Migliaia di ragazzine abusate da uomini pachistani, si apre l’inchiesta su uno dei peggiori scandali del Regno Unito

Il primo ministro Starmer annuncia l’inchiesta nazionale sulle grooming gangs dopo le pressioni di Musk e dell’opposizione per fare luce sui decenni di abusi sistemici su migliaia di minori.
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Dopo mesi di resistenze politiche e pressioni dell’opinione pubblica, il primo ministro britannico Keir Starmer ha annunciato l’avvio di un’inchiesta pubblica nazionale su uno dei più gravi scandali della Gran Bretagna moderna: lo sfruttamento sessuale sistematico di migliaia di ragazzine perpetrato da bande organizzate composte prevalentemente da uomini di origine pachistana, fenomeno noto come grooming gangs.

La decisione del governo laburista arriva dopo che La baronessa Louise Casey, incaricata di condurre un audit nazionale sui casi di sfruttamento sessuale di gruppo, ha raccomandato l’istituzione di un’inchiesta con poteri statutari, capace cioè di obbligare i testimoni a deporre.

Starmer, che inizialmente si era opposto a questa soluzione preferendo delegare le indagini alle autorità locali, ha dovuto capitolare di fronte alle crescenti pressioni politiche e mediatiche, aggravate dalle critiche del magnate Elon Musk, che aveva accusato il premier di essere “complice degli stupri di massa in cambio di voti” durante il suo mandato come direttore del Crown Prosecution Service tra il 2008 e il 2013.

Lo scandalo delle grooming gangs affonda le radici negli anni Novanta e ha raggiunto la massima visibilità mediatica nel 2014 con la pubblicazione del rapporto Jay, che documentò come almeno 1.400 bambini, alcuni di appena 11 anni, fossero stati sistematicamente abusati nella cittadina di Rotherham tra il 1997 e il 2013. Le vittime, prevalentemente ragazzine bianche provenienti da contesti sociali disagiati, venivano adescate con regali, alcol e droghe, per poi essere costrette a rapporti sessuali con gruppi di uomini adulti.

Il modus operandi delle bande criminali seguiva schemi ricorrenti: i predatori si appostava davanti alle scuole negli orari di uscita degli studenti, offrendo passaggi in auto o taxi alle giovani vittime. Nei giorni successivi tornavano con doni per conquistare la fiducia delle ragazzine, introducendole gradualmente al consumo di sostanze stupefacenti e convincendole a iniziare relazioni sessuali, prima con un singolo uomo che poi pretendeva che la vittima “dimostrasse il suo amore” facendo sesso con i suoi amici e soci in affari.

Le vittime subivano violenze inaudite: venivano regolarmente trasportate in taxi per essere abusate, stuprate in gruppo, costrette ad assistere ad altri stupri, minacciate con armi da fuoco e benzina, e trafficate verso altre città. Le gravidanze, gli aborti spontanei e le interruzioni di gravidanza che ne derivavano causavano ulteriori traumi psicologici alle giovani vittime.

L’aspetto più sconcertante della vicenda riguarda il comportamento delle autorità competenti. Polizia, servizi sociali e amministrazioni locali erano a conoscenza degli abusi ma scelsero deliberatamente di non intervenire per “paura di apparire razzisti” e per non compromettere la “coesione delle comunità”, dato che la maggior parte dei perpetratori era di origine pachistana. Alcuni agenti di polizia si riferivano alle vittime con termini dispregiativi come “troie” e consideravano gli abusi come una “scelta di stile di vita” delle ragazze.

La portata del fenomeno si è rivelata nazionale, con casi analoghi emersi in numerose altre città britanniche: Rochdale, dove almeno 1.000 ragazze sono state abusate secondo un’inchiesta del 2022; Telford, con oltre 1.000 vittime accertate; Oxford, Peterborough, Huddersfield e Oldham. Gli esperti definiscono il fenomeno come “il più grande crimine motivato da motivi razziali nella Gran Bretagna moderna”.

La controversia politica più recente è esplosa quando la ministra per la salvaguardia Jess Phillips ha rifiutato la richiesta del consiglio di Oldham per un’inchiesta governativa, preferendo delegare le indagini alle autorità locali. Questo diniego ha scatenato la reazione di Musk, che ha definito Phillips “un’apologista del genocidio dello stupro” e ha chiesto la sua incarcerazione.

Il governo ha risposto alle critiche annunciando un piano d’azione da 10 milioni di sterline che prevede la revisione dei casi chiusi da parte di un panel indipendente, il riesame dei casi irrisolti da parte della polizia, il sostegno nazionale per le inchieste locali e l’audit condotto dalla baronessa Casey. Tuttavia, molti osservatori ritengono che queste misure arrivino con decenni di ritardo rispetto alla gravità del fenomeno.

L’Independent Inquiry into Child Sexual Abuse, conclusasi nel 2022 dopo sette anni di lavoro e un costo di 186 milioni di sterline, aveva già documentato le sistematiche violazioni dei diritti dei minori e i fallimenti istituzionali, ma le sue raccomandazioni sono rimaste in gran parte inattuate. La nuova inchiesta nazionale, che dovrebbe essere avviata entro la fine dell’anno, avrà il compito di fare finalmente luce su uno dei capitoli più bui della storia britannica contemporanea e di garantire giustizia alle migliaia di vittime che per troppo tempo sono state ignorate dalle istituzioni che avrebbero dovuto proteggerle.

La questione delle grooming gangs rimane un tema estremamente divisivo nella società britannica, utilizzato dalla destra e dall’estrema destra per alimentare tensioni razziali e anti-immigrazione, mentre i critici sottolineano che la maggioranza dei reati di sfruttamento sessuale minorile nel Regno Unito viene commessa da uomini bianchi britannici. Tuttavia, l’evidenza dei casi specifici documentati dalle inchieste giudiziarie conferma il coinvolgimento prevalente di uomini di origine pachistana nelle bande organizzate che hanno operato sistematicamente in diverse città inglesi per oltre due decenni.