La frattura tra l’Amministrazione comunale di Capriolo e il gruppo storico della Protezione civile locale si è trasformata in una cesura insanabile. Dopo le dimissioni in blocco di 18 volontari operativi, seguite a mesi di tensioni culminate con lo sgombero della sede e la revoca del coordinatore, i protagonisti di quella protesta hanno deciso di non tornare indietro. L’8 dicembre è stata ufficialmente fondata l’Associazione volontari di Protezione civile San Giorgio Franciacorta, guidata da Roberto Alghisi, con l’obiettivo dichiarato di continuare il proprio servizio alla cittadinanza in piena autonomia e senza riferimenti politici. Un passaggio che chiude simbolicamente una stagione di collaborazione con il Comune, segnando un cambio di rotta destinato ad avere riflessi anche sul piano istituzionale.
La nuova associazione è composta esclusivamente da volontari già formati, molti dei quali con anni di esperienza operativa alle spalle, pronti a offrire supporto in emergenze, calamità e attività di prevenzione sul territorio. “Preparati a servire” è il motto scelto dal nuovo gruppo, che ha già avviato l’iter per il riconoscimento provinciale e regionale. Da parte sua, l’Amministrazione capriolese – guidata dal sindaco Luigi Vezzoli – ha confermato l’intenzione di ricostruire il servizio, assicurando una continuità operativa per la comunità. Ma resta il fatto che oggi il Comune parte da zero, mentre il gruppo storico ha voltato pagina.
La vicenda di Capriolo non è un caso isolato. Al contrario, rappresenta l’ennesima dimostrazione di quanto sia fragile, a livello nazionale, l’architettura organizzativa della Protezione civile. Un sistema affidato per lo più alle Odv (Organizzazioni di volontariato), che nella maggior parte dei casi operano in condizioni di dipendenza strutturale dai Comuni, senza una reale autonomia logistica, decisionale e finanziaria. Il risultato è un assetto che espone i volontari a pressioni e interferenze, non sempre trasparenti, che nulla hanno a che fare con lo spirito di servizio e neutralità che dovrebbe ispirare il volontariato di protezione civile.
Come evidenziato anche nell’inchiesta pubblicata da noi di Newsroom Italia il 5 novembre scorso, il sistema va ripensato dalle fondamenta. Serve un modello chiaro, stabile e depoliticizzato, capace di garantire formazione, mezzi e operatività sotto un’unica regia. Il riferimento, ancora una volta, è il modello trentino, dove i volontari di Protezione civile sono inquadrati sotto il Corpo dei Vigili del Fuoco volontari: un’organizzazione autonoma, efficiente, capace di coordinare le emergenze senza interferenze locali.
La nascita dell’associazione San Giorgio Franciacorta è dunque una risposta concreta, ma anche un grido di allarme. Un monito che chiama in causa l’intero impianto normativo della Protezione civile in Italia, troppo spesso lasciata alla buona volontà dei singoli e alla discrezionalità della politica locale. Finché il volontariato resterà subordinato agli equilibri municipali, continueremo a perdere energie, competenze e fiducia, mettendo a rischio la sicurezza stessa delle nostre comunità. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
