Il sogno di rivedere il trio toscano formato da Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni sul palco dell’Ariston per il Festival di Sanremo 2026 si infrange contro la netta presa di posizione dell’attore e regista fiorentino. In un’intervista rilasciata a Repubblica, Pieraccioni ha stroncato definitivamente ogni ipotesi di partecipazione alla kermesse musicale, rivelando le motivazioni profonde che lo spingono a declinare l’invito dell’amico di sempre.
“Non ci vo’ per un motivo semplice”, ha dichiarato senza mezzi termini Leonardo Pieraccioni, spiegando di soffrire di quella che lui stesso definisce la “sindrome del cabarettista“. L’artista ha descritto con la sua consueta autoironia il disturbo che lo affligge: “Ho sempre la sindrome del cabarettista, sono come Roger Rabbit, se ci sono più di dieci persone presenti la devo dire per forza“. Questa compulsione verso la battuta a tutti i costi rappresenta per Pieraccioni un rischio troppo elevato in un contesto prestigioso e seguito come quello del Festival di Sanremo.
La preoccupazione principale dell’attore riguarda la possibilità di essere ricordato negativamente dalla platea televisiva nazionale: “Non voglio essere ricordato come quello che a Sanremo ha detto sei o sette baggianate“. Questa paura di perdere il controllo davanti a milioni di telespettatori è talmente radicata che Pieraccioni ha ammesso di evitare persino situazioni molto meno impegnative: “Non vado alle riunioni di condominio per questo motivo, figuriamoci se vado a Sanremo“.
La dichiarazione di Pieraccioni arriva in un momento particolare, proprio mentre si celebrano i trent’anni dall’uscita del suo film di esordio “I Laureati”, pellicola che nel 1995 segnò il suo ingresso nel cinema da protagonista. Nonostante il successo cinematografico e teatrale ottenuto nel corso degli anni, l’ansia da palcoscenico per eventi di grande portata mediatica continua a rappresentare un ostacolo insormontabile per l’artista toscano.
Il rifiuto di Pieraccioni contrasta nettamente con le dichiarazioni rese pochi giorni prima da Giorgio Panariello, che aveva invece mostrato apertura verso una possibile partecipazione al Festival 2026. Panariello aveva spiegato al Messaggero di essere alla ricerca dell'”idea giusta” da portare sul palco dell’Ariston insieme ai suoi due amici storici, specificando però che l’eventuale partecipazione sarebbe dovuta avvenire solo a condizione di “far ridere moltissimo” e non per “fare gli amichetti di Carlo”.
L’amicizia tra i tre artisti toscani affonda le radici nei primi anni Ottanta, quando tutti e tre muovevano i primi passi nel mondo dello spettacolo nella loro Firenze. Carlo Conti dirigeva Lady Radio e conduceva Radio Notte insieme a Giorgio Panariello, mentre nel 1981 conobbe Leonardo Pieraccioni nel programma “Un ciak per artisti di domani”. Da quel momento nacque una collaborazione artistica e un’amicizia personale che ha attraversato decenni, portandoli a condividere progetti televisivi, cinematografici e teatrali di grande successo.
Nonostante il legame profondo che unisce i tre, Pieraccioni ha dimostrato di conoscere perfettamente le intenzioni dell’amico Carlo Conti riguardo alla sua eventuale partecipazione a Sanremo: “Ma che dispiacere, io lo so perché mi vuole: proprio perché sa benissimo che poi sparo la puttanata in diretta mondiale e così lui può percularmi per cinque o sei anni”. Questa consapevolezza della dinamica scherzosa che caratterizza il rapporto tra i due amici non è tuttavia sufficiente a convincere Pieraccioni a superare le proprie reticenze.
La questione della partecipazione del trio toscano a Sanremo non è nuova: già per l’edizione 2025, molti avevano sperato di vedere insieme Conti, Panariello e Pieraccioni, ma il conduttore aveva prontamente smentito ogni voce, dichiarando che sarebbe sembrato “troppo scontato” e spiegando di voler evitare paragoni con la coppia Amadeus-Fiorello. Panariello stesso aveva confermato questa versione, sottolineando come “Carlo è uno che odia i paragoni”.
Il rapporto scherzoso tra i tre amici è stato testimoniato anche di recente, quando Pieraccioni aveva ironizzato sui social media riguardo alla scelta dei co-conduttori per Sanremo 2025, commentando con la sua tipica ironia: “Ho visto il presentatore, lì. La prima sera ‘chiamo gli amici, chiamo gli amici’, va bene allora chiama gli amici. Poi si scopre che gli amici sono la Clerici e Gerry Scotti”. Questo episodio aveva dimostrato come, nonostante le battute e le prese in giro reciproche, l’affetto tra i tre rimanga immutato.
Per quanto riguarda il Festival di Sanremo 2026, Carlo Conti ha già confermato il suo ruolo di direttore artistico, mentre ha lasciato aperta la possibilità di non occuparsi anche della conduzione, dichiarando in conferenza stampa: “Magari posso fare solo la direzione artistica, che è la cosa più importante, e non la conduzione”. Questa apertura potrebbe teoricamente creare spazio per la partecipazione di altri conduttori, ma le dichiarazioni di Pieraccioni sembrano definitivamente escludere la sua presenza sul palco dell’Ariston.
La decisione di Leonardo Pieraccioni rappresenta quindi un punto fermo che difficilmente potrà essere ribaltato, nonostante l’affetto e la stima reciproca che lo legano a Carlo Conti e Giorgio Panariello. L’attore ha preferito la sincerità e l’autoironia nel spiegare le proprie motivazioni, dimostrando ancora una volta quella spontaneità che ha sempre caratterizzato il suo approccio al mondo dello spettacolo, anche quando si tratta di dire di no a uno degli eventi televisivi più importanti dell’anno.