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Filippine, tifone Kalmaegi: oltre 90 morti nell’inondazione più devastante degli ultimi anni

Il tifone Kalmaegi ha provocato oltre 90 morti nelle Filippine, con 76 vittime nella sola provincia di Cebu, dove le peggiori inondazioni degli ultimi anni hanno travolto intere città, mentre 26 persone risultano ancora disperse.

Il bilancio delle vittime causate dal tifone Kalmaegi nelle Filippine ha superato i 90 morti, rendendo questa catastrofe la peggiore inondazione degli ultimi anni nell’arcipelago del Sud-est asiatico. La provincia di Cebu, duramente colpita dal fenomeno meteorologico, ha registrato da sola 76 decessi, con 35 corpi recuperati nella sola città costiera di Liloan, situata nella periferia settentrionale della capitale provinciale. L’ufficio nazionale della protezione civile ha confermato almeno 17 morti in altre province filippine, mentre 26 persone risultano ancora disperse.

La devastazione provocata dal tifone, conosciuto localmente come Tino, ha assunto proporzioni senza precedenti quando ha toccato terra poco dopo la mezzanotte di martedì nelle province orientali del Paese. Le acque alluvionali, descritte dai funzionari locali come “senza precedenti”, hanno travolto intere città e villaggi della provincia di Cebu, trascinando via automobili, baracche lungo i fiumi e persino massicci container per il trasporto marittimo. La governatrice provinciale Pamela Baricuatro ha definito la situazione “veramente senza precedenti”, sottolineando come le autorità si aspettassero che i venti rappresentassero il pericolo maggiore, ma invece è stata l’acqua a mettere realmente a rischio la popolazione. Le immagini che emergono dalle zone colpite mostrano strade trasformate in fiumi impetuosi, con residenti intrappolati sui tetti delle proprie abitazioni in attesa di soccorso.

Nelle ventiquattro ore precedenti l’arrivo del tifone, l’area intorno a Cebu City è stata sommersa da 183 millimetri di pioggia, ben oltre la media mensile di 131 millimetri prevista per novembre. Questa eccezionale quantità di precipitazioni ha causato lo straripamento del fiume Butuanon, che ha inondato vasti settori della città, compreso il barangay Bacayan, dove metà del quartiere è stato sommerso. Molti residenti hanno raccontato di non aver mai visto inondazioni simili in trentacinque anni. Le acque hanno raggiunto livelli tali da sommergere interi edifici fino al secondo piano, costringendo le famiglie a rifugiarsi ai piani superiori mentre l’acqua continuava a salire rapidamente.

Il rapido processo di urbanizzazione nelle aree collinari di Cebu ha contribuito ad aggravare la catastrofe. Il consigliere comunale Joel Garganera, presidente della commissione ambiente, ha spiegato come la proliferazione di suddivisioni residenziali e strade cementificate nei barangay montani abbia interrotto il naturale flusso e assorbimento dell’acqua piovana. La perdita della copertura forestale ha reso le comunità collinari più vulnerabili alle alluvioni improvvise, poiché il terreno non è più in grado di trattenere le forti precipitazioni. Le vie d’acqua della città sono state ulteriormente ridotte dall’invasione di insediamenti informali e grandi strutture commerciali, causando il restringimento dei fiumi nel tempo. Questo contesto di degrado ambientale ha trasformato i canali di drenaggio naturale in rapide vie d’inondazione durante le intense piogge.

La provincia di Cebu, che conta oltre 2,4 milioni di abitanti, ha dichiarato lo stato di calamità per consentire alle autorità di erogare fondi di emergenza in modo più rapido per affrontare l’ultima catastrofe naturale. La provincia si stava ancora riprendendo da un terremoto di magnitudo 6,9 verificatosi il 30 settembre, che aveva causato almeno 79 morti e migliaia di sfollati a causa del crollo o del grave danneggiamento delle abitazioni. Centinaia di residenti del nord di Cebu, già colpiti dal sisma, erano stati trasferiti da tende di fortuna a centri di evacuazione più robusti prima dell’arrivo del tifone.

Tra le vittime figurano anche sei membri del personale dell’aeronautica militare filippina, morti quando il loro elicottero Super Huey si è schiantato nella provincia meridionale di Agusan del Sur durante una missione umanitaria nelle aree colpite dal tifone. L’aeromobile era decollato dalla città di Davao ed era diretto verso la città costiera di Butuan per fornire assistenza alle operazioni di soccorso quando ha perso le comunicazioni, precipitando nei pressi della città di Loreto. I corpi dei sei membri dell’equipaggio sono stati successivamente recuperati, e un’indagine è attualmente in corso per determinare le cause dell’incidente.

Prima dell’arrivo del tifone, le autorità filippine avevano evacuato preventivamente circa 400.000 persone dalle zone a rischio nelle province orientali e centrali. Le autorità avevano emesso avvisi per piogge torrenziali, venti potenzialmente distruttivi e mareggiate che avrebbero potuto raggiungere fino a tre metri di altezza. La Guardia Costiera ha vietato la partenza di traghetti interinsulari e pescherecci a causa del mare sempre più agitato, lasciando bloccati più di 3.500 passeggeri e autotrasportatori in quasi cento porti marittimi. Almeno 186 voli nazionali sono stati cancellati a causa delle severe condizioni meteorologiche.

Il tifone Kalmaegi, dopo aver perso parte della sua intensità attraversando l’arcipelago, si è spostato verso il Mar Cinese Meridionale nella giornata di mercoledì, dirigendosi verso il Vietnam. Al momento dell’uscita dalle acque territoriali filippine, il sistema presentava venti sostenuti di 120 chilometri orari con raffiche fino a 150 chilometri orari. Le autorità vietnamite si stanno preparando per l’arrivo previsto del tifone, che dovrebbe toccare terra nella regione centro-meridionale del Paese tra giovedì notte e venerdì mattina. I meteorologi vietnamiti prevedono che Kalmaegi potrebbe raggiungere il picco di intensità di livello 14, rendendolo potenzialmente il tifone più forte a colpire il Vietnam quest’anno.

Gli scienziati del clima avvertono che i fenomeni atmosferici come il tifone Kalmaegi stanno diventando sempre più potenti a causa dei cambiamenti climatici causati dall’attività umana. Gli oceani più caldi permettono ai tifoni di intensificarsi rapidamente, mentre un’atmosfera più calda trattiene maggiore umidità, provocando precipitazioni più intense. Uno studio recente condotto da ClimaMeter su un precedente super tifone ha concluso che i cicloni simili oggi sono localmente fino al 10% più umidi, circa 1 grado Celsius più caldi e approssimativamente il 4% più ventosi rispetto al passato. I ricercatori hanno sottolineato che mentre la variabilità climatica naturale potrebbe aver svolto un ruolo modesto, i cambiamenti a lungo termine nella pressione, nelle precipitazioni e nella temperatura suggeriscono fortemente che la gravità dell’evento è in gran parte coerente con i cambiamenti climatici causati dall’uomo.

Le Filippine sono colpite in media da venti tempeste e tifoni ogni anno, che colpiscono regolarmente aree soggette a disastri dove milioni di persone vivono in condizioni di povertà. Kalmaegi rappresenta il ventesimo ciclone tropicale a colpire l’arcipelago filippino quest’anno, raggiungendo già la media annuale. Gli specialisti meteorologici prevedono che potrebbero verificarsi ancora da tre a cinque tempeste aggiuntive prima della fine di dicembre. Questo ultimo disastro arriva appena un mese dopo che due tifoni consecutivi hanno provocato oltre una dozzina di vittime e danni significativi alle infrastrutture e alle colture. Il super tifone Ragasa, conosciuto localmente come Nando, ha colpito alla fine di settembre, seguito a breve distanza dal tifone Bualoi, chiamato localmente Opong.

Le operazioni di soccorso e recupero continuano nelle zone colpite, con le autorità impegnate nel ripristino dell’energia elettrica e nella rimozione dei detriti che bloccano le strade principali. Il vice amministratore dell’Ufficio per la Difesa Civile, Rafaelito Alejandro, ha dichiarato che la sfida principale per i soccorritori è la rimozione dei detriti e dei veicoli dalle strade. Migliaia di famiglie evacuate rimangono nei centri di evacuazione mentre le autorità cercano di ripristinare i servizi essenziali nelle comunità devastate. Il sindaco di Cebu City, Nestor Archival, ha stimato che circa 200.000 abitazioni in tutta la città siano state danneggiate o inondate, mentre almeno 76 scuole hanno subito danni, principalmente nelle Visayas orientali. Almeno 21 strade e cinque ponti sono stati resi impraticabili dalla furia del tifone. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!