La Procura di Pavia ha ricostruito il movente che avrebbe spinto Andrea Sempio a uccidere Chiara Poggi nella villetta di Garlasco il 13 agosto 2007. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore Fabio Napoleone, sostengono di aver delineato in modo dettagliato le ragioni che potrebbero aver mosso l’allora diciannovenne, oggi indagato per omicidio in concorso con Alberto Stasi o con ignoti. La rivelazione completa del movente è attesa per la primavera del 2026, quando i magistrati pavesi dovrebbero chiudere le indagini e procedere con la richiesta di rinvio a giudizio.
Secondo quanto emerso dal programma Ore 14 condotto da Milo Infante su Rai2, i pubblici ministeri parlano di plurimi indizi raccolti contro Sempio, tra cui elementi che permetterebbero di comprendere non solo la dinamica dei fatti, ma anche le motivazioni profonde dell’omicidio. Gli investigatori avrebbero individuato un movente di natura personale, legato a una sfera intima, che verrà reso pubblico soltanto al momento della chiusura formale dell’inchiesta, prevista per i primi mesi del 2026.
Tra gli elementi al vaglio degli inquirenti emergono diverse circostanze che potrebbero contribuire a delineare il quadro motivazionale. Un primo aspetto riguarda il computer di Chiara Poggi, sul quale i carabinieri del Ris nel 2007 trovarono oltre quattromila accessi a siti per adulti. Secondo la ricostruzione investigativa, il personal computer della vittima veniva utilizzato abitualmente dal fratello Marco e dai suoi amici, tra cui lo stesso Andrea Sempio. La circostanza assume particolare rilevanza poiché Chiara custodiva nel computer materiale estremamente privato.
All’interno del computer, Chiara aveva creato una cartella denominata Tatina, protetta da password e con un flag nascosto che rendeva difficilmente visibili le icone. In questa cartella la giovane conservava foto intime e tre video privati girati con il fidanzato Alberto Stasi, risalenti al periodo tra il 2005 e il 2006. Soltanto dal maggio 2007 Chiara aveva sentito il bisogno di proteggere questo materiale con un livello di sicurezza elevato, evidentemente consapevole che il suo computer veniva regolarmente utilizzato da altre persone. Gli investigatori stanno verificando se qualcuno della cerchia di amici del fratello abbia avuto accesso a questo materiale riservato, e se tale circostanza possa essere collegata al movente dell’omicidio.
Un altro elemento sotto la lente degli inquirenti è costituito dalle telefonate effettuate da Sempio a casa Poggi nei giorni immediatamente precedenti al delitto. L’analisi dei tabulati telefonici ha rivelato che tra il 7 e l’8 agosto 2007, quando Marco Poggi era già partito per le vacanze in Trentino con la famiglia, Sempio chiamò per tre volte l’abitazione di via Pascoli. Si trattava di telefonate anomale, poiché in otto mesi Sempio non aveva mai chiamato a casa Poggi se non per brevi comunicazioni legate al rientro serale dell’amico. Le tre chiamate del 7 e 8 agosto avvennero quando in casa si trovava soltanto Chiara, rimasta a Garlasco per studiare per gli esami universitari.
Le telefonate presentano caratteristiche particolari. La prima, effettuata il 7 agosto alle 17.42, durò pochissimi secondi e secondo la difesa di Sempio sarebbe stato un probabile errore. La seconda chiamata, avvenuta otto minuti dopo alle 17.50, avrebbe fatto scattare l’impianto di allarme. La terza, registrata il giorno seguente alle 16.54, risulta essere la più lunga. Sempio ha dichiarato di aver cercato Marco Poggi, dimenticando che l’amico fosse già partito per le vacanze. Gli inquirenti considerano inverosimile questa versione, dal momento che i due ragazzi si vedevano molto spesso e Sempio era al corrente dei programmi dell’amico. Per i carabinieri, queste telefonate sarebbero il segnale di un’attenzione particolare di Sempio verso la sorella del suo amico, e non maldestri tentativi di contattare Marco.
Un dettaglio che ha attirato l’attenzione degli investigatori riguarda un disegno pubblicato da Sempio sui social network il 17 dicembre 2014, giorno della condanna in appello bis di Alberto Stasi. Il post conteneva un disegno raffigurante due ragazzi in una scena particolare, accompagnato dalla frase criptica “L’essenziale è invisibile agli occhi”. Secondo le indiscrezioni, il pubblico ministero Napoleone avrebbe interrogato Stasi proprio su questo aspetto, chiedendoli dell’interesse quasi ossessivo che Sempio sembrerebbe avere nei suoi confronti e della possibile conoscenza dei video intimi conservati nel computer di Chiara. Gli inquirenti stanno valutando se questo comportamento possa essere collegato a un coinvolgimento emotivo di Sempio nei confronti della vittima o a eventi specifici accaduti prima del delitto.
Nelle ultime settimane sono emerse due ipotesi principali sul possibile movente. La prima riguarda un segreto indicibile scoperto da Chiara, che avrebbe potuto portare Sempio a volerla mettere a tacere. La seconda ipotesi, considerata più probabile dagli investigatori, fa riferimento a un approccio respinto da parte della ragazza, che avrebbe potuto scatenare la furia omicida dell’indagato. Entrambe le piste puntano su un movente di natura personale e intima, legato ai rapporti tra Sempio e Chiara nei giorni precedenti l’omicidio.
Gli inquirenti hanno raccolto altri elementi a supporto delle loro tesi. Il mattino del 13 agosto 2007, tra le 9.58 e le 12.18, si registrarono sei contatti telefonici tra Sempio e due suoi amici, Roberto Freddi e Mattia Capra, della comitiva di cui faceva parte anche Marco Poggi. Si trattava di chiamate e messaggi di cui non venne fatto alcun cenno nei verbali delle testimonianze dei ragazzi all’epoca dei fatti. Inoltre, l’analisi dei tabulati dimostrerebbe che Sempio alle 11.25 era sicuramente fuori casa, poiché ricevette una chiamata dalla sua abitazione sul cellulare, mentre il suo telefono continuava ad agganciare la cella di Garlasco anche quando avrebbe dovuto trovarsi a Vigevano, dove disse di essere andato esibendo uno scontrino del parcheggio.
La Procura di Pavia ha inoltre acquisito materiale ritenuto significativo durante le perquisizioni effettuate a maggio 2025 nelle abitazioni di Sempio, dei suoi genitori e di alcuni amici. Sono stati sequestrati telefoni cellulari, computer e supporti informatici che potrebbero contenere elementi utili alla ricostruzione del movente. Particolare attenzione è stata rivolta alle comunicazioni tra Sempio e i componenti della sua cerchia nei giorni precedenti e successivi al delitto.
Il quadro indiziario si arricchisce degli elementi scientifici emersi dall’incidente probatorio. La genetista Denise Albani ha depositato una perizia che conferma la compatibilità del DNA trovato sotto le unghie di Chiara Poggi con la linea paterna della famiglia Sempio. Secondo i calcoli biostatistici contenuti nella relazione di 93 pagine, per quanto riguarda l’unghia della mano destra la probabilità che Sempio abbia contribuito a quel profilo genetico è da 476 a 2153 volte superiore rispetto a quella di un soggetto casuale della popolazione di riferimento. Gli inquirenti contestano la tesi difensiva del contatto indiretto, sostenendo che in tal caso si sarebbe dovuto trovare anche il DNA dei familiari o del fidanzato Stasi, cosa che invece non emerge dalle analisi.
A questi elementi si aggiunge la cosiddetta impronta 33, una traccia palmare rinvenuta sul muro delle scale che portano al seminterrato dove venne trovato il corpo di Chiara. Secondo la Procura e una consulenza del Ris, l’impronta presenta 15 minuzie sovrapponibili a quella di Sempio. I periti della difesa di Stasi hanno sostenuto che si tratti di un’impronta intrisa di sangue e sudore, frutto di un contatto palmare intenso non compatibile con una normale discesa dalle scale. La difesa di Sempio contesta invece l’attribuibilità dell’impronta e sostiene che, anche qualora fosse sua, potrebbe essere stata lasciata in un momento precedente al delitto, dato che il giovane frequentava abitualmente la villetta di via Pascoli.
L’udienza del 18 dicembre 2025 davanti alla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli rappresenta un passaggio cruciale. Durante l’incidente probatorio verranno discusse le perizie della genetista Albani, dei dattiloscopisti Domenico Marchigiani e Giovanni Di Censo, oltre alla relazione dei Ris di Cagliari sulla Bloodstain Pattern Analysis, l’analisi delle macchie di sangue che dovrebbe aiutare a ricostruire la dinamica dell’omicidio. Quest’ultima perizia, lunga circa trecento pagine, ripercorre le fasi del delitto in sequenza, dall’ingresso nella villetta al primo impatto vicino al divano, un secondo episodio in prossimità del telefono fisso e la scena finale in cantina.
L’orientamento dei pubblici ministeri è di chiudere le indagini all’inizio del 2026 e procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per Sempio. Una volta concluso questo procedimento, gli stessi magistrati pavesi potrebbero inviare le carte alla Procura generale di Milano per valutare la revisione della condanna inflitta a Stasi. Il cosiddetto biondino dagli occhi di ghiaccio, condannato in via definitiva a sedici anni di reclusione per l’omicidio della fidanzata, potrebbe così passare da colpevole a vittima di quello che alcuni definiscono il più clamoroso errore giudiziario della storia italiana.
Parallelo al procedimento principale corre l’inchiesta della Procura di Brescia che vede indagato per corruzione in atti giudiziari l’ex procuratore di Pavia Mario Venditti, il magistrato che nel 2017 chiese e ottenne l’archiviazione di Sempio quando era già stato indagato per omicidio in concorso. Le indagini sono partite dal rinvenimento durante una perquisizione a casa Sempio di un biglietto con appunti relativi a una nota spese, che farebbe sospettare possibili pagamenti illeciti volti a influenzare l’andamento delle indagini. Gli accertamenti bancari disposti dalla Guardia di Finanza hanno riguardato anche i conti del giudice Fabio Lambertucci, gip che archiviò il caso nel 2017.
La ricostruzione del movente da parte degli inquirenti rappresenta un tassello fondamentale per comprendere uno dei delitti più enigmatici della cronaca italiana. Dopo diciotto anni di indagini, processi, perizie contrapposte e colpi di scena, la verità su cosa spinse l’assassino a uccidere Chiara Poggi quella mattina d’agosto potrebbe finalmente emergere nella sua interezza. Gli elementi raccolti dalla Procura di Pavia, se confermati durante il dibattimento, potrebbero riscrivere completamente la storia giudiziaria del delitto di Garlasco, aprendo la strada a una revisione del processo che ha portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi e facendo finalmente luce su uno dei casi più discussi e controversi degli ultimi decenni. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
