAS, scoperta il primo luglio 2025 dal sistema Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System operativo in Cile, ha raggiunto il perielio – il punto di massimo avvicinamento al Sole – lo scorso 29 ottobre, rivelando caratteristiche che sfidano la comprensione scientifica consolidata e hanno portato all’attivazione di protocolli di monitoraggio senza precedenti per un oggetto proveniente dall’esterno del Sistema Solare.
Si tratta del terzo corpo celeste interstellare mai identificato dopo il controverso 1I/’Oumuamua del 2017 e la cometa 2I/Borisov del 2019, ma presenta anomalie così pronunciate da aver spinto l’International Asteroid Warning Network – l’organismo coordinato dalla NASA e dall’Agenzia Spaziale Europea responsabile della difesa planetaria – a organizzare una campagna osservativa senza precedenti che si protrarrà dal 27 novembre 2025 al 27 gennaio 2026. Per la prima volta nella storia, un oggetto interstellare diventa il bersaglio di un’esercitazione globale di difesa planetaria, sebbene gli esperti tengano a precisare che non sussiste alcun rischio di impatto con la Terra.
Un visitatore dalle caratteristiche uniche
La cometa 3I/ATLAS percorre un’orbita iperbolica con un’eccentricità pari a 6,143 e un’inclinazione di 175 gradi rispetto al piano dell’eclittica, il che significa che si muove in direzione retrograda rispetto al moto dei pianeti del Sistema Solare. Viaggiando a una velocità di oltre 200.000 chilometri orari – equivalenti a circa 68 chilometri al secondo – l’oggetto non è gravitazionalmente legato al Sole e proseguirà il suo viaggio verso le profondità dello spazio interstellare dopo aver completato il passaggio attraverso il sistema planetario interno.
Le dimensioni del nucleo cometario rimangono incerte a causa della luminosità della chioma che lo avvolge. Le osservazioni condotte dal telescopio spaziale Hubble nel luglio 2025 hanno permesso al team guidato dall’astronomo David Jewitt dell’Università della California di Los Angeles di stimare che il diametro del nucleo sia compreso tra 320 metri e 5,6 chilometri, con la stima più probabile che indica dimensioni inferiori al chilometro. Nonostante le dimensioni relativamente modeste, la cometa ha mostrato un’attività sorprendentemente intensa già a distanze considerevoli dal Sole.
Le anomalie chimiche che sconcertano gli scienziati
Ciò che rende 3I/ATLAS un caso unico nella letteratura astronomica è la sua composizione chimica anomala. Le osservazioni spettroscopiche condotte dal Very Large Telescope dell’Osservatorio Europeo Australe in Cile hanno rivelato l’emissione di circa quattro grammi di nichel atomico al secondo dalla chioma cometaria, senza alcuna traccia rilevabile di ferro – un’assenza che non trova precedenti tra le comete conosciute sia del Sistema Solare sia tra gli altri oggetti interstellari precedentemente osservati.
Gli astrofisici ipotizzano che il nichel possa essere presente sotto forma di nichel tetracarbonile, un composto estremamente raro in natura e tipicamente associato a processi industriali terrestri utilizzati per la raffinazione del nichel metallico. La presenza di questo composto solleva interrogativi fondamentali sui processi chimici che possono verificarsi in ambienti cosmici estremi e sulla diversità dei materiali presenti nei sistemi planetari extrasolari.
Il James Webb Space Telescope ha inoltre rivelato che la chioma di 3I/ATLAS contiene una quantità di anidride carbonica straordinariamente elevata rispetto all’acqua, un rapporto che suggerisce che la cometa si sia formata in una regione estremamente fredda del suo sistema stellare d’origine, oppure che abbia subito processi evolutivi radicalmente differenti da quelli delle comete native del Sistema Solare. La chioma contiene anche significative quantità di acqua, monossido di carbonio, solfuro di carbonile, cianuro e acido cianidrico – molecole fondamentali per la chimica prebiotica che precede l’origine della vita.
Il mistero dell’anti-coda e delle accelerazioni anomale
L’aspetto più sconcertante di 3I/ATLAS riguarda il comportamento della sua coda cometaria. Contrariamente a quanto previsto dalla fisica delle radiazioni solari, che spingono gas e polveri sempre in direzione opposta al Sole, le osservazioni hanno documentato la presenza di una cosiddetta “anti-coda” – un flusso di particelle diretto verso il Sole anziché allontanarsene. Questo fenomeno, già di per sé eccezionale, è stato ulteriormente complicato dal fatto che la direzione della coda ha mostrato variazioni nel corso dell’avvicinamento al perielio, passando da una configurazione rivolta verso il Sole a una configurazione più convenzionale.
Le analisi astrometriche della traiettoria hanno inoltre evidenziato possibili accelerazioni non gravitazionali – deviazioni dal percorso previsto basandosi esclusivamente sull’attrazione gravitazionale del Sole e dei pianeti. Tali accelerazioni sono comuni nelle comete attive, dove l’espulsione asimmetrica di gas e polveri può agire come un motore a razzo naturale, ma l’entità e le caratteristiche delle variazioni osservate in 3I/ATLAS hanno alimentato speculazioni sulla natura effettiva dell’oggetto.
L’aumento anomalo di luminosità al perielio
Durante il passaggio al perielio del 29 ottobre, quando l’oggetto si trovava nascosto dietro il Sole per gli osservatori terrestri ma perfettamente visibile ai coronografi installati sui satelliti spaziali STEREO-A, SOHO e GOES-19, gli astronomi Qicheng Zhang del Lowell Observatory e Karl Battams del Laboratorio di Ricerca Navale degli Stati Uniti hanno documentato un drammatico e inatteso aumento di luminosità.
L’oggetto ha mostrato un incremento di brillantezza che segue una legge di potenza con esponente pari a -7,5 rispetto alla distanza solare, un tasso significativamente superiore a quello tipico delle comete provenienti dalla nube di Oort, che generalmente seguono leggi con esponenti compresi tra -2 e -4. Gli scienziati hanno sottolineato in uno studio preliminare inviato all’Astrophysical Journal Letters che “la ragione del rapido aumento di luminosità di 3I/ATLAS, che supera di gran lunga la velocità di incremento della maggior parte delle comete, resta ancora poco chiara”.
Ancora più sorprendente è stata la fotometria a colori condotta durante il perielio, che ha rivelato che 3I/ATLAS appare “distintamente più blu del Sole” – un fenomeno considerato del tutto inaspettato per un oggetto cometario. Le misurazioni hanno mostrato che l’oggetto risulta 0,7 magnitudini più luminoso nel filtro blu e 0,4 magnitudini più luminoso nel filtro arancione rispetto al filtro chiaro, contrastando nettamente con l’apparenza rossastra che mostrava nelle osservazioni precedenti al perielio. Il coronografo CCOR-1 del satellite GOES-19 ha inoltre risolto l’oggetto come una sorgente estesa con una chioma di circa 300.000 chilometri di diametro.
Il protocollo IAWN e la campagna di monitoraggio internazionale
L’International Asteroid Warning Network ha formalmente annunciato il 24 ottobre l’organizzazione dell’ottava campagna osservativa della sua storia, la prima dedicata a un oggetto interstellare. L’iniziativa, che coinvolgerà telescopi terrestri e spaziali di tutto il mondo sotto il coordinamento di agenzie spaziali nazionali, osservatori pubblici e privati, ha l’obiettivo dichiarato di “esercitare la capacità della comunità osservativa di estrarre astrometria accurata” da corpi cometari.
Come specificato nel comunicato ufficiale dell’organismo, “sebbene non rappresenti alcuna minaccia, la cometa 3I/ATLAS offre una grande opportunità per svolgere un’esercitazione osservativa grazie alla sua prolungata osservabilità dalla Terra e al grande interesse che suscita nella comunità scientifica”. Le comete presentano infatti sfide uniche per le misurazioni astrometriche accurate e le previsioni orbitali a causa delle loro caratteristiche morfologiche diffuse – chiome e code – che possono sistematicamente distogliere le misurazioni del centroide dal picco di luminosità centrale del nucleo.
La campagna rappresenta una preparazione fondamentale per scenari futuri in cui potrebbe essere necessario determinare rapidamente la traiettoria di una cometa del Sistema Solare con probabilità non nulla di collisione con la Terra. La scelta di 3I/ATLAS come bersaglio dell’esercitazione è motivata dalle sue caratteristiche uniche che permettono di testare protocolli e tecniche osservative in condizioni particolarmente sfidanti, fornendo un banco di prova ideale per affinare le capacità di coordinamento internazionale in materia di difesa planetaria.
Le ipotesi controverse di Avi Loeb
Il passaggio di 3I/ATLAS ha riacceso il dibattito scientifico sulle possibili manifestazioni di tecnologia extraterrestre nel Sistema Solare. Abraham Avi Loeb, astrofisico dell’Università di Harvard già noto per le sue teorie controverse su 1I/’Oumuamua, ha avanzato l’ipotesi provocatoria che l’oggetto possa essere un “manufatto extraterrestre” o addirittura un’astronave madre aliena capace di sfruttare l’effetto Oberth – un principio di meccanica orbitale che consente a un veicolo spaziale di aumentare significativamente la propria velocità utilizzando la gravità del Sole durante il passaggio al perielio.
Secondo Loeb, il fatto che il perielio sia avvenuto con l’oggetto “nascosto” dietro il Sole rispetto agli osservatori terrestri potrebbe rappresentare un momento ideale per compiere manovre di accelerazione o decelerazione, o per rilasciare eventuali sonde dirette verso i pianeti del Sistema Solare senza essere rilevati. Lo scienziato ha descritto 3I/ATLAS come un possibile “evento cigno nero” e ha invitato la comunità scientifica a considerare seriamente la possibilità che oggetti interstellari possano essere sonde inviate da civiltà avanzate.
La stragrande maggioranza della comunità astronomica respinge fermamente queste ipotesi, sottolineando che tutte le caratteristiche osservate, per quanto anomale, possono essere spiegate attraverso processi naturali ancora non completamente compresi. Gli esperti della NASA e dell’ESA hanno ribadito che 3I/ATLAS è una cometa interstellare con proprietà insolite ma compatibili con origini naturali in un sistema planetario extrasolare caratterizzato da condizioni chimiche e termiche differenti da quelle del Sistema Solare.
Prospettive future e osservazioni pianificate
Dopo il passaggio al perielio, 3I/ATLAS è tornata gradualmente visibile nel cielo del mattino verso la fine di novembre, spostandosi attraverso le costellazioni della Vergine e del Leone. Il punto di massimo avvicinamento alla Terra è previsto per il 19 dicembre 2025, quando l’oggetto si troverà a circa 270 milioni di chilometri dal nostro pianeta – una distanza pari a 1,8 unità astronomiche, ben oltre qualsiasi possibilità di rischio.
A quella distanza, la magnitudine apparente sarà pari a circa 14, richiedendo telescopi con generosa apertura per l’osservazione. La cometa continuerà a essere visibile fino a maggio 2026, quando raggiungerà una luminosità di magnitudine 21, troppo debole anche per la maggior parte degli strumenti amatoriali. Durante questo periodo, la missione Juice dell’Agenzia Spaziale Europea, attualmente in viaggio verso Giove, avrà l’opportunità di osservare l’oggetto da una prospettiva unica, potenzialmente rivelando dettagli sulla traiettoria e sulla possibile emissione di segnali non termici.
Nel marzo 2026, 3I/ATLAS passerà a circa 21 milioni di chilometri da Giove, offrendo agli astronomi un’ulteriore opportunità per studiare eventuali perturbazioni gravitazionali e caratterizzare con maggiore precisione la massa e la densità dell’oggetto. Successivamente, la cometa lascerà definitivamente il Sistema Solare interno, proseguendo il suo viaggio millenario attraverso la galassia.
Implicazioni scientifiche e culturali
Indipendentemente dalla sua vera natura, 3I/ATLAS rappresenta una finestra senza precedenti sulla diversità dei corpi celesti che popolano la galassia. Le analisi chimiche e spettroscopiche condotte su questo visitatore interstellare stanno fornendo informazioni cruciali sulle condizioni di formazione dei sistemi planetari extrasolari e sui processi evolutivi che possono modificare la composizione di comete e asteroidi nel corso di miliardi di anni.
La presenza di composti come il nichel tetracarbonile, l’elevato rapporto anidride carbonica-acqua e le molecole azotate complesse suggerisce che la chimica dei sistemi planetari possa essere significativamente più variegata di quanto previsto dai modelli teorici basati esclusivamente sul Sistema Solare. Questi dati contribuiranno a raffinare le previsioni sulla composizione delle atmosfere degli esopianeti e sulle possibili forme di chimica prebiotica in ambienti cosmici diversi dalla Terra.
Sul piano della difesa planetaria, l’esercitazione coordinata dall’IAWN sta dimostrando la capacità della comunità internazionale di mobilitarsi rapidamente e coordinare risorse osservative globali di fronte a fenomeni celesti inattesi. Le competenze acquisite durante questa campagna rappresenteranno un patrimonio fondamentale per affrontare eventuali scenari futuri in cui un oggetto potenzialmente pericoloso dovesse essere scoperto con breve preavviso.
Dal punto di vista culturale e mediatico, il caso di 3I/ATLAS ha evidenziato ancora una volta la tensione tra rigore scientifico e narrazione sensazionalistica. Le speculazioni su possibili origini artificiali, pur prive di fondamento secondo il consenso scientifico, hanno catalizzato l’attenzione del pubblico e riaperto il dibattito filosofico sulla possibile presenza di civiltà tecnologiche nella galassia e sulle modalità attraverso cui potrebbero manifestarsi.
Mentre la cometa prosegue il suo cammino allontanandosi dal Sole, gli astronomi continuano ad analizzare i dati raccolti durante i mesi di osservazione intensiva. Ogni nuova informazione contribuisce a dipanare il mistero di questo enigmatico visitatore cosmico, che ha dimostrato ancora una volta come l’universo sia capace di sorprendere anche gli scienziati più esperti e di sfidare i confini della comprensione umana. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
