Le proiezioni modellistiche iniziano a delineare con maggiore coerenza una possibile svolta invernale tra la fine della prossima settimana e l’inizio della seguente, con dinamiche bariche che favorirebbero un ingresso d’aria più fredda sul comparto italiano, in particolare al Nord e sui rilievi appenninici settentrionali. I principali centri di calcolo, incluso il modello europeo ECMWF, confermano l’impianto generale di una circolazione ciclonica a carattere invernale, seppur con fisiologiche oscillazioni nell’asse dei cavi d’onda e nei dettagli termodinamici.
Secondo l’ultima emissione del modello ECMWF, si conferma una moderata intrusione fredda associata a un nucleo instabile di origine atlantica, con condizioni favorevoli alla formazione di precipitazioni diffuse e, soprattutto, alla comparsa dei primi fiocchi a quote relativamente basse. Si registra un leggero ridimensionamento delle isoterme negative rispetto alle corse precedenti, ma permane una struttura termica favorevole alla neve sulle regioni settentrionali, in particolare tra venerdì 21 e sabato 22 novembre, periodo in cui si attende la fase più attiva del peggioramento.
Il profilo termico atteso prevede una -2/-3/-4°C a circa 1400 metri di quota, con uno zero termico oscillante tra gli 800 e i 1000 metri, e con fasi in cui potrà calare temporaneamente fino a 700 metri o, localmente, persino a 500 metri, specie in presenza di precipitazioni intense. In alcune vallate interne e nelle ore serali-notturne, non è esclusa la possibilità di fiocchi anche a 300/400 metri, con possibili accumuli, seppur modesti, anche su zone collinari.
Le aree più esposte al rischio neve a bassa quota risultano le Alpi Marittime, le colline del Cuneese, localmente quelle dell’Alessandrino e dell’Astigiano, nonché i rilievi appenninici settentrionali: tra l’Appennino ligure interno, quello emiliano-romagnolo e le propaggini settentrionali della Toscana. Nevicate deboli e irregolari potrebbero interessare anche le Alpi centro-occidentali, mentre quantitativi più consistenti sono attesi sull’Appennino tosco-emiliano, con accumuli tra i 10 e i 20 cm attorno ai 900/1000 m, e picchi fino a 30/40 cm nelle aree più esposte alle correnti umide sud-occidentali.
Nelle stesse fasce altimetriche, tra i 900 e i 1000 metri, lo zero termico dovrebbe mantenersi più stabile, garantendo precipitazioni nevose continue per 24-30 ore, soprattutto tra venerdì pomeriggio e sabato sera. Nelle fasi più fredde e sotto le precipitazioni più strutturate, si attende un temporaneo abbassamento della quota neve fino a 400 metri, con possibili accumuli sulle colline emiliane, romagnole e localmente nelle valli friulane.
Per il resto della Penisola, l’azione fredda risulterà più attenuata: al Centro Italia si registrerà un calo termico moderato, con neve prevista attorno ai 1000/1200 metri tra Umbria, Marche, nord Lazio e parte dell’Abruzzo settentrionale; al Sud il raffreddamento sarà ancora più blando, con fiocchi confinati oltre i 1500 metri.
È doveroso sottolineare come, a distanza di 5-6 giorni dall’evento, la previsione sia ancora soggetta a variazioni anche significative, in funzione della posizione del minimo depressionario e dell’effettiva intensità della colata fredda. Tuttavia, la convergenza modellistica delle ultime emissioni rafforza l’ipotesi di un primo episodio invernale, con caratteristiche di moderata intensità, capace di riportare la neve a quote medio-basse, soprattutto sulle regioni settentrionali e sull’Appennino settentrionale.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
