Lo scontro tra Donald Trump ed Elon Musk ha superato i confini della politica per investire direttamente il settore spaziale statunitense, spingendo la NASA e il Pentagono a mobilitarsi urgentemente per identificare fornitori alternativi a SpaceX. La rottura tra il presidente degli Stati Uniti e il magnate dell’industria spaziale ha infatti messo in luce la preoccupante dipendenza delle agenzie governative americane da una singola azienda privata per missioni strategiche di importanza nazionale.
La crisi è esplosa dopo che Trump ha minacciato la cancellazione di tutti i contratti governativi con le aziende di Musk, una mossa che avrebbe conseguenze devastanti considerando il ruolo dominante di SpaceX nel trasporto spaziale americano. La risposta di Musk non si è fatta attendere: il miliardario ha annunciato la possibile sospensione dei voli della capsula Dragon, il veicolo spaziale che rappresenta attualmente l’unico mezzo americano per trasportare astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale. Sebbene Musk abbia successivamente ritrattato questa minaccia, il danno in termini di allarme nelle istituzioni americane era già stato fatto.
La reazione delle agenzie spaziali e della difesa statunitensi è stata immediata e coordinata. Secondo quanto riportato dal Washington Post, funzionari della NASA e del Pentagono hanno contattato direttamente almeno tre aziende spaziali commerciali per sollecitare lo sviluppo accelerato di sistemi alternativi. Tra le compagnie coinvolte figurano Rocket Lab, Stoke Space e Blue Origin di Jeff Bezos, tutte chiamate a fornire informazioni dettagliate sui propri progetti e sui tempi di disponibilità per missioni governative.
Particolarmente significativo è stato l’incontro tra i dirigenti di Sierra Space e i vertici della NASA durante l’intensificarsi dello scontro Trump-Musk. Sierra Space sta sviluppando il velivolo spaziale Dream Chaser, progettato per il trasporto di merci verso la stazione spaziale e attualmente in fase di test presso il Kennedy Space Center. Fatih Ozmen, amministratore delegato dell’azienda, ha dichiarato che “la NASA ci ha comunicato di volere la diversità e di non voler dipendere da un singolo fornitore”, sottolineando come l’agenzia stia lavorando per garantire operazioni ininterrotte sulla ISS.
La vulnerabilità strategica esposta da questa crisi non si limita al trasporto di astronauti. SpaceX è diventata nel corso degli anni un contractor essenziale per il governo americano, responsabile del lancio di satelliti sensibili per la sicurezza nazionale, inclusi sistemi per la rilevazione missilistica, comunicazioni sul campo di battaglia e munizioni guidate di precisione. Questa dipendenza multisettoriale rende la minaccia di interruzione dei servizi particolarmente preoccupante per i pianificatori della difesa nazionale.
Le origini dello scontro risalgono alle divergenze sulla legge di bilancio americana, denominata “Big Beautiful Bill” in perfetto stile Trump. Musk si è opposto fermamente al provvedimento, criticando in particolare i tagli alle tasse per le alte fasce di reddito e altre misure di spesa che considerava eccessive. La tensione è rapidamente degenerata in attacchi personali sui social media, con Trump che ha definito Musk “completamente impazzito” e ha minacciato di eliminare tutti i sussidi e contratti governativi alle sue aziende.
Dal canto suo, Musk ha risposto con accuse particolarmente gravi, arrivando a insinuare il coinvolgimento di Trump nello scandalo Epstein attraverso post sui social network, salvo poi cancellare i messaggi più compromettenti. Il miliardario ha inoltre annunciato la creazione di un nuovo partito politico, “The America Party”, segnalando una rottura definitiva con l’alleanza repubblicana.
La ricerca di alternative a SpaceX rivela l’urgenza con cui le istituzioni americane stanno affrontando questa dipendenza strategica. Blue Origin, fondata da Jeff Bezos, rappresenta il competitor più diretto con il suo razzo New Glenn, alto circa 100 metri e dotato di booster riutilizzabile, progettato per effettuare il primo volo orbitale nel 2024. Nonostante sia stata fondata quasi contemporaneamente a SpaceX, Blue Origin ha accumulato ritardi significativi nello sviluppo, concentrandosi finora principalmente sul turismo suborbitale.
Rocket Lab si è invece affermata nel settore dei razzi leggeri per piccoli satelliti e sta ora espandendo le proprie capacità per coprire il vuoto potenzialmente lasciato da SpaceX se dovesse abbandonare i Falcon 9 in favore del progetto Starship. United Launch Alliance (ULA) mantiene una posizione consolidata grazie ai suoi legami governativi consolidati e ai contratti garantiti, specializzandosi in particolare nelle orbite geosincrone cruciali per applicazioni governative e di telecomunicazioni.
Le conseguenze di questa crisi si estendono oltre le questioni tecniche e operative. L’analista Andrew Spannaus ha sottolineato come lo scontro fosse in qualche modo prevedibile, considerando le personalità dominanti dei due protagonisti e le divergenze fondamentali nelle loro visioni economiche. Mentre Trump persegue politiche protezionistiche e di stimolo economico, Musk favorisce tagli radicali alla spesa pubblica e il libero commercio internazionale, particolarmente importante per i suoi interessi in Cina dove Tesla opera una gigafactory.
La vicenda rappresenta un caso paradigmatico dei rischi associati alla concentrazione di capacità strategiche critiche nelle mani di un singolo attore privato. La minaccia di un “embargo alla stazione spaziale”, come definita dagli esperti dell’American Enterprise Institute, ha evidenziato l’urgenza di diversificare i fornitori per garantire la continuità delle missioni spaziali americane. Questa lezione si estende oltre il settore spaziale, interrogando più ampiamente il modello di collaborazione pubblico-privato che ha caratterizzato l’approccio americano all’innovazione tecnologica negli ultimi decenni.
Le agenzie governative stanno ora accelerando i loro sforzi per sviluppare un ecosistema più resiliente di fornitori spaziali, consapevoli che la dipendenza da un singolo attore, per quanto tecnologicamente avanzato, costituisce una vulnerabilità inaccettabile per la sicurezza nazionale. Il futuro dell’industria spaziale americana dipenderà dalla capacità di bilanciare l’efficienza dell’innovazione privata con la necessità di mantenere molteplici opzioni strategiche per le missioni critiche.