La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di dare il via libera all’ordine esecutivo firmato da Donald Trump che sospende l’applicazione dello ius soli in alcune aree del Paese, sancendo un cambio di rotta storico nella concezione della cittadinanza americana. La sentenza, racchiusa in un documento di 119 pagine, segna una vittoria cruciale per Trump e i suoi sostenitori, rafforzando la possibilità per il governo federale di intervenire direttamente sul principio che garantiva la cittadinanza automatica a chi nasceva sul suolo americano.
La Corte ha inoltre stabilito che i tribunali federali di grado inferiore non potranno più emettere ingiunzioni valide su scala nazionale contro le politiche presidenziali in materia di immigrazione, limitando quindi la portata delle opposizioni giudiziarie. Gli effetti immediati della decisione riguardano stati dove già si registravano tensioni sul tema migratorio, aprendo scenari di profonda incertezza per migliaia di famiglie con figli nati negli Stati Uniti ma da genitori privi di documenti.
Gli analisti legali sottolineano come questa sentenza possa costituire un precedente significativo, rafforzando il potere esecutivo a scapito del controllo giurisdizionale, e alimentando un dibattito destinato a pesare sulla campagna elettorale in vista delle prossime presidenziali.
