Il tribunale monocratico di Roma ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di Adriano Panzironi, noto al pubblico come il ‘guru delle diete’, ritenendolo colpevole del reato di esercizio abusivo della professione medica. La decisione, pronunciata il 13 maggio 2025, ha inflitto all’imprenditore romano una pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione, mentre il fratello gemello Roberto è stato condannato a 1 anno e 4 mesi per concorso nel reato. Il giudice ha accolto pienamente le richieste formulate dalla Procura della Capitale, rappresentata dal pubblico ministero Francesco Paolo Marinaro.
La sentenza ha previsto anche il risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituitesi nel procedimento, nonché il pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro a beneficio dell’Ordine dei Medici di Roma. Il tribunale ha inoltre disposto la confisca delle pubblicazioni legate al metodo proposto da Panzironi, tra cui il libro “Vivere 120 anni” e il periodico “Il Cerca Salute”, pubblicazioni riconducibili alla società W.T.E. Editore S.r.l. amministrata dallo stesso Panzironi.
Secondo quanto riportato nell’atto d’accusa, Adriano Panzironi ha “esercitato abusivamente la professione medica nei confronti di una numerosa platea di ascoltatori” della trasmissione televisiva “Life 120 Channel”, somministrando “particolareggiate indicazioni sul regime alimentare e programmi e metodi di nutrizione, scientificamente qualificabili in termini di dieta”. All’imputato è stata inoltre contestata la prescrizione dell’assunzione di integratori alimentari da lui stesso commercializzati online, ritenuti di “potenziale nocività per la salute dell’individuo se assimilati senza controllo medico”.
L’avvio del procedimento risale al 2018, quando il presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi, denunciò Panzironi per esercizio abusivo della professione medica. Nel corso degli anni, il processo ha visto la costituzione come parti civili degli Ordini dei Medici di Roma, Milano, Napoli e Venezia, oltre all’Ordine dei Giornalisti del Lazio, ai quali è stata riconosciuta una provvisionale di 20mila euro ciascuno per i danni di immagine e da concorrenza sleale.
“Sono molto soddisfatto per questa condanna perché come ordine dei medici lavoriamo quotidianamente a tutela della salute del cittadino”, ha dichiarato Antonio Magi, presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e odontoiatri. “È necessario che chi propone diete, regimi alimentari e programmi e metodi di nutrizione abbia le necessarie competenze e quando questo non avviene spesso le conseguenze diventano notizie di cronaca. Speriamo che questo sia di monito per tutti quanti: non seguite semplicemente chi promette di farvi vivere 120 anni, ma seguite i medici e i professionisti sanitari abilitati dal Ssn alla cura della persona”.
Anche l’Ordine dei Medici di Venezia, attraverso un comunicato stampa, ha espresso “grande soddisfazione” per il risultato ottenuto, definendolo “un segnale importante per la lotta all’abusivismo della professione e la tutela della salute pubblica”. L’avvocato Valeria Raimondo, che ha rappresentato l’OMCeO di Roma, ha sottolineato come “all’esito di un’istruttoria molto articolata, il Tribunale ha accolto la nostra tesi, ritenendo che le condotte dei fratelli Panzironi abbiano superato la soglia della rilevanza penale”.
Adriano Panzironi, nato a Roma il 12 aprile 1972, ha costruito negli anni un vero e proprio impero mediatico e commerciale attorno al suo metodo “Life 120”. Giornalista pubblicista dall’età di 19 anni, ha lavorato per circa tre anni per il quotidiano Il Tempo, conducendo anche un telegiornale locale su una rete laziale. Successivamente ha fondato una casa editrice e avviato diverse attività imprenditoriali, tra cui un centro sportivo ad Anzio.
Il suo metodo Life 120, diffuso attraverso il libro “Vivere 120 anni” pubblicato nel 2014, prometteva di allungare la vita fino a 120 anni attraverso un regime alimentare iperproteico che bandiva cereali, legumi e tuberi, riducendo drasticamente anche i latticini. Una sorta di versione rivisitata della “paleo dieta” che rinnegava completamente i principi della dieta mediterranea, accompagnata dall’assunzione quotidiana di integratori specifici commercializzati direttamente da Panzironi attraverso i suoi canali.
Nonostante non avesse mai conseguito una laurea in medicina o in discipline correlate, come egli stesso ha ammesso, Panzironi sosteneva che il suo metodo fosse in grado di guarire da numerose patologie, tra cui diabete, tumori, Alzheimer e altre malattie gravi. Attraverso il canale televisivo “Life 120 Channel”, l’imprenditore romano trasmetteva 24 ore su 24 la sua rubrica “Il Cerca Salute”, dando consigli medici e nutrizionali a persone presenti in studio, chiamate a testimoniare presunte guarigioni ottenute seguendo il suo programma.
Il business costruito attorno a Life 120 si era rivelato estremamente redditizio: nel 2018 aveva fatturato oltre 11 milioni di euro, a cui si sommavano i proventi della casa editrice, delle pubblicità e degli eventi promozionali. Un successo commerciale che aveva attirato l’attenzione delle autorità sanitarie, culminata con diverse sanzioni amministrative negli anni precedenti.
Panzironi era già stato radiato dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio nell’ottobre 2023 per aver continuato a vendere cure non riconosciute per malattie gravi. Inoltre, l’Antitrust gli aveva inflitto una multa da mezzo milione di euro, mentre l’Agcom aveva emesso una sanzione di 264mila euro nei suoi confronti. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nel settembre 2018, aveva condannato il metodo Life 120 ritenendolo potenzialmente pericoloso per la salute.
La sentenza di condanna rappresenta quindi l’epilogo di un lungo percorso giudiziario che ha visto coinvolti diversi organi di controllo e associazioni professionali, impegnati a contrastare la diffusione di pratiche potenzialmente dannose per la salute pubblica. Il caso Panzironi evidenzia ancora una volta l’importanza di affidarsi a professionisti qualificati per quanto riguarda la salute e la nutrizione, evitando di seguire regimi alimentari non validati scientificamente o promossi da soggetti privi delle necessarie competenze.
Il reato di esercizio abusivo della professione medica, punito dall’articolo 348 del Codice Penale, prevede la reclusione da sei mesi a tre anni e una multa da diecimila a cinquantamila euro per chiunque eserciti una professione senza essere in possesso dei requisiti necessari, come anni di studio, competenze tecniche, esami superati, speciali abilitazioni rilasciate dallo Stato ed eventuale iscrizione all’albo professionale. Una tutela ritenuta fondamentale soprattutto quando si tratta di professioni sanitarie, che possono influire direttamente sulla salute dei cittadini.