Pugilato, World Boxing introduce test genetici obbligatori: Imane Khelif esclusa senza controlli

World Boxing introduce test genetici PCR obbligatori per determinare il sesso degli atleti, escludendo Imane Khelif dalle competizioni fino al completamento dei controlli previsti dalla nuova normativa.
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La World Boxing, la federazione internazionale di pugilato riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale, ha annunciato l’introduzione di test genetici obbligatori per tutti gli atleti che intendono partecipare alle competizioni ufficiali. La decisione, resa pubblica il 30 maggio 2025, rappresenta una svolta significativa nella gestione delle categorie di genere nello sport pugilistico e coinvolge direttamente la pugile algerina Imane Khelif, campionessa olimpica a Parigi 2024, che non potrà partecipare ad alcun evento finché non si sottoporrà ai controlli previsti dalla nuova normativa.

La nuova politica denominata “Sesso, Età e Peso” è stata elaborata da un gruppo di lavoro specializzato del Comitato Medico e Antidoping della World Boxing, che ha esaminato dati scientifici e prove mediche provenienti da diverse fonti, consultandosi con esperti internazionali e rappresentanti di altre discipline sportive. Il Consiglio Esecutivo della federazione ha esercitato i propri poteri straordinari per approvare immediatamente le modifiche al regolamento, invocando circostanze speciali che richiedevano un intervento urgente per tutelare la sicurezza degli atleti negli sport da combattimento. Le nuove disposizioni entreranno formalmente in vigore il primo luglio 2025, ma sono già operative per quanto riguarda le iscrizioni agli eventi programmati.

Il provvedimento coinvolge specificamente Imane Khelif, alla quale la World Boxing ha comunicato ufficialmente attraverso una lettera indirizzata alla Federazione Pugilistica Algerina che non sarà autorizzata a partecipare alla categoria femminile dell’Eindhoven Box Cup, in programma dal 5 al 10 giugno 2025, né ad alcun altro evento organizzato dalla federazione fino al completamento dei test di identificazione sessuale. La decisione, secondo quanto dichiarato dall’organismo internazionale, riflette preoccupazioni relative alla sicurezza e al benessere di tutti i pugili, inclusa la stessa Khelif, e mira a proteggere la salute mentale e fisica dei partecipanti alla luce delle intense reazioni pubbliche che hanno caratterizzato il dibattito sulla sua partecipazione alle competizioni femminili.

I test obbligatori prevedono l’utilizzo della tecnica PCR (reazione a catena della polimerasi), una metodologia di laboratorio che permette di rilevare materiale genetico specifico, in particolare il gene SRY, che indica la presenza del cromosoma Y come indicatore del sesso biologico. L’esame può essere condotto attraverso tampone nasale o orale, campioni di saliva o prelievi ematici, offrendo diverse opzioni per la raccolta del materiale genetico necessario all’analisi. Secondo le nuove disposizioni, potranno competere nella categoria maschile gli atleti considerati di sesso maschile alla nascita, come dimostrato dalla presenza di materiale genetico del cromosoma Y o con differenze di sviluppo sessuale che comportano androgenizzazione maschile, mentre saranno ammesse alla categoria femminile le atlete con cromosomi XX o assenza di materiale genetico del cromosoma Y, oppure con differenze di sviluppo sessuale senza androgenizzazione maschile.

La responsabilità dell’esecuzione dei test ricadrà sulle federazioni nazionali, che dovranno fornire certificazione del sesso cromosomico dei propri atleti al momento dell’iscrizione alle competizioni World Boxing. La mancata presentazione della certificazione richiesta o la fornitura di documentazione falsa comporterà l’esclusione dell’atleta dalle competizioni e potrà determinare sanzioni sia nei confronti del singolo sportivo che della federazione nazionale di appartenenza. La World Boxing si riserva inoltre il diritto di effettuare screening genetici su campioni di atleti nuovi o già tesserati per verificare l’autenticità delle certificazioni presentate.

Il caso di Imane Khelif ha acquisito risonanza internazionale durante i Giochi Olimpici di Parigi 2024, quando la pugile algerina ha conquistato la medaglia d’oro nella categoria pesi welter femminili dopo un torneo caratterizzato da intense polemiche legate alla sua identità sessuale. L’atleta era stata precedentemente squalificata dall’IBA (International Boxing Association) ai Campionati Mondiali del 2023 per livelli eccessivi di testosterone e presenza di cromosomi maschili, insieme alla pugile taiwanese Lin Yu-ting. Tuttavia, l’IBA non è riconosciuta dal Comitato Olimpico Internazionale, motivo per cui Khelif ha potuto partecipare regolarmente alle Olimpiadi parigine.

La carriera sportiva di Imane Khelif, nata a Tiaret il 2 maggio 1999, è iniziata in condizioni particolarmente difficili, dovendo superare l’opposizione familiare e sociale in una regione conservatrice dell’Algeria dove la boxe femminile era considerata inappropriata. L’atleta ha dovuto percorrere quotidianamente dieci chilometri a piedi per raggiungere la palestra di allenamento e ha finanziato la propria carriera attraverso lavori occasionali e la vendita di couscous preparato dalla madre. I suoi risultati internazionali includono il diciassettesimo posto ai Mondiali 2018 e il trentatreesimo nel 2019, prima di raggiungere i quarti di finale alle Olimpiadi di Tokyo 2021 e la finale ai Mondiali 2022, dove è stata sconfitta dall’irlandese Amy Broadhurst.

La World Boxing ha ottenuto il riconoscimento provvisorio del CIO come Federazione Internazionale nel febbraio 2025 e il 20 marzo dello stesso anno il Comitato Olimpico Internazionale ha confermato l’inclusione del pugilato nel programma sportivo dei Giochi di Los Angeles 2028. L’organismo, costituito nell’aprile 2023 con la missione di garantire la permanenza del pugilato nel movimento olimpico, ha raccolto l’adesione di oltre cento federazioni nazionali, sostituendo progressivamente l’IBA nella governance mondiale della disciplina. La nuova politica sui test di genere rappresenta uno degli elementi fondamentali per stabilire criteri uniformi e scientificamente fondati nella gestione delle categorie competitive, secondo quanto dichiarato dalla federazione internazionale.