Il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che introduce disposizioni urgenti in materia di consultazioni elettorali e referendarie per il 2026. La principale novità contenuta nel provvedimento riguarda le modalità di svolgimento del prossimo referendum costituzionale sulla riforma della giustizia, che si terrà in due giornate: domenica, con seggi aperti dalle 7 alle 23, e lunedì, con orario ridotto dalle 7 alle 15. Una scelta che richiama il modello utilizzato in passato per altre votazioni politiche e amministrative, adottato con l’obiettivo dichiarato di favorire una maggiore partecipazione al voto.
Il referendum sarà di tipo confermativo e riguarderà la riforma costituzionale sulla separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente, un tema centrale nel dibattito politico e istituzionale degli ultimi anni. La riforma, approvata in via definitiva dal Parlamento, dovrà ora essere sottoposta al giudizio degli elettori, come previsto dall’articolo 138 della Costituzione, trattandosi di una modifica costituzionale approvata senza il quorum dei due terzi in entrambe le Camere.
Al momento, la data esatta della consultazione non è stata ancora stabilita, ma il decreto consente di predisporre per tempo le procedure organizzative e logistiche, a partire dalla pianificazione dei seggi fino alla predisposizione del materiale elettorale. La decisione di distribuire il voto su due giornate risponde anche a esigenze tecniche legate alla sicurezza, alla gestione dei flussi nei seggi e alla garanzia di una maggiore accessibilità al voto da parte degli elettori.
Il referendum rappresenta un passaggio cruciale per la riforma della giustizia, considerata da molti una pietra angolare per ridefinire l’equilibrio tra poteri dello Stato e rafforzare l’imparzialità dell’azione giudiziaria. La separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti è da tempo oggetto di discussione tra forze politiche, magistratura e mondo accademico, e il voto popolare potrebbe ora segnare un punto di svolta in una materia di grande rilievo costituzionale e democratico.
Il clima politico attorno al referendum si preannuncia acceso, con le diverse forze già pronte a schierarsi sul fronte del sì o del no. In gioco non c’è solo l’assetto della magistratura, ma anche il rapporto tra potere giudiziario e politico, il ruolo del CSM e, più in generale, l’architettura costituzionale del Paese. Il ritorno al voto su due giorni potrebbe inoltre contribuire a contrastare il fenomeno dell’astensionismo, che nelle ultime tornate referendarie ha fortemente inciso sulla validità delle consultazioni. Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
