Con l’avvio del nuovo anno, l’Italia si prepara a fronteggiare un’importante irruzione artica destinata a modificare radicalmente lo scenario meteorologico nazionale. Gli ultimi aggiornamenti modellistici confermano infatti la formazione di un profondo ciclone mediterraneo in prossimità della nostra penisola proprio tra il 5 e il 6 gennaio, in concomitanza con la festività dell’Epifania. Le condizioni sinottiche attese delineano un peggioramento marcato che potrà determinare fenomeni di forte intensità su buona parte del territorio.
All’origine del peggioramento troviamo una discesa di aria fredda di matrice artico-marittima che, attraversando l’Europa centro-orientale, andrà a interagire con le acque ancora relativamente miti del bacino del Mediterraneo. Questo contrasto termico, particolarmente marcato dopo settimane di temperature sopra la media climatologica, fornirà energia potenziale sufficiente allo sviluppo di una depressione barica molto profonda, con valori di pressione stimati intorno ai 998 hPa. In tali condizioni, il vortice ciclonico potrà generare precipitazioni diffuse e persistenti, localmente a carattere di nubifragio, accompagnate da forti venti e un generale calo delle temperature.
Le aree maggiormente interessate dal maltempo saranno inizialmente le regioni del Centro-Nord, dove già dal pomeriggio del 5 gennaio si prevedono rovesci sparsi in intensificazione serale. Tra la notte e la giornata del 6 gennaio, la struttura ciclonica tenderà a isolarsi sul Tirreno centro-meridionale, determinando una fase di marcato maltempo con precipitazioni abbondanti e rischio idrogeologico soprattutto su Toscana, Lazio, Umbria, Emilia-Romagna, Marche e successivamente anche su Campania e settori interni dell’Abruzzo. Non si escludono allagamenti, esondazioni lampo e frane nelle aree più esposte, in particolare dove il terreno risulta già saturo.
Sul fronte nivologico, l’irruzione fredda porterà la quota neve in deciso calo: al Nord sono attese nevicate fino in pianura, specie sul Piemonte, la Lombardia centro-occidentale e l’Emilia, con possibili accumuli anche nelle aree urbane di Torino, Milano e Bologna. Al Centro, la neve potrà spingersi fino a quote collinari già dal mattino del 6 gennaio, coinvolgendo i rilievi interni di Toscana, Umbria e Marche, mentre lungo l’Appennino abruzzese i fiocchi potrebbero comparire anche sotto i 500 metri.
Il raffreddamento interesserà l’intera colonna atmosferica, portando le temperature su valori inferiori alla media climatologica non solo in Italia, ma su gran parte dell’Europa centro-meridionale. Il campo barico si manterrà instabile anche nei giorni successivi, favorendo il persistere di condizioni invernali con ulteriori possibili irruzioni fredde e nuovi episodi perturbati a carattere nevoso fino a bassa quota.
Pur con la necessaria cautela dovuta alla distanza temporale, la configurazione sinottica delineata mostra una tendenza ormai consolidata verso un inizio di gennaio marcatamente invernale, dopo un dicembre dominato da temperature miti e anomalie positive. Per l’Italia si tratta di un ritorno a condizioni più consone alla stagione, che potrebbe segnare un momento di svolta anche sul piano climatico, almeno nel breve termine.
Le previsioni meteo vengono elaborate a partire dai dati forniti dai modelli internazionali ECMWF e GFS, successivamente verificati e interpretati dalla redazione di www.newsroomitalia.it - Per restare sempre aggiornato scarica GRATIS la nostra App!
